Readme.it in English  home page
Readme.it in Italiano  pagina iniziale
readme.it by logo SoftwareHouse.it

Yoga Roma Parioli Pony Express Raccomandate Roma

Ebook in formato Kindle (mobi) - Kindle File Ebook (mobi)

Formato per Iphone, Ipad e Ebook (epub) - Ipad, Iphone and Ebook reader format (epub)

Versione ebook di Readme.it powered by Softwarehouse.it


LIBRODETTO

STREGA

ODELLE ILLUSIONI DEL DEMONIO

 

delSignore Giovanfrancesco

Picodalla Mirandola

 

nelvolgarizzamento di Leandro Alberti


 

F.LEANDRO DELLI ALBERTIALLICANDIDI ET HUMANI LETTORI.S.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non dubito che saranno alcunili quali non puoco se maravegliarano chenon habbia servatoin trasferire di latino in volgare questa molto laudevole edeccellente operetta dello illustrissimo e litteratissimo signore GiovanFrancesco Pico prencedella Mirandola e delli litterati unica Fenicetutte le regole et osservationidella volgare grammatica notate dal leggiadro Fortunioo dallo amenevole egentile messer Marc'Antonio della età nostra delitiefigliuolo di quellopreclaro lume delli dotti messer Giovantonio Flaminioo per il sottileindagatore et osservatore della limata lingua messer GeronimoClaritio. Anchor forsi se meravigliarano perché non mi son sforzato diseguitare il dotto e curioso Sanazaroo l'arguto e terso Bemboo il candido e dilettevole Bandelloo il pulito e modesto Barignanoover il suave ecopioso Philotheoo il nitido e dolce Mazuololo ingegnoso e chiaro Garisendoo l'humano e piacevole Casioovero qualchun altro de quelli elegantissimi hominiche horain questa florida etàse ritrovanocosì eccellenti nella latinalingua come nella volgare. Ma cessarano di meravigliarsi se consideraranoqualmente ho pigliato cotesta fatica (chente che la se sia)cioè di fareparlare in volgare questo libretto detto Stregapiù presto per il rozzo volgoche per li dotti homini. Il perché se io havesse voluto osservare tutte leregole et osservationi scritte da quelli consideratissimi huominianzipreclarissimi lumi del nostro secolonon sarebbe così facilmente possutaessere intesa da quelliconciosia che non è suto concesso ad ogniuno di poterandare a Corintho. E così per horahavemo lassato in qualche partein descrivere cotesta operettaquelcolto et ornato che ella meritava. Pur imperò se siamo sforzato di ridurla percotal modoche anchor alquantoserà aggradevole (se non mi inganno) alli coltori della polita e dolata linguavolgare. Dunque legga il curioso lettore detta Operettada cui ne pigliaràamenevole dilettationee non manco gustarà il dolce frutto. Conciosia che è piena di gran succo edi non menore dottrina. Valeteamantissimi Lettori.


 

F.LEANDRO DELLI ALBERTI

BOLOGNESEDELL'ORDINE DE PREDICATORI

ALLAMOLTO ILLUSTRE SIGNORA DELLA MIRANDOLA

MADONNAGIOVANNA CARAFFA PICA.

 

 

 

 

 

Essendosi scoperto l'anno passatoIllustre Signoracostì quel tantomalvagioscelerato e maladetto Giuoco detto della Donnadove è rinegatobiastemato e beffato Iddioet anchor concolcata colli piedi la croce santadolce refrigeriode fedeli Christiani e segurostendardoe dove anche vi sono fatte tante altri biasimevoli opere contradella nostra santissima fedeil perché essendo stato intieramenteinvestigatoe poderosamente conosciutoet anchorproceduto giuridicamente dal saggio e prodo censore et inquisitore delli hereticifurono da lui consignati al giudice molti di questi maladetti huominiilqualesecondo il comandamento delle leggili fece porre sovra di unagrandissima stipa di legna e brusciarli in punitione delle loro sceleragini et ancho in essempio dell'altri. Hor così di giorno in giornoprocedendosi per istirpare e sveglere cotesti cespugli di pungenti spine dimezzo delle buone et odorifere herbe de fedeli Christianicominciarono molticon ingiuriose parole a dire non esser giusta cosa che questi huomini fusserocosì crudelmente uccisiconciosia che non haveano fatto il perché dovessinoricevere simile guiderdone. Ma ciò che dicevano di detto Giuocoil dicevano oper sciocchezza e mancamento di cervelloovero per paura delli asperi martoriie non pareva verisimileche fussero fatti dall'huomini tanti obbrobriosi vituperii et ischerni alla hostiaconsegratané alla Croce di Christoné anche alla nostra santissima fedeequesto facilmente puotevasi confermareperché molti di essiprima havendolodettodipoi costantemente lo negavenoil che non farebbonose così in veritàfusse suto fatto. Et oltra di ciò dicevano anchora molte altre cose perfortificare questi suoi biasimevoli ragionamentiil perché di giorno in giornomaggiormente crescevano nel popolo simili mormorii: la qualcosa intendendo loillustre prencepe signore Giovanfrancescode V. Signoria amantissimo consortehomo certamente non manco christiano che dotto e litteratosendoalquanto dubbioso di questa cosadiliberò di vuolere intenderla moltointieramenteet con sottile investigatione conoscere così il fondamentocometutte l'altre menome cose erano fermate sovra di essoprima intervenendovi eritrovandosi alle essaminationi di quegli avanti dello inquisitoreet anchodipoi interrogandoli da sé a séa parte per partedi detto sceleratoGiuocoe delli abominevoli ritie profani costumiet iscommunicati modiemaladette operationi che ivi continuamente si fannoe non solamente da uno diquelli ma da gran numeroe ritrovandoli accozzare insieme in quelle cose cheerano di maggior importanza (benché in alcune menome cose paiono alcuna voltaalquanto disconvenevolio sia per mancamento di memoriao per inganno e frodedel Demonio malegno)cioè esser sommersi in tanti sozzi vitii che non può lapudica e casta orecchia del Christiano udirle senza grave fastidiosicome veroservo di Messer Giesù Christo et anchosicome homo literatoe dottoper scoprire li aguaiti e nascoste insidie del Demonio e farerespiandere in ogni luogo la rutilante verità della fede di Christoacciò checiascun se debbia ben guardare dalle frode dell'aguto nostro nemicoet anchorper poterlo meglio in ogni luogo perseguitarehave pigliato l'agutocalamo e scrisse tre libri di cotesta riascelerata e perversa schola delDemoniofacendo disputare insieme con un certo festevolo modo duoi trastulevolima dotti compagnie dipoi essaminando una astuta stregae facendo anchor al fin dare la sententia ad uno molto dotto giudicecontanto ordine e con tanta varievole dottrina e dilettevole festache non puòfar il lettorehavendo comenciato di leggerenon lo seguiti di finiresempreleggendo cose curioseradedottedalle quali egli è tenuto fermoe dipoisempre sperando di ritrovarne anche dell'altre non men aggradevoli. Hor nelprimo libroo sia nel primo dialogodimostra come il Demonio malegno feceforza per insino dalli tempi antichi d'ingannare l'huomini con diversi modiequivi descrive tutti quelli maladetti modi che horausano questi sciagurati huomini di questa iscommunicata compagniachiamata del Giuoco della Donnaesser suto fatti anticamentema in diversitempi. Il perché con molto studioritrova li cerchiili unguentile respostehavute dalli Demoniie li ragionamenti e la familiarità grande havuta insiemecon essili viaggi per aria fatti da luogo a luogole trasmutationicioè chefaceva apparere il Demonio fussero cangiati l'huomini in animali sanza ragioneet anchora in uccellie così dimostra tutte l'altri illusioni et imaginationiche hora vi faapparere in questo diabolico giuocoesser stato fatte in quelli antichi tempie così tutte l'altre osservationi. Dipoinel secondo dialogofa parlar laStrega e raccontare tutto quello fanno nel Giuoco a punto per puntoe così lescrive intieramente come ho anche io udito colle mia orecchie. Ma egli è benveroche esso Illustre Signoredove pare vi sia qualche dubitatione curiosala muove con gran delettatione delli spiriti gentili et anchorla chiarisce. E nel terzo dialogo anche risponde a molti dubbii nelprencipio; e poidopo molte interrogationi fatte alla perversa Stregaconducecon tanto ordine quelle coseche ha narrato nel primo dialogode quelle favoledell'antichi e de quelle illusioni del Demonioal proposito del sceleratoGiuoco della Donna e della malvagia Stregadipoi che l'ha fatte narrare ad essaria femminae così dimostra esser veroe non favolequello che se dice diessa iniqua compagniae non solamente con il testimonio di essa Stregama conpiù testimonii. E conchiude che devesi tener esser così certamentecome sinarra di detto Giuoco da ciascun il quale ama la fede di Christo. Egli è inverità molto laudevole opera et anche curiosa e dotta e non manco giovevolealla religione christiana. O dio vuolesso che fussero tutti e prencipi come èesso signor vostro consortecioè litteratoover tutti litterati huominisicome è esso prence fidelecatholicoe vero christiano. Perciò che se cosìfussenon se ritrovarebbero tanti vitiiné tanti scherni e vituperii fattialla santa fede di Christo. O quanto si possono riputare felici quelli che amanoil colto de Iddiola dottrinae le vertudeli quali sono sogietti al dominiodi vostre signorie. Ma egli è imperò usanzache di rado (sicome si suoledire) si conosce il ben quando se havero èche dipoi è perduto allhoragrandemente è conosciutodesiderato et anchobramato. Retornare voglio al antidetto librofatto da esso molto dotto evertuoso signore di V. S. dilettissimo consortecon grande artificio e con nonmenore dottrinain cui sono quattro che ragionanocioè ApistioFronimoStregaDicastotutti di nome greco. E questo è stato fatto da esso congrande ingegnosecondo era il bisogno. Conciosia che Apistio vuol direin latinoinfideleil quale ragiona con Fronimocioè con il prudenteda cui è ammaestrato della verità a puoco a puocodipoi fa parlare la Stregae maleficae fale narraretutto l'ordine del Giuocodove Fronimo accozza insieme le cose antichecon queste nuove a parte per partee dimostra non essere veruna differentia fral'una e l'altra quanto alla sostantiabenché sia un puoco circa li modi che horasi usano. Fa poi dare la sententia a Dicastocioè al giudice.Dove veggendosi concluso Apistiocioè l'infedeledalla veritàe nonhavendo più verun luogo da fuggirechiede gli sia mutato il nome dal giudiceet ellovedendolo credere la veritàlo chiama Pisticocioè fedele.Questo è quello che si contene in questi tre dialoggi. Il perché conoscendo ioqualmente sarebbono assai aggradevoli essi dialogginon solamente alli dottima ancho a quelliche non intendono il latinoho pigliato cotesta fatica di volgariggiarlinoncosì ben da tutti intesiacciò che chiunque amatore della fede christiana nepossa pigliare amenevole delettationee soavi frutti. Dipoi hammi paruto di donarli a V. S. Illustresicome aquella che so le sarà maggiormente aggradiper esser opra che procede dal suodolcissimo consortedi tanta singularedonna degnoe voi non manco degna di tanto huomosicome sono consuetodi dire. Dignarasi ancho V.S. di farne parte di questa nostra fatica alla illustre madonna Anna di V. S.figliuoladolce consorte dello illustrissimo signore Antoniotto Adornomeritevolmente Duce di Genova. Perché so qualmente piacerano a sua Signoriacoteste fruttauscendone da quello eccellente albero del suo amantissimo padre.Attentamente dunque stian ad udire parlarV. S. Illustrein volgare benchérozzoApistio insieme con Fronimoe dipoi la Stregae Dicastoli quali per insino ad horahanno ragionato litteralmentesolamente dalli dotti intesi. ValeIllustre Segnora. In Bologna nel zenobio di San Domenicoa dì primo di maggiodel Mille e cinquecento ventitre.


 

DIALOGODETTO STREGA

OSIA IL PRIMO LIBRO

DELLEILLUSIONI DEL DEMONIO

 

compostodallo illustre e molto dotto

prencipesegnore Giovanfrancesco

Picodella Mirandola

segnoree conte della Concordia

volgarizzatodal Ven.P. F. Leandro dell'Alberti

bolognesedell'Ordine de' Predicatori.

 

 

Lepersone parlano

ApistioFronimoDicastoStrega.

 

 

APISTIO Fronimodimmi dove va colà così in fretacaminando per la piazza ove vendonsi l'herbetanta moltitudinedi popolo.

FRONIMO Nonlo soma andiamo anche noi un puocoacciò intendiamo la cagione di tantoconcorsoconciosia che puoco danno potrà essere la perduta di puochi passi.

APISTIO Nonsaranno puochise andaremo per insino al tempiolo quale novamente è comenciato di fabricarsiad honore della gloriosa vergine madre de Iddiochiamata dalli miracoli.Conciosia che è discosto da quinci oltro di un miglio. E così mirando pare ame di vedervi costì alquanti de quelli venerandi religiosi dell'Ordine de'Predicatoriche sono huomeni molto dottili quali horasono venuti quivi ad habitareper servigio di detto tempio. Il perché io istimo che tutti vadino colàquelli vediamo.

FRONIMO Drittamentesi come io pensotu istimiconciosia chese non me ingannoho veduto fra lamoltitudine de' fanciulli esservi anchora li servili quali suoleno servireallo Inquisitoreche cerca e persequita li maghimaleficiet incantatori. Eli punisce segondo le loro malvagie e rie opere. Ma pur al fineche cosa cipuotrà nuocerese andaremo per insin colà? Anzi penso più presto di doverneriportare commodo e guadagnose ben non fusse di gran momentoalmanco diqualche cosa che serà a noi aggradevoleperché se puotrà computare in vecedi vivande nel pransoquando ritornaremo. E forse anchora serà molto piùutile cosache non sapiamointendendo qualche nuovo secreto. Conciosia che ame pareet ragionevolmente istimosia presa una stregaet ivi esser dovecorreper vederlatanta moltitudine di popolo mescolato con li fanciulli.

APISTIO Habitanoin questi luoghi le streghe? Ohcertamente non mi serebbe grave di caminarediece migliaper vederle.

FRONIMO Horsuse adunque non mai vedesti verunaforsi hora sara' satisfatto alla tua curiosa voglia.

APISTIO Ohse pur accadesseche io potessi ritrovare cotesto augelloda me con tantodesiderio cercoe non giamai ritrovato in verun luogo.

FRONIMO Diquale augello ragioni tu?

APISTIO Dellastrega.

FRONIMO TugiuoghiehApistio?

APISTIO Pensa pur che quello ho dettol'ho dettonon per giuoco né per iscrizzoma da dovero. Conciosia che debbia esser moltoaggrado a ciascun huomoma maggiormente alli gentili e curiosi spiritidiconoscere quellolo quale non ha mai conosciuto la antiquità.

FRONIMO Dunquetu te affatichi di vuoler intendere quelloche non ha inteso veruno?

APISTIO Dunqueistimi tu che io vogliammi persuadere di conoscere quelloche non mai hannovoluto confessare de havere inteso li huomeni grandi e molto litteratie pur sel'haveranno intesonon appare in verun luogo?

FRONIMO Checosa?

APISTIO Loaugello strega. Benché già habbia letto:

 

Coll'ali infame la notturna strega.

Mestitiaaugurio infaustoe danno espresso

Peggio ch'el bubo annontiaporgeet lega.

 

Anchor purho veduto nell'antiche maledittioni fussi nominata la stregama che cosa siaquellae di qual naturanon si conviene. Et istima Plinio che sia una favolaquello che era scritto dellestreghecioè che asciuccaveno colle labbra le pope delli fanciulli. E cosìconfessa di non sapere di quale generatione de uccegli sia la strega.

FRONIMO Assaimi meraveglioche sendo tumolto dotto nelli poetisi come a me paretu non hai letto come eraconsuetudine nelli tempi antichidi esser scacciato fuori delle porte et uscile streghe con una verga di spino biancoe come hanno questa naturache sonobrammosi ucceglicon il capo grandeli occhi fermiil becco torvoe partedelle penne canutecon l'unghie rampinatee per ciò così suoleno esserechiamateperché hanno consuetudine di stridere nella spaventevole notte. Hortu vedi il nomela cagione di essola natura di quellaet anchora la figuracome egli è stata iscritta dalli antichi.

APISTIO Benintendo quello tu raccontima forsi sono di diverse maniere e generationicoteste streghee di differente naturaconciosia che se dice come non succianocolle labra lepope di fanciullinima che beveno il sangue. Il perché così disse Ovidio:

 

Di notte ai fanciullini vola spesso

Empiendo il petto dell'innossio sangue

Da vitiati corpi a forza egresso.

 

Et egli è cotesto suto osservato per infino dalli heroici tempi. Quellecose mi movenoche sono venuti nelli thalami e camere delli Procio sianodelli lascivi e molto libidinosi huomenicosì dicendo Ovidio:

 

Proca il dimostra quale sia questo angue

Ch'al quinto giorno depuo suo natale

Delle streghe già predaforte langue.

Puoco il vagito fanciullesco vale

Et chieder spesso agiuto alla nodrice

Che è lacerato da questo animale.

Assorbe il sangue la strega infelice

Sì prestocon la lingua insatiabile

Ch'el soccorso opportuno esser non lice.

 

Non paiono a te cotesti officii fra sé delle streghetanto diversienon ti dimostrano varia et anchorcontraria natura e conditione? Erano ragionevolmente da esser istimatiquelli augelli misericordiosili quali facevano l'ufficio della nudricemaquesti sono da esser reputati grandemente nocevoli e malegnidalli quali sonooccisi li fanciullinihavendoli bevuto il sangue.

FRONIMO Iote dirò il vero: a mi paiono più presto ciascuna di queste cose favole chealtro. Ma pur se vi si ritrova qualche cosa di vero nella favolaio penso chenon siano nati quelli augelliné anchor che se ritrovano nelli versi. Perché quelli falsi titolie versi figurano la vecchia nelli uccelli. Ma ben penso fussi fatto questoconlo agiuto delli demonii iniqui e maledetticioè che li antidetti augelli horaapparevono in una forma della nodriceet horadella insidiatrice. E questo maggiormente a me lo fa credereperché ildimonio insegnò il giovevole rimedio contro delle incantationi e maleficiiperli quali erano ligatele menti delli huominicon inganni e con bugie: dicendo se esser Gianovuoleva che tre volte toccassino con l'arbuta fronda le porte et usciicioècon la fronda de uno albero simile al citronoe tre volte segnando con dettafronda le pietre che sono sotto la intratadell'usciobagnando la intratacon l'acquae commandava anchorse facessino dell'altre coseche non erano sagrema anzi abominevolisacrilegii e portenti. Benché anchorde quelle così se dica:

 

Se poi l'infanti per la notte oscura

Vessaet il sangue esucca con l'esperti

Labri la strega et in tal modo se indura.

 

Così ne' tempi nostri hanno consuetudine di fare le streghequando senarra che sono portate al giuoco di Diana. Guastano nelle cune li fanciullininuovamente natiche piangonodipoi incontinenti le danoli giovevoli rimedii. Li qualisi come a me paresono in loro arbitrioe possanzadi doverli dare. Imperò meritamente egli è derivato questo nome.Conciosia che queste crudeli e bestiali feminele quali commetterlo tantasceleritàanchor danoicosì come dalli antichiconvenientemente sono chiamate streghe.

APISTIO Ami pare tu te inganniFronimoparimente insieme con molti altricredendoesser vero quello che scioccamente dice il volgocioè che sono non so chefeminuzzele quali volano nella mezza notte alli conviti et allidelettevoli piaceri carnali delle Lemuri o siano delli spiriti della oscuranotte; e che coteste feminuzze guastino con incanti li fanciulli.

FRONIMO Megliopotreste parlareApistio. Conciosia che non mai se debbe dire che coloroerranoli quali apertamente raccontano quello che hanno con l'occhio dellaragione chiaro e manifesto non puochi huomeni ben dotti et amaestrati con lacontinua praticaet anchorsono ornati de buoni costumi e vertuti.

APISTIO Ioti promettoche non è mai stato possibile di essermi persuaso questo che tu dìper cotal modo che l'habbia creduto.

FRONIMO Perquale ragionenon te l'ha possuto persuader veruno?

APISTIO Perquesta: cioè che pare una cosa da riderecome sia possibileche fatto uncerchio et unto il corpo con non so che unguentoin un certo modoet dette poicerte parole con un non so che mormoriose congiungano dette femenuzzeincontinente colli demonii infernalie che cavalcano di notte sovra di uno legno detto gramita con il quale si suolerassettare il lino e la canovaovero saliscano sovra di una cavra o di uno becco o di unomontone e siano portate per ariae che trapassino li spatii delli venti eritrovanse alli canti e balli di Diana e di Herodiadee che ivi giocanomangionobevenoe pigliano lascivi piaceri. Pur voglio anchoraggiungere un'altra cosacioè che non se accozzano nel parlaresìcome ho inteso: conciosia che alcune dicono esser portate molto in alto perariaet altre dicono appo di terraalcune confessano di andarvi solamente conla imaginationee non con il corpoe poi fermarsi sovra del lago di Benaco osia di Gardanelli altissimimonti. Vero è che molto mi meraveglioche non dicano di essere fermate sovradella cima del monte Micala insiemecon Thaleteovero sula cima del Mimante sianoposte a caminare conAnassagorail quale è un monte non guari discosto da Colophone da continuenevi assediatoda cui se conosce la tempesta debbe venire. Altre racontano deesser portate allo albero di Benevento detto la nucese ben me arricordo. Ma quale è la cagionenon si fermano più prestonel territorio di Arpinopiù vicino (si come io penso) alla nostra regioneoveroportate alla Querza di Marioet anchorse non le pare fatica di andare più discostoperchénon sono portate per infino nella Cheronea alla Querza di Alessandro? Dicesianchora che hanno amorosi piaceri colli demoniiche non sono congiunti colli corpise io non erro. Ma dimmiun puocoFronimoche toccamenti possono esser cotesti? Che piaceri? Over inche modo possono havere amorosi solazzi con questa vana e finta imaginele femine di carne? Ho lettocome le Larveo siano le nuocevoli ombredella notte e dell'infernopigliano piaceri colli mortiet che combatteno conessie non con li vivi.

FRONIMO DimmiApistiose io sciorrò tutte le tue ragionisì come speroconsentirai?

APISTIO Ioti prometto di consentire.

FRONIMO Egliè certamente cosa da huomo ragionevole e di sano intellettodi lassarsimuovere e guidare dalle ragioniessempiiet dalle authoritati delli antichile quali già sono con comunsentimento confermatee dipoi quivi fermarsi; ma molto maggiormente èopera di colui che è di grande ingegnoe che ha longotempo rivolto li libri delli dotti huomeni. Donquese io colle tueragioni ti conducerò a consentire a quello de cui horate ne meni beffeche farai poi?

APISTIO Chefarò? Vi metterò le mani.

FRONIMO Pensoche anchora vi metterai i piedi.

APISTIO Manon già nelli ceppi.

FRONIMO Dehnon ho già mai certamente pensato cotesto. Vero è che ben grandemente desidero tu intendi questoacciò nevenghi nella mia oppenione: colli piedi e colle manisì come dire si suole.

APISTIO Ionon rifiuto quello che speri e desiderise farai quello che tu di' et prometti.

FRONIMO Ame pareper il ragionare havemo fatto caminandoche tu sei molto dotto nelli poeti delli gentilietanchora assai sia ornato de philosophia.

APISTIO Ilmio Fronimodi questo horanon mi voglio dare il vantocioè che ben intenda li poetiet sia dottonelli parlari. Conciosia che egli è molto maggiore la cognitione a dovereintendere quelliper cotal modo che soverchia le forze de coluilo qualearrogantemente alcuna volta se la voglia attribuirehavendo puoco studiato inessi et havendoli puoca pratica. Il perché egli è grandemente necessario acolui vuole intendere essi poeti e philosophidi conoscere et intendere nontrivialmente e grossamente la lingua Greca e Latina. Et anchoregli è bisogno di havere ben intese li secreti e sentimenti extrattifuori del secretario dellaphilosophia: delli quali sono ornati e ben vestiti li poetie maggiormente Homero.De cui ho udito che fu illustrato et addobbato con grandi Conmentarii daAristotile et anchora dalli altri philosophi della dotta schuola. Anchor ho inteso che se sforzò il Plutarchocon uno moltogrande librodi attribuire ogni scientiaogni artee finalmente ogni cosadivina et humanaaquello cieco Homero.Il perché io nego essere in me quella cognitione perfettasì come tudi'ma non nego però essermi essercitato alcuna volta per piacere dell'animomio in leggere quellisì come io cercassi la cognitione delle linguee cosìquasi leggermente bevendo qualchi amaestramenti giovevoli alli costumietanchora acciò non fussi riputato ignorante fra li amici e compagnioccurendola occasione. Cosìse non ho beuto largamente la philosophiade cui se diceche è nascosta in detti authorial manco (si come dire si suole) l'ho toccatae gustata con la sommità delle labra.

FRONIMO Iocredo che tu sia conduttonon dalla arrogantiané anchordalla simulationema solamente dalla verità. La quale vertù ècollocata da Aristotele nel mezzo fra questi vitii. Imperocché dimostri di nonesser ignorantené anchortu ti vanti di sapere ogni cosa. E così quelle cose hai detto dellanotitia e cognitione delli poeti non son discosto dalla verità. Conciosia che Platone et Aristotele sono pieni di testimonii di Homerodi Hesiododi SimonidePindaroEuripidee delli altri poeti. Il perchéio dubbito assaiche tu sia molto dotto nella philosophiade cui pare nonmolto intendi e dimostri di non sapere. E così ho istimatione che dimostraraimolte cose che sono da te già molto tempo congregate insieme nel fine de'nostri ragionamentile quali dimostri horadi non sapere.

APISTIO Iote dirò come sono alcune cose che qualche volta ci sono suto donate dallanatura senza veruno studio o siano vertutioveroaltre cose sì come prencipii delle vertude.

FRONIMO Nonper questo sono mancato dalla mia oppenionema anzi hai tu posto in me maggioredubitatione con cotesta tua risposta.

APISTIO Chehai tu detto?

FRONIMO Ioho dettoe dicoche ragiono con uno philosopho. Vero è che meglio allhora micavarò questa fantasiapigliando prencipio imperò da quivicioè se vuoipromettere di respondere aquelle cose delle quali ho desiderio de interrogartiper le quali havemocomenciato di parlare.

APISTIO Ioprometto de responderti liberamente. Horsùaddimanda.

FRONIMO Dimmiil mio Apistiohai tu già mai letto in Homero che andasse Ulysse alli Cimerii?

APISTIO Si.Et anchora ho letto in che modo andò da quella genteche stava nell'ariacaliginosacioè che era senza via da potervi entrare i raggi del sole.

FRONIMO Dimmes'el te piaceche cosa fece?

APISTIO Ohassai cose.

FRONIMO Nonleggiamo quelle parole di esso in grecole quali hora le dirò in nostro volgarecosì: Io fu' quello che cavaifuora allhora allhora il coltello della coscia e cominciai di cavare con ilscarpello una fossaalla misura di un gomitoindi e quindiin cerchio; etanchora infundei li libaminicioè li sacrifiaicolle umbre?

APISTIO Tuhai molto egreggiamente dechiarato il sentimento e non manco agevolmente ispostele parole.

FRONIMO Credohabbi letto non una voltama soventeli giuochi di Dianae li balli collecompagne Nymphe.

APISTIO Egliè veroe tu non te inganni a punto.

FRONIMO Anchorio penso che tu habbi rivolto quelli libridove sono scritti li amorosiragionamenti et lascivi sembianti de Anchise con la impudica Veneree comefussero generati molti baroni nelli tempi antichi di cotesti fallaci etingannatori Dei.

APISTIO Etanchora questo spesse volte ho letto.

FRONIMO Tudebbi saper come questi malvagi dimonii ingannaveno con meravigliosi modi quellihuomini che erano dediti alle opere rusticali e pastoralisicome eracommunamente la vita di quelli li quali furono ritrovati nelli tempi heroici.Così anchora ingannò il demonio Peleo pastorepadre de Anchiseconciosia che essosicomedisse coluilassò la gregge delli porcie l'armento non guarì discosto dallemurain una ombrosa vallesotto la imagine della Thetide dea marinacosì istimata dalle genti. Etacciò manco se accorgesse del frodogli fu insegnato da uno altro frodulentodemonio uno delli capitanii grecichiamato Proteocon il quale pigliarebbeThete madre de Achillela quale dimostravasi in cento figure. Ma ben vedi econsidera un altro frodo con lo quale grandemente ingannò: cioè che nondimostrava di vuolere commettere il stuproné anche lo adulterioma finse divuolere contrahere il lecito matrimonio. Lo quale con suoi versi egreggiamentecantò Hesiodosicome se vede nelle scritture de Greci. Il perchéprobabilmente dicemo esser da quivi deduttocioè dallo essempio di HesiodoloEphithalamio di Catullo. Il che anchora dimostra il tenore del versochiaramente demostrando quella antica facilità; et questo dechiara il continuoe sollecito studio di Catullo in seguitare li Greciper cotal modo che ispressele integre elegie di Callimachoalcuna volta rendendo il sentimento et altrevolte isprimendo le parole. Anchora ingannò per cotal via il demonio facilmenteParidesotto figura di quelle tre Dee. Il qualesicome scrisse Colutho thebanonel libro della presa di Helenanon solamente pasceva le pecorelle del suopadrema anchor litorie per tal modo se vestiva delle vestimente che pareva un rozzo pastore etignorante bifolco. Le quali coseampiamente con sue scritture quello le recita.In questo modo fece invisibile il demonio quello Lidio pastore regalecon lainversa pala dell'anellocioè con quella parte giace sotto la gemma e pretiosapietrama rivoltacon la quale stuprò e commesse il peccato con la Reina.Il perché pigliavono li demonii varie e diverse figure alcuna voltadelle Deeche erano volgatealtre volte se formaveno in effigia delleterrestre Nymphee sovente rapresentaveno le figure delle Dee marine. E perchéera creduto che se nascondessino con il suo ingegno sotto le unde dell'acquaacciò puotessino esser vedute et più fortemente abbruggiare li cuori dellimiseri e ciechi huomenistavano appo delli profondi luoghi dell'acqua dove dicontinuo per il rivoltare di quellaivi si ritrova la candida spumaet ivipareva fussero appo delle nodricidove erano nudrigate da quelle. Anchoraapparevano colle imagini finte di nuvolisì come favolescamente raccontanoapparesse Giunone ad Issionede cui fingono nascessi il supposititio Centauro.Così fingono di costuicioè che Issione per pietà di Giove fussitrasferito ne cielie fussi fatto secretariodi quelloet per questo ufficiohavessi ardire di tentare Giunone delstuprola quale lamentandosi con Giovevi mandò ad Issione una nuvola asimilitudine di Giunonecon la quale giacendo Issione e credendosi di pigliareamorosi piaceri con Giunone ne ebbe li Centauri.Altri demonii apparecchiavenoprestigiicioè false demostrationiillusioniet incantationicolle qualiingannavano le genti e popoliet inescaveno con doppia frode il rozzo volgo et anchorali dotti huomeni. E così non lassava veruno colore et imagine della divinità (la quale con diverse menzogne e bugiesi sforciava di usurparlaet a sé attribuirla) con la quale non costringesseil rozzo et ignorante secolo a farsi adorareet anchora le tirava con lalascivia. Conciosia che egli è certoche anchora egli vergognasse Dianalaquale fingeva di amare la verginitàacciò forsi tirassi a sé quelli haveanoin odio la sozza libidine: il de cui gioco havemo scopertoin disprecio deldemonio. E così sotto il nome della Luna (la quale senza verun dubbiochiamavessi Diana) raccontaveno fussi svergognata da Endimione; e da Hippolytosicome dimostra Firmianosotto il nome di Dianail quale pensava pertenese aquel luogo e il nome di Virbiocioè di due volte huomoe la segge moltodiligentemente cercatadove se dovesse poneree le mani medichevoli di Esculapioche porsino agiuto alle piaghedebbonsi credere fussero tutte quellecose favole et illusioni delli demoniie pur se vi fusse qualche cosa cheparesse in vero fussi statail tutto se debbe pensare essere fatto per artemagica del demonio. Vero è che Esculapioal fine fu poi premiato con la mercede e premio delli incantadoriche èla miserabile morte. Conciosia che egli è narrato da tutti li antichi authoriqualmente fu occiso dalfulgurobenchésiano varie oppenioniper quale cagione e per quale sacrilegio fussi cosìcrudelmente occiso.

APISTIO DiceVergilio che così fussi occisoperché resuscitò Hippolyto dalla morte. Non sai tuche vuolendoHippolyto fugire davanti da Theseo suo padre infuriatolo quale cercava deucciderlo sendoli falsamente accusato dalla madregna Phedraet sendosalito sovra della carrettae spaventati li cavalli per li mostrimarinisicome narra Senecacadendo fuori del carro per lo impitoe stracciatoe mortosendo itonell'infernofu resuscitato e sanato da Esculapio?Vero è che dice Plinioche così fussi percosso dal fulgureEsculapio per cagione di Castore e di Polucefigliuoli di Tindare re di Oebalia.

FRONIMO Inaltro modo scrissero PanaiasoPolianthoPhylarcho e Thelesarcho. Anchoraltri dicono per altre cagioni fusse occisodal celestiale fulgureEsculapio.

APISTIO Dehnon ti sia grave di ramentare iltuttoimperò s'el ti piacee tu ti ricordi.

FRONIMO Ioson contento. Furono alcunili quali scrissero che così spaventevolmente fusseucciso perché resuscitò Tyndaroe non li figliuoli. Vero è che Staphylo dicenon fussi resuscitato veruno da Esculapioma ben è vero che fu sanato Hippolyto che fugiva daTroezenee così per quella causa fussi percosso e morto dal fulgure.Ma Polyantho scrive che così fussi uccisoperché liberò li figliolidi Preto dalla sciochezza. E vuole Philarcho esserli ciò intervenuto perchéagiutò li figlioli di Phineo. Ma fra quelli che hanno voluto resuscitasse imortialcuni di loro dicono che resuscitò molti di quelli che furono uccisinella battaglia e guerra di Troia. Et altri scriveno che resuscitasse de quelliche mancarono nella guerra de Thebani. Egli è ben vero che non ci mancaTelesarchoche dice come fusse in tal modo percosso perché si sforzava dirivocare alla vita Orionenon lo resuscitò imperò. Anchoregli è molto manifesto quello che scrive Tertullianocioè che fussiarso dal cielo Esculapio perchébiasimevolmente havea essercitato la medicina. E così ritroviamo molto maggiorvarietà nella narratione di cotesta cosa che nella morte di Romolo. Ma egli èben veroche ciascuno di loro è stato referito e computato fra gli Deibenchécostui fusse uno ladrone e quell'altro un mago et incantatore. Vero è che moltopiù mi maraveglio di quello de cui hora voglio raccontare: cioè che non ben pensassi li fatti suoiquel grande huomoil quale era sostentato e tenuto con tante ispese da un certogran prencipe ne giorni de nostri avoliche se ubrigava di far vedere la guerraet anchor labattaglia de Ilio e di Troia e tutti li modi del combatter ivi se fece. E cosìdesignando il cerchioacciò demostrasi dovi andarono e combatterono Thelamontee Peleo figliolidi Eacoe dove Olyssecolli altri Troianifu portato dal demonioe già piùnon comparse in verun luogo.

APISTIO Turacconti meravigliose cose.

FRONIMO Sonocertamente maraviglioseet anchorvere. Dipoi quello prence mandò in diversi e vari luoghi e paesietanchora per insino nella Germaniaet anchora diroe questo: et dove non mandòper cercare quel huomo? Hor sendopericolato costuivenne in cotesto nostro eccellente castello uno dellisuoi discepoliche lassò li vestigii delle sue malgradevoli e diabolice opereper infino alli nostri giorni. Conciosia che designava la imaginedi quello che havea fatto il furtoe dimostravela a colui a cui eranostato robbate le sue robbenella inchestara di acquaosia nella amolaconcerti sacrilegii e superstitioniet ivi le faceva vedere la figuraivestimenticon tutti i modi erano suto servati in robbare quella cosa. Ioconobbi uno da lui manifestatoil quale havea robbato le amolettecioè alcuniremedii contro li veneficii e contro de altri maliet occultamente l'haveaportato a casa e secretamenteserrati nel cophinonon lo sapendo veruna persona. E mi ricordo deltempo nel quale lasciò dette soperstitioni e rinegò l'arte magica. Secaminassimo insieme diece giornipare a menon sarebbono bastevoli daisprimere e ramentare quelle cose le quali ho osservato e notato delle manifesteinsidie del demonioné anchoserebbono sufficienti di puotere narrare li modi che osserva ello peringannare l'huomo. Il perché meritamente è chiamato Satanasso. Conciosia chesempre fuèet sarà nemico dell'humana generationecosì in tutte le altrecosecome in questade cui hoggi havemo determinato di ragionare. Quanto almodo che dimostra di pigliare carnali piaceriio te dico che quello lo vuolenegare (sì come contrario a tanti dotti e savii huomenili quai dicono haverloconosciuto da quelli che l'hanno isprimentatoet animosamente testificano dihaverlo udito) è riputato stolto e pazzo da santo Agostino: il quale scrive contestimonii di continua famanel quintodecimo libro della Città di Dioqualmente sono stato ritrovati sovente delli Selvani e perversi Fauni fastidiosialle donnechiamati dal volgo Incubbicioè che che se sforciano di conmetterela sozza libidine insieme colle donneet che sono ritrovati di quelli che hannohavuto il suo desideriopigliandone amorosi piaceri con esse. Et anchordice che sono alcuni altri demoniichiamati da Galli Dusiili quali di continuo con grande importunitàtentano le donne per havere lascivi piacerie sovente ne devenenoal contento delli loro bramati desideriie cotesti da noi sono dettiFolleti.

APISTIO Tipriegoseguitapur oltra.

FRONIMO Horquanto pertenne al viaggio fanno per ariacredo che anchorhabbia udito (ecceto se tu non l'haverai letto) come ne venne Abbarenella Italiasovra di una volante saetada Pythagoraper insino dallo hyperboreo tempio di Phebo.

APISTIO Neanche questo è da me nascostoconciosia che l'ho ritrovato scritto da un certophilosopho platonico.

FRONIMO Seben tu ti ramentarai queste cosefacilmente crederai le altri. Il perché tudebbi sapere qualmente comenciasse tutta quella Necyomantia di Olyssedalcerchiocioè quella arte di divinare mediante li corpi morti. E cosìfacilmente puo' conoscere non essere cosa nuova questi figmenti e fittioni difare li cerchima anzi sono antichi prestigii e false delusionile qualianchora hanno cercato di seguitare li poeti latini. Conciosia che se fingaScipione cavare con il ferro la cavata terrae tutte quelle altre cose cheseguitanoad essempio di Olysse. Quanto alli ragionamenti colle ombre o sianocolli spiritiio te dico che sono molto più antichi che fussero ritrovati da Homero.Il che facilmente quelli il posson sapereli quali conoscono fusseroritrovati li versi di Orpheo per questa cagionee conoscono come Homeroha seguitato quello non solamente in nominare Tyresiama anchora haimparato essi nomi con gran sollecitudinee con non menore osservatione. Ilperché scrive Giustino martyre come furon composti e scritti li primi versidella Iliadead essempio delli primi versi di Orpheoli quali erano intitulatidi Cerere. E così con varii riticostumiet osservationi ogniuno desiderava ecercava di haver compagniafamiliaritàe ragionamenti colli mortiper cotalmodoche dipoi era detto come quelli scendevano giù nell'inferno. Il chenarrasi intervenessi a Pythagora poilongotempo dopo Orpheo et Homeroe dicesi come vedesse ivi nello inferno l'anima di Hesiodo e di Homeroche eran tormentateper quelle cose haveano scritto delli Dei. E per questo se dice che fugrandemente honorato ereverito dalli Crotoniatiet anchora molto più perché raccontò di havere veduto esservi gravementecruciati e martoriati quelliche refiutavenodi pigliare amorosi piaceri colle sue dolcimogliere. Ma quanto a trapassare per il spazio dell'ariaio non so in che cosa dubitioveroperché tu ti maravegli. Conciosia chea me parenon importa se benemisuri le penne delli venti con una saetao con uno scannooverocon una cavra. Non se dice in qual modo fussi portato Pythagora oEmpedoclené in su uno carro da due roteo da quatroo da uno alato Pegassoo da dragonio da oloriacciò seguitasse Venereo Medeaoverofussi condotto con dui serpenti sotto il giovocome conducevano Circeocolli lioni a modo di Cybeleo colli lynciad essempio di Bacchooverofussi trasportato in alto sovra Europe e la terra Asidasecondo la consuetudine di Triptolemeoaccioché quello fussi portatolavoratore delle frutta e questo coltore della philosophiama in vero furonoamenduoi ingannati da Palladecioè dalla astutia e malitia del demonio.

APISTIO Etio mi ricordo di havere udito narrarese non me ingannodi Simone magoilquale ebbe ardimento di vuolere andare per ariaimperò in sua malhora.Conciosia chedesiderando di vuoler salire sovra l'aria e fingendo di vuolereascendere nell'alto cieloe così sendo giàportato molto in alto dalli demoniiper comandamento di Santo Pietro apostolo fu lassato venire con tantafreta giù in terra da detti malegni spiritiche rompendosi tutte l'ossa fuspente della vita.

FRONIMO Eforsi anche hai udito di non so che Ethiopili quali haveano in usanza diimpore il freno e la briglia alli dragonie dipoiseggendo sovra della loroschinavenevano in Europa. Così se dice esser narrato da Ruggeri Bacchone. Mapur creda quello vi pare il prudente e dotto lettore di questa cosaacciò tunon pensi voglia ramentare li voli di Dedaloli qualise non sono semplicemenzognesono al manco creduti come frodi et inganni del demonioet anchora iotacio in che modo sparve Apollonio Tyaneodalla presentiadi Domitiano Cesare. Oltro di ciòse tu confessi fossero appo delliantichi li spiriti incubi e succubicioè che si dimostraveno in forma e figuradi maschi e di feminedonando amorosi e lascivi piaceri in modo di ciascunosesso alli miseri mortaliper quale cagione non vòi credereche siano anchorasimili spiriti ne' nostri tempi? conciosia che cotesto se conferma con tali etanti testimonii li quali io gli rammentaròsel ti piacerà. Quantoall'unguentoio credo lo sappiperché diffusamente ne ha scritto il syroLuciano e l'africano Apulegiouno in greco e l'altro in latino. E così se haqueste cose iscritte da lui. Dunque che vuole dire così quello cophinetto equelle tante busselette e quello olio di quella donnade cui ne è fatto puoca istimanella sua conversatione? Dipoi esso medeme authore le dichiaradicendo:incontanente fu unta dell'unguentofu fatta agevole da volare. E dipoisoggionge: doppo puoco spatio di temponon doventò altro che uno corvo danotte. E così pareva a quellili quali guardavenooverofingevano di guardarefussi divenuto un corvo di notte. Io non maicredereiche veruno se potesse trasformare di una specie di creatura in unaaltrao sia per virtù de alcuno unguento overoper incanto magico. Nondimeno vuolevano quelle streghe esser veduteungersi con certi unguentiacciò apparesse a sé overo alli altri che fussero trasfigurate e converse in unaaltra figuradissimile dalla prima. E benché cotesto huomo dotto fingesse diessere trasmutatonon perhò dice fussi converso in uno uccellobenchéhavesse usato quella medeme medicina. Ma bugiardamente narra fussi tramutato inuno asino. Anchor diceche ebbe gran cordoglio quella feminadubitandoper lo errore havea fatto inpigliare la bussolettache fussi cangiato Luciano in uno asino. Il perchédimostroe non essere varia la essentia della cosama sì la imagine.Et ello con questo chiaramente il confermò e confessòche sendo divenuto asino havea retenuto la mente e l'intelletto diLucio. Et anchora non è da istimare che gli venisse in fantasia tale sonniocioè di trasmutare la formase non fussi suta chiara fama come coteste coseerano molto in usanza appo di quelle donne di Thessaliae come elle molto sedelettaveno et essercitaveno in esse. Non lo confermò anchora questoquelloplatonico Apulegioche poi lo seguitò? fingendo di essere prima ito inThessaliaavanti fingesse di esser vestito di una nuova formasendoprivo della prima? Se dritamente io referisco le parole di quello cosìdice: piglia anchora un puoco più dell'unguento e fatte etc. Et assai altrecose scrissenelle quali pare con tutti i modi quasi habbia voluto seguitare ilSamosateno: conciosia che ha fatto mentione dello Thessalico mormoriodell'oliotrasformava di una forma nell'altrae delli remedii delle rose contro di quelliincantili quali facevano ritornare l'huomo alla prima figura.

APISTIO Perqual cagione credi tu sia fatto mentione di quelle medicine di rosele qualierano in agiutorioe contra quelli incanti e frodi magice?

FRONIMO Segli e pur cosa vera e giovevole in queste medicinepenso sia preso da Aristotele. Nelle opere de cui holettoche è riposto fra le meravigliose cose come è consuetudine che muoionofacilmente li asini per lo odore delle rose. Il che sapendo Luciano e Luciofinseno di mancare dalla forma dell'asino de cui prima haveano finto essernefigurati. Overo forseegli è quivi nascosta un'altra cosa magica. Egli è da sapere come giàgrandemente erano infamate le donne di Thessalia e di Thressache facessinodelli veneficiie dell'incantiet anchora era detto che fussi condutta la lunae menata secondo le piaceva colli versi da quellee chiamate le fisse stelledel cieloil cheanchora era costume delli Sabinisicome scrive Oratioet oltro di ciòdicevasi fussero inspirate da Bacchoet erano chiamate Mimallonecioè seguacidi Bacchoportando le corna si come faceva elloet anchora erano dette Adonidee furiavano colle complicate serpe fra li thyrsi con illusioni magice et incantie prestigii. Et erano tenute in tanto honore e venerationeche vuolsi intrarenella compagnia di quelle la reinaOlympia madre del grande Alessandro. Io istimo forse che quelle cosepaiono bugiepuotrebbeno haver preso prencipio da qualche similitudine e coloredel vero. Pare anchor cosapiù probabile che havessono qualche accrescimento da detti prodigii emeravigliose opere de' demoniinonsenza qualche vero fondamento della vera historiacolorato et adombrato con molte vanitati e fittioniche dalli sonnii:siccome è scritto da Synesioil quale vuoleva havessono havuto le favole antedittee così li altrida essi sonnii. E certamente non sarebbe stato alcunotanto brammoso di volgare e manifestare quelle cose che fussero havute e vedutene sonniisicome vedute fuoridel sonniocolle quali fussero tanto tirati e sforzati l'huomini dimeravigliarsi. O quanto sono li veneficiimaleficiiet incantationi ramentateiscrittee narrate così dalli Grecicome dalli Latini. Per ciò da Vergilioè detto di quella antistite e sacerdotessa della stirpe de' Massillila qualeprometteva di sciore le menti delli huomeni colli versicioè di farli fare sicome le piacevaet di fare fermare l'acqua ne' fiumidi fare ritornare adietro li pianetie di chiamareet fare venire a sé le notturne Manicioèli spiriti della notte. Anchora per questo se narrano le medicine et incanti diCircedi Medeadi Canidiae quelle altre generationi di veleni le qualiconducono l'huomeni al pazzesco amorechiamate da Theocrito siciliano philtredi Simethae così da lui scrittelo quale seguitò Marone ne' suoi versi. Puòesser che doviamo pensare che siano tutte queste cose fintesenza verunfondamento? Vero è che mi ramento d'haver letto nel Plutarcho quella favolacon grande ingenio e sagacità ritrovatadi Aganice di Thessaliala qualenarra come conduceva a sua voglia la luna. Ma così era la veritàche quellaconoscendo la cagione che la luna hora era ritondahora cornutaet hora più non se vedeva per la interpositione della ombra dellaterra fra essa et il Solecon finte parole e con assai persuasionidava adintendere alle donne di Thessaliale quali non intendevano simile cosacome leconduceva in quel tempo la luna in terra sicome le piaceva. E così diconohavessero principio l'altri favole da simili finte opereoveroda grande astutia e saggacità. Il perché fu uno greco chiamatoPalephatose ben mi ricordoil quale se sforzò di dimostrare con grandeingegno in che modo havessono la maggiore parte delle favole fermofondamento dalla historiaet anchora sforzosi di dimostrare come di poi fussero suto sovente ampiatein maggiore cose esse favole fondate sovra di essa verità dalla falsafama del rozzo vuolgo. E così credo io scrivesse Vergilioquel verso:

 

La dotta carta teste è di Palephato.

 

Veramente egli è molto chiaro qualmente o che l'huomeni erano tramutaticolli incanti e veneficii in diverse figuresia come bugiardamente et anchorascioccamente parlaveno alcuniovero che apparevono così. Il perché pare non se ne possinegare senza qualche stoltitia che almanco quelli non paressono a se o ad altriessere simile cosa. Non ti raccordi di quello che tanto chiaramente se dicedelle figliuole di Preto? cioè che impirno con falsi mugiti e voci di animalili campi? et haver havuto paura dello aratroet anchora haver cerco le cornanella leggiere fronte? Così è narrata cotesta favola: come furono trefigliuole di Pretole qualisendogià nel fiore della gioventù e conoscendole esser bellissimeintrandonel Tempio di Giunonespreggiarno la Dea Giunoneriputandosi esser più belledi quella: per il che adirata la Dea vi misse tale follia in esseche le parevafussero divenute in forma di vaccheil perché havendo paura di portare econducere lo aratrofuggirono nelle selve. Così narra Vergiliocon iltestimonio di HomeromaOvidio dice inaltro modocioè che così divennene nel furore e pazziache gli pareva diesser doventate vacchenella Isola di Cheaperché haveano consentito a quellihaveano furato alcuni animali dell'armento di Hercole. Le qualidipoifuronoredutte a séet vi fu illuminata la fantasia da Melamposicome fu Lucio conla rosama dicono alcuni altriche furono sanatee ritornate alla primafigura da Esculapio; siacome si vogliacosì egli è narrato variamente. Vero è o che intrassino insimili furie e pazzieo fussi per irao per opera del Demoniooveroper qualche corporale infirmitàritrovò l'antichità a quellegiovevoli e diversi rimedii. Ma tu debbe sapere come hebbero li Demoniivarii e diversi modiet anchora continuide ingannare li huomeniinquelli tempinelli quali tenevano lo imperio quasi di tutto il mondoe nonsolamente per li sacerdotiet antistiti delli Tempiie per li oracoli eresposte delli idoli et imaginima anchora ingannaveno per mezzo de alcunedonniciuole inspirate dal falso Pithia et fraudolente Apolline. E così percotesti modi conducevano gli huomeni a stare stupefatti e maravegliosi delleloro operationi et inviluppavono quelli nelle precipitanti rovine dellesceleritadesotto colore della sagrata religione. E perciò pigliavono varieforme e diverse figure. Così se può vedere e considerare Protheo figliuolodell'Oceano appo de quasi tutti i poetilo quale se demostrò in forma di variisimulacri e figuresicome dice Vergilio con lo testimonio di Homerocioè che subito fu fatto horrendoporco e furiosa Tigresquammoso dragoneet una lionessa con la fulvantee gialda cervicee molte altre cose ramentano a luiche lasso per brevità.Dimostra anchora Philostrato con alquanti dialoggiqualmente appareveno quellieccellenti Baroniche furono occisi ad Ilioal Vinitore. Così anche siramenta in che modo apparesse ad Apollonio Tianeo una fantasma overoapparente figura della Empusacioè di una certa generatione di Larveosia spaventevole imagine avvotataa Dianache vanosicome se fingecon uno piedee convertonse in variefigureet alcuna voltaincontinente che si sono rappresentatesparenoe più non se vedono. Anchoradicesi come havesse conversatione una Larvao sia Lamiasotto colore dihonorevole matrimoniocon Menippo Cinicoma non già con quelloil qualeseguitò Varrone nelle Satire. Conciosia che quello Licio è molto più antico di cotesto altro Menippo. Benché soche tu intendi quello significa Larvapur anche io il voglio ramentare perparere di saperloet anchora per ramentarlose così horahora non te occorresi. Sono Larve nuocevoli ombre dello infernoovero ispaventevole scontro della nottee le Lamie eranochiamate alcune imagini e spiriti molti brammosi de lascivi amori e sozzipiaceriet anche grandemente desideraveno di mangiare l'humana carne. Vedi moche favole erano coteste. Pur dimmi Apistio mionon paiono a te coteste coseche havemo narrato disopra molto simili a quelle delli quali longamente dicesidelle malvagie streghe della nostra etade?

APISTIO Inverità a me paiono quasi simili. Il perché hora occorrono a me quelle parole dell'antica favolacioèLarvaLamiaet incubi con quello verso di Ausonio:

 

Nota è la strega in cune de fanciulli

con quella donnesca sceleragine".

 

FRONIMO Hor più oltreramentiamo pur dell'altrecoseacciò se possa donare egual giudicio e giustosenza punto di menzogna.Credo che tu sappi qualmentesono scritti infiniti versi delli veneficii et incantidelli liquori ebevandedelli pharmaci e medicineet anchor sono cantate favolesche vocie le nenie marsicecioèle favole de' Marsi. Ma tu debbe sapere come sono iscritte e cantate con unacerta metaphora e similitudine quelle cose che così se leggonocioè che l'huomenili quali remigavenogrunisceno colli porci per le donnesche lusinghee chebruggiasse Hercole sendo unto con il sangue di Nesae che fussero instillati liamori colli veleni di Colchoconciosia che chiaramente se conosce fussero significate e manifestate lescelerate compagnie e prophani modi della sozza e nefanda libidinecoll'antidette osservationi e canti. Vero è che voglio tu intendacome nonerano imperò detti incanti né anchora dette representationi sofficienti dispaventare verunoma solamente pigliaveno e paventaveno quelli che vuolevano.Il perché narra Homero qualmenteOlisse assaltò Circe incantatricenon con il dolce basoma sì con l'agutocoltello. Il qualecosì come non fu preso dal cieco amorecosì anchornon fu inviluppato dalli incantamenti. Li quali non nuoceno senza malegnasottilità delli demonii. Legano quelli che vuoleno; et accioché vuoleno usanovarie arti e diversi modi. Pigliano il rozzo volgo con la sozza libidineecolli dilettevoli et lascivi piacerie tirano a sé quelli che sono dediti allavita civile colle ricchezze e con la dovitiae pur anchoraltri ne conducono a suoi votibenché puochicon le promissioni e conla esca della gloria e dell'honoricioè quelli che se sono dati alli studiidella philosophia. Ma quanto pertene alli convitiattendi ben: se diròcomequelli in parte sono veri et in parte imaginationi et illusioninon però saròdiscosto né disconvenevole dalli antichi scrittori. Conciosia che ritroviamoiscritto da Herodoto della Mensa del Solee da Solino essere istimata quellauna cosa divina. Così ritroviamo nella Vita di Apollonio Tianeoilconvito della sposa di quellola quale era riputata una dell'antidette Lamie odelle Larve o delle Lemuree leggiamo ivicome sparbino li vasi parevano dioro e di ariento che erano su la mensa. Et in cotal modo apparevano i demoniiall'huomeni sotto varie imagini e figurechiamate da Philostrato EmpuseeLamiee Mormolichieo siano Larve. Già puoco avanti havemo dechiarato checosa siano cotesti spiriti et ombre. Ma quanto alle Lamieritroviamo in Esaiapropheta il luogo delle Lamiedove fa mentione del scontro delli demoniisucubicioè de quelli che se dimostrano all'huomeni in figura difemmine e così dano lascivipiaceri alli maschiet istimano costoro che siano le Lamie di humana effigia dal mezzo in sùe dal mezzo in giù dicono comerapresentano una certa bestiale figura. Alcuni Hebrei altrimenti scrivenodicendo come se intende per le Lamie alcune ombre e spiriti furiosibenché siafatta mentione nelli Treni di Geremia propheta delle mammeoveropopedella Lamia. Ma altri istimano sia derivato cotesto nome dal laniaree spaccareet alquanti dalla lamache vuol dire voragineoispaventevole profondità. E de quindi credono sia derivato quel detto diHoratio:

 

Ne traggi il fanciul vivo de pasciuta

Lamiadel ventre.

 

Anchor narrasifussero già condutti nel spettacolo da Probo Cesare molte Lamie. In qual modo efigura fussi quella che ingannò Menipponon si può facilmente così da altroluogo conoscere quanto da Philostrato. Il quale narra come fu ingannato essoCinico da quella Lamiaquando ella fingeva di pigliarlo per marito e dipigliare amorosi piaceri con quello. Parimente io istimo fussi uccellato eschernito Apollonioquando era pregato da quella non se incrodelisse nellitormenti. Così era ingannatoperché istimava essere le Lamie molto facile adovere amare l'huomenie dipoi pensava che grandemente brammassino di havereamorosi piaceri con essie non manco dipoi credeva che mangiassino le carnihumane. Mail mio Apistioio te chiarisco qualmente non sono tirati i demoniidalle brammose voglie de amorosi piaceriné condutti da desideriilibidinosima sono condutti dalla malgradevole invidia a dimostrare cotestecoseacciò rovinino e mandano nel precipitio delli peccati l'humanagenerationeet al fine la conducano nella infernale dannationedove essi sonoconfinati in perpetuo. Et acciò ben intendiinfiammano cotesti sceleratispiriti li miseri mortalicioè quelli imperò che si lassino ingannareconuna certa fiamma occoltama non sono essi infiammati da quelliil ché inteseil poeta Vergilio quando disse: Inspira in essi uno occolto fuogo. Conciosiache mi arricordo che fu narrato dalla stregache quando se appresentava ildemonio alli sentimenti suoi in diverse e varie formehavea in usanza diconoscerlo e di discernerlodalli veri animali delli quali ello havea pigliato la formain questomodo: le pareva che vi intrasse nel petto un certo calore et una certa fiammaper la quale era certificata come quello era il demonio. Anchora narravaqualmente era apparechiata alla spreveduta una fiamma di fuocosicome leparevanel giuoco dove convenivano tutti avanti la Donnao sia avanti delDemonio che se presenta in forma di ornatissima Reinacon la quale fiamma diceva che incontinente se coccevano le carni semagnonosendole mostrate ad essa fiamma. Non brammano li demoniiil sangue humanoanchor desideranole carni per mangiarema il tutto operano e procacciano acciò conduchinol'anime e corpi delli miseri mortali nelli sempiterni tormenti. La qual cosa ioso che egreggiamente intenderaiquando udirai parlare Dicasto. Il qualese benvedo e non me inganna l'occhio per il longo spatioa me pare già sia alle mania combattere con lastrega.

APISTIO BenbenFronimo. Tu me hai giunto. Benché a me paresse di disputare con uno degnoe nobile cavaliereperché io te vedo vestito con quelle civili et egreggievestimente e cinto di una molto ornata spatama non credevo già di disputarecon uno che intendesse tanto eccellentemente li nascosti sentimenti delli poetihistoriciphilosophietanchora delli christiani theologi. Il perchéconoscendo io la tua sufficientiati priego vogli tuper tal modo adaptare incotesta parte che ci resta del viaggioche puossi seguitare il già comenciatoragionamento; et anchor puossidimostrare dell'altre cosecon il secondo dittosicome già hai fatto quelleprime con il primosicome se suole dire: cioè con tanta facondiasottilitàe dechiaratione che possono intrare in me ben digestee dechiaratesicome l'havesse io ben poi mastigate. Hor non perdiamotempoma te priego seguitala già comenciata disputatione.

FRONIMO Sarebbebisogno di molto più dotto di meet anchor sarebbe necessario di non puoco e breve viaggioma di longoriposo in dovere satisfare alle tue humanissime petitioni. Nondimeno purmi sforzarò di satisfare a te quanto potrò. Certamente sarebbe vile e privo diogni civilitàse io non essaudisse le gratiose et anchor honeste addimande di colui de cui ho già conosciuto perle sue resposte che grandemente desidera e bramma de intendere la verità.Dunque seguirò la già comenciata disputationee ramentarò quelle cose paionosiano accomodate a quello avanti dicevamoquanto imperò ci concederà il brevespatio del viaggio. Già havemo detto molte cose et horavoglio rispondere a quello tu dicesticioè che pare non se accozzano lestreghe insieme nel narrare le cose fatte ad esse dal demonio e pare non seconvieneno in referire quelle cose del loro scelerato giuocoma che una dice inun modo e l'altra in altro modo. Io ti rispondo che cotesto può intervenire odalla paura o da mancamenti di memoria: perché communamente sono grosse deingegno e contadine della villa. Anchorse può cagionare et incolpare la malitia del demonioil qual ingannama non tutto in un medemo modo. E questo facilmente se può conoscerenell'antichi prestigii et illusioni. Conciosia che egli è altra generatione deincantationi nello Eussinoaltra nella regione tauricaet altra maniera nella Italia. E se ben consideraraiconoscerai non esser simile totalmente quella Pharmaceutria diTheocrito a quella de cui parla Vergiliocioè non è simile l'arte deveneficii et incantamenti una con altra. Anchor pare intervenisse il simile nelli oracoli e responsioni.Perché altre erano le resposte date per le femine inspirate dalli malegnidemoniiet altre erano quelle havute per le aperture e voragini dellaterraet altre anchora quelle che erano pigliate dall'huomeni per li sonniinelli tempii. Il perché alcuni dormivano nel tempio di Pasipheae li medicicalabresi anchora essi haveano consuetudinecon li Daunidi riposarsi appo delsepolcro di Podalirioil quale Podalirio fu figliuolo di Esculapioe fu eccellente medico. Anchora è manifesto comesolevano giacere assai persone nel tempio di Esculapio.Il che non solamente fu osservato nelli tempi heroicima anchora perinsino alla età di Antoninode cui racconta Herodiano che andò a Pergamo perl'antidetta cagione. Anchora leggiamo qualmente havevano consuetudine li oracolidi dare responsioni per il mezzo di intiere statueet anchora per mezze statuee mediante anchora le colombeo fussero quelle veri augellio fussero feminedi simile nome non lo soma ben so per detti modi revelaveno le cose occolte etannontiaveno quelle doveano venire. Anchora assai auttori narrano come eranofatte simili cose nella India per il mezzo dell'alberiet in Dodonesicomeraccontò Alessandro Magno. Erano anchora altrili qualisubitamenteintrandoli sopra un certo furorenarraveno maravigliose cose. E cosìritrovavonsi cotesti et altri milli modie diversi l'uno dall'altrodarevelare li secreti et annonciare le cose da venire. E come erano diverse speciee generationi dell'auguriie diversi li modi del scelerato rito da manifestarele cose occolte e da annontiare le cose doveano venirecosì erano diversi isacrificiicolli quali sagrificavenoe anchora diversi i modi di esso scelestoprophano et essecrando sagrificio. Anchora erano diversi li incantamenti delliantichie non manco sono varii nella nostra etàe non manco sono fatti conaltri scelerati costumi e modiche solevano fare quelli antichi Romani. Sononarrate alcune cose dall'antico Catone nelli libri Della agricoltura ditanta sciocchezzache retrovansi puochi le possono leggere senza gran riso etischerno. Nondimeno furono imperò iscritte da uno huomo Romanoil quale fucensore e triomphatore. Ma quanto al motocioè in che modo siano portate daldemonioe quanto al luogo dove sono fermatetu non ti debbi meravegliare.Conciosia che quella cosa che è con il suo ingegno bugiardafallaceetingannatriceegli è quella sovente de più modi e di varia naturama quellache è verace se accosta alla semplicità. E cotesto è facile da vedere inquelle cose che havemo ramentateenon manco anchora se può conoscere nelli figmenti e favole de poeticome sonofra se varii et anchor contrarii.Et anche spesse volte questo se ritrova nelle narrate historie:il perché sovente se ritrova una cosa scritta in duoi e tre modiet anchor qualche volta in piùuno contrario all'altro; e se purnon serano contrariial manco seranno diversi e varii. Il simile intervieneanche nelle oppenioni de' philosophi e nelle responsioni delli saviiiureconsoltie dottori delle leggi così pontificali come imperialiconciosiache se ritrovano varie oppenioni circa una medema cosa. Ma non mai imperò seritrova questa cosa nelle scritture de' theologgieccetto che in quelle cose lequali sono communi così alli poeticome alli philosophi. Ma in quelle coselequali propriamente pertengono ad essi theologgicioè nelli commandamenti deIddioe così nell'altre cose che pertengono alla fede catholica et allicostumiche sono necessarii alla salute nostranon vi si ritrova verunadissensionema sono da tutti narrati e dechiarati con grande concordiae consonantiaet in uno medesimo modo. Vero è che'l demoniomalegnoamico della dissensionecosì come è bugiardo et ingannatorecosì è vario eversipelleacciò dica meglio: il quale vocabolosegondo li studiosidella lingua latinaè cavato fuori da quelle favole delle quali già avantiparlassimoper il cui inganno dicevansi esser trasmutati l'huomeni nelli lupi.E così come ingannava PithagoraEmpedocleApollonioe l'altri antichiphilosophidi simile generationecon il colore della dottrina(il perchéusava cotesti laciuolie cotesti modicolli quali facilmente ve li puotevatenere ligati) e così come anchora già tirava a sé le donneciuole con ilmangiarebevereimbriagaree con li lascivi e carnali piacericosì anche horatira similmente a sé l'huomiciuoli e donniciuole con simili piacerili quaicome chiaramente se vedefurono sprezzati da molti philosophi. Maquelli philosophi conduceva con molti modi a farsi adorarecioè o con ilcolore della sapientia overocon la superstitione della falsa religione. Conciosia che per havere e'gradi della cognitione e per ottenere la dottrinafacevano essi orationi elaudevoli hinni alli oracoli overoalli tempii delli falsi Dei. Per le quali cose gli pareva de impetrare lacognitione delle cose che doveano venireet anchor parevali di ottenire di essere portati per aria indiversi luoghi. E così sendofatte queste cose con lo agiuto del demonioquelli lo atribuivano ad unacerta cosa divinache pareva fussi ne' detti huomeni. In che modo altramentehaverebbono possuto vedere li discepoli di Pithagora esso suo precettoredisputare hora nelTaurominio di Siciliaet horanel Metapontoin così puoco spatio di tempo? Per quale via sarebbecaminato per aria Empedocleet anchora in che modo così presto sovra della saetasarebbe corso Abareper il ché fu chiamato Atrobate? Colui grandemente se ingannachi credeche Apollonio conoscesse assai delle cose doveano venireet che lui comandassealli demonii et quelli l'ubbidiscenoper paura havessero di lui. Fengeva il demonio astuto e malvagio di esseremartoriato da lui et anchora di essere sforzatoacciochésendoquello inescato sotto colore della finta divinitàdipoi più fortementese accostasse all'altre cose e totalmente rovinasse nelli peccati. Il chefacilmentes'el ti piaceil puotrai conoscere dal fine che seguitava. Sforzosidi fare uccidere primieramente Pithagora nella seditionee dipoi di farlotagliare in pezzi. Amazzò Empedocle nel vergognoso lettolo quale haveacondutto a tanta sciocchezza che credeva di havere ottenuto la divinità. Ilperché ei diceva alli compagni qualmente se dovevano allegrareconciosia chenon sarebbe più huomo mortalema doventarebbe Dio immortale. Imperò cosiscrisse quello in grecoma io lo voglio ramentare in volgare: remanetivi inpaceconciosia che io sono a voi Dio immortale e non più mortale. O chemorisse con questa morteoverodi quella de cui scrisse Democrito Troegenioquando diceva qualmenteello pendevaovero seera attaccatoad uno cornale con uno lacciuolo al colloegli è da pensareche'l passassi di cotesta vita per instigatione et per persuasione del demonio.Anchora non si contentoe di quello inganno et illusionema anche diceva come giàera passata l'anima sua per diversi corpicon queste parole grecele qualevolgarmente le dirò così: Già io fu una fanciullaet un fanciullo. Ecosì al fine fu condutto alla morte colle voci delli demoniie con ilspiandore delle fiaccolesicome racconta Heraclide. Forsi anchora ne condussiApollonio nel sempiterno supplitio con l'anima insieme con il corpo (la qualemorte non pare che sia indegna alli maghi et incantatori) conciosia chevariamente egli è narrata la morte di esso: perché sono alcuni che dicono comemorì in Ephesoaltri scriveno che morì in Cretaet alquanti altri vuolenomancasse in Rhodo. Vero è che non era in piedi il vodosepolcro di quello ne' tempi di Philostratobenché fussi adorato ereverito per dio da alcuni stolti e pazzi. Il quale scelerato costumesicomel'altri frodi del demoniomancò et hebbe fine fra puoco spatio di tempo. Cosìanchora poi lo avenimento di messer Giesù Christovero Imperadoredi tutto il mondomancarono tutti li oracolirespostee domesticiragionamenti delli idoli et delli falsi Dei: nelli quali era inviluppato estrettamente legato quasi tutto il mondo. E così quelloil quale apertamente epublicamente davaresposte per li oracoliper li idolie per li altri modihorascioccamente parla per le oscure cavernedesiderando li lascivi ecarnali piacerili quali horasono vergognosiche allhora alle genti erano gloriosi. Il perché fuscritto quel parlare:

 

DignateAnchisadel Paphio coniugio.

 

E non solamente furono quelli lascivi piaceri gloriosi e di grandereputatione ne' tempi heroicima anchor nella età di Alessandro e di Scipione: alli quali fuattribuito cotesta gloriache erano istimati da molti figlioli di Giove. Equesto molto maggiormente è manifesto per le historieche io possa con ogni diligentia raccontarecioè che era creduto che ildemonio che se faceva chiamare Giove in figura di serpente havesse havutoamorosi piaceri con la madre di Scipionee con Olympia mogliere del re Philippo.Et erano in tanta oscurità di mente che credevono fussi Giove dio. E così incotesti e simili modi tirava ne' peccati quelli che erano lascivilibidinosiecarnalimeschiandoli imperò anchora qualche colore di superstitione. Anchorcosì inescava quelli li quali desideraveno e brammaveno la gloria eteccellentia delli honori mondanili quali sendofra li mortali et havendo pronontiati le cose da venire per laconversatione e familiarità continua haveano havuto colli demonianchora similmente dopo la morte pronosticaveno. Il perché favolescamentenarrassi di Orpheocome sendovivo fu riputato profetaet dipoi sendo mortose dice come dava anchorresposte. E dicesse anchorqualmentesendoli tagliato il capo dalle donne di Thraciaandò essocapo nel Leibonoet ivi habitòin una spaventevole ruppevaticinando e dando responsioni per lispiracoli et aperture della terra. Portaveno anchora in volta li oracoli diAmphiarai e di Amphilocho vati e divinatorisendoanche egli viviet il simile fecero doppo la morte. Il che forsigrandemente desiderò Empedoclequando vuolsi esser riputato dio immortale.Favolosamente anchor raccontanocome essercitaveno la militia e la guerra li reggi dopo la mortee facevanobattagliae combattevanoet che andaveno a cacciare li animali e l'uccellietcavalcavanosicome narraveno di Rheso re di Traciache cavalcava in Rhodope.Oltra di ciò dicevanocome non solamente se eccitavano et se rappresentavenole anime de quellicon l'opra delli cerchii e delli sagrificii ramentatida Homeromaanchora spontaneamentee con alcuni pattiin quel modosicome scrivePhilostratose appresentassi Achille al Tianeo et al vinitore Protesilaocoll'altri capitanii fecerobattaglia con Priamo. Vero è che la facciai voltii costumie li attiegesti de quelliperché sono di altra manierae molto diversie varii daquelliche sono iscritti da Homeroe perché sono anchordissimili da quelli che narrano l'historie di Darete phrigio e di Dittocretese te insegnano quanto siano li inganni delli demoniie le bugieche hanno posto nella cognitioneet anchorti dimostrano li nocevoli deliramenti e pazzie meschiate colli buonicostumi. Perilchése il demonio ha uccellato e beffatoet ingannato perquesti modi quegli li quali se istimaveno savii e dotticredendo le cosecontrarie e totalmente dalla ragione discostequale è la cagione che tantograndemente tu ti maravegli di udire e di vedere molte cose variediversesciocchee pazzee contrarie l'una dell'altranelle streghe de nostri tempi?Ma anzi maggiormente tu ti debbi meravigliare di quella eccellente sapientia epossanza di Christola quale talmente ha operatoche quello havea persuadutoil demonio malegno e perversoinanti lo avenimento di essoa tanti reggioratorie philosophi delle gentisicome cosa eccellente e molto meravigliosa edegna d'ogni sapientiahoraa pena il possa persuadere ad alcuni huomiciuoli e donnicciuolecioèche lo adoranolo reverisconol'honoranoe faciono quelle cose che glicomandae così per questo modo tu ti debbe maravegliareche quelloche giàera fatto publicamente intutto il mondoet fra tutte le generationisicome cosa honorevole e gloriosache hora sia fattanelli piccioli e stretti cantoni da puochi secretamente e con ignominia e vergogna. Ma voglio che tu benconsideri una cosa de divina gloriafra le altricioè che gli è tanto sodofermoe stabile il fondamento della triomphante fede de Christoche non vuoleil demonio perverso e malegno vi vadino alle sue scelerate congregationi eradunamentiné anchora vuole che conversino con lui le streghese prima nonrenegano la santissima fede di Christo e spreggiano li sagramenti dellasagrosanta Romana Chiesae conculcano colli piedi la consegrata hostia.E cosìin questo modocomanda quello scelerato nemico de Iddio achiunque vuole entrare nella sua profanamaledettae perfida compagniacheabbandoninospreggino et ischerniscano la nostra santissima religionechristianaimperò non si può accozzare né convenire insieme la bugia efalsità con la veritàné le tenebre et oscurità con la lucené anchorla superstitione con la religione. Io credoil mio Apistioche hormaitu ti sia assai certificato e chiaritocosì pian pian camminandodi quello decui havemo conferito e disputatoet anchor di quello del quale mi addomandasti. Dehper tua fedevedivedi colà la stregache è a grandi ragionamenti con il dotto Dicastonel portico avanti del sagrato tempio.

APISTIO Dio vi salvi.

DICASTO Siatee ben venuti. Che cosa ci è di nuovoil nostro Apistio?

APISTIO Loaddimandamo a te. Conciosia che Fronimo nostro et io siamo venuti quiacciòudiamo narrare le cose dell'altro mondoalla stregache è avanti di te; imperòs'el ti piace.

STREGA Heimèdove son giunta?

DICASTO Nonhaver paura. Ma sta pur di buona vogliae parla senza verun pavento. E nondubitare di meconciosia che io ti servarò quanto ti ho promessocioè chenon serai martoriatase liberamente manifestarai tutte le tue malvagie operele quali non possono più esser nascosteperché già ho li testimonii come tusei in detto errore e peccato; et anchortu l'hai confessatosicome io grandemente desideravo.

STREGA Dehheimè. Già l'ho detto. Per quale cagione donque mi tormentati di volerloanchora un'altra volta horaintendere?

DICASTO Perchéè bisogno di ritornarlo a confessarenon solamente inanti di duoi over di tretestimoniima anchora avanti di piùet al fine anche davanti di tutto ilpopolose desideri di schifare la pena tassata dalle leggie a voi che seti diquesta maledetta compagniaper tanti sacrilegii e tante scelerate opere che voifatte. Vero è che già hai a me promesso di fare tutto quello che ti comandarò;et io te ho promessoservando tu le promissioni antidettedi non consignartinelle mani del giudiceil quale incontanente ti farebbe brugiarecosì sendolicomandato dalle leggie. Hora non ti comando altroeccetto che tu ramentiun'altra volta quelle cose che tu hai fatto colli demoniinel giuocoo sia nel corsocome se dice volgarmente.

STREGA Omaladetto giuoco. O giuoco infelice per me. O mala sorte mia.

DICASTO Nonbisognano hora lagrimenon piantiné anche gridi.

STREGA Dehper quella humanità et gentilezza che in voi se ritrovapriegovi non mivogliate per hora piùdarmi fastidio. Ma siati contenti di concedermi un puoco spatio di tempo et unpuoco di riposotanto che mi ramenti il tuttoe così dipoi vi narrarò ognicosa che ho fatto.

DICASTO Piacendovigli concederò quello che le piace et addimanda. Conciosia che poi raccontaràil tutto con megliore animo e con più agevole vocese espettaremo ad intrarenelli ragionamenti per insino a domane. Dove haverò molto a piaceres'el nonvi serà gravevi ritroviati presenti.

APISTIO Nonparvi grave a quelli huomeni desiderosi di dottrina di partirsede' suoi paesiet andar per insino a Gnosocittà di Cretaallaspelunca e tempio di Gioveper udire le leggi vane e di puoco momento diMinosse e di Licurgoeserà a me dunque fastidio di caminareun miglioacciò impari quelle cose le qualise non sono verealmancopaiono verisimili per la disputatione di Fronimo?

FRONIMO Horami rallegro moltoperché ti vedo tanto istimarenon mema la veritàe pur anchora se ben non l'hai certatu fai almanco conto della similitudine diessa. Il perché non serà anchora me gravedi ritornare qui dal nostro castelloper essercitio delcorpo.

DICASTO Cosìdunque retornareti da noiet io ve aspettarò con gran disio. Andati dunque inpace. E tuguardiano della carcereritorna cola stregae tustregapensaben il tuttoacciò il possi ordinatamente e senza veruna bugia narrare.


 

ILSECONDO LIBRO

DELDIALOGO DETTO STREGA

 

delsignore

GiovanfrancescoPico dalla Mirandola & c.

volgariggiatodal ven. P. F. Leandro delli Alberti

bolognese.

 

 

Lepersone ragionano.

DicastoApistioStregaFronimo.

 

 

DICASTO Osiatte e' ben venuti. A tempo seti giunticonciosia che horahora serà condutto fuori della pregione la stregae serà menata avantidi noi.

APISTIO Eccoeccoche è menata legata.

STREGA Eimèeimè. In questo modo serva si le promissioni? Per qual cagione vuoletimartoriare quella che già ha confessato?

APISTIO Dehbuona donnanon è stato portato qui veruna cosa da tormentarti. Vero è cheFronimo et io siamo venuti qui solamente per vederti et udirtiet anchorper aiutarti quanto potremo.

FRONIMO Inveritàcosì è come ha detto Apistio.

STREGA Dehquanto gravemente mi martoriano coteste manette di ferro e cotesti nodi e groppidelle legature. Dehche io ho pauranon mi siendati maggiori tormenti.

FRONIMOTi priegoDicastocomanda che siasciolta.

DICASTO Ioson contento. O cavalieresu prestosciogliela.

STREGA Hormaicominciarò un poco di ripigliar li spiriti.

DICASTO Stapur di buona vogliaperché ti prometto di non mancare in veruna cosa di quelloche ti ho promessopur che tu serva le promissioni di dire il verosenzabugiae di narrare ogni cosa a punto di quello serai interrogata. Sichéracconta il tutto interamente.

STREGA Viprometto di servare quello che vi ho promesso liberamente senza alcuna menzogna.

DICASTO Dunquecomencia di narrare quelle cose le quali l'altro giornoet anchora hieri su iltardoa me solo confessastiscrivendole il notaio.

STREGA Sevoi le ramentarete e le reducerete a memoria colle vostre interrogationiresponderòcon quel ordine che voreti.

DICASTO AddimandativoiApistio e Fronimo. Son contento la posseti interrogareconciosia che hoggisarà vostro questo spettacolo e cotesta impresa. Ma egli è ben vero che voglioesservi presente acciò la ammoniscase uscisse fuori della carreggiata (sicomesi suole dire)che ritorni alla via drita.

APISTIO Horsustregadimmi: andasti mai al giuoco di Dianaoverodi Herodiade?

STREGA Sìsono bene andata al giuocoma che'l sia o di Dianao di Herodiade non il so.Conciosia che più non ho udito ramentare quelli giuochi.

FRONIMO Giàte dissi hieriApistiocome il demonio ingannava l'huomeni in diversi modi. Ilperché in quel temponel quale era adorata Diana dalle genti et era molto honoratoe glorioso il nome di quella per il mondopareva una eccellente cosa dipotervi essere annoverato fra le compagne di essa Diana. Benché imperò fosserodette vergininondimeno erano chiamate Nimphecioè sposee così le piacevadi essere addimandate sposema maggiormente le aggradiva lo effetto et opraben che non fusse cercata con legitimorito e costume. Conciosia che erano ivi continui stupri ed adulterii. Peril che scrive Homeronelli suoi versi sovente quella volgata sententia: Nella meschiataamicitia. Imperò favolescamente dicanocome li Dei falsioveroquelli antichi baroniebbero amorosi piaceri con la compagnia di Dianaoverodi un'altra Nimpha o di Napeao di Oreade o di Driade. Fengevano esser le Napeele Dee delle selvedelli colli e monticellie delli fiorisicomedicevano essere le Oreade Nimphe delli montie le Driade Nimphe delli alberi.Anchora credevano li gentili et il rozzo volgoche fussero inamorate le Nimphemarine e delli fiumi. E così sovente leggerai di Cirene e di Leucotheafintadall'antichi esser la dea Matutacioè l'aurorachiamata dea matina perchéera sovrastante al tempo matutino. Et anchor ritrovarai scritto di Cimodecenecioè di quella dea laquale faceva acquetare le onde marineschesecondo le loro favolee non mancovederai iscritto molte cose dell'altre finte dee o del mare o delli fiumi. Eperché gli pareva essere molto più sicuro di conversare per li monti chesommergersi nell'onde de l'acqueet anchor pareva esser cosa più aggradevole di intromettersi nellecacciagioni di Diana cheinvilupparsi nelli procellosi fluti di Tritono e nelle onde marinescheimperòmaggiormente se delettarono nel giuoco di Dianae ne balli e salti di quellasicome cose più aggradevoligiocondee piacevoli. Anchora tirò dapoi moltialtri con lusinghevoli modi sotto la figura di Herodiade idumeala qualegrandemente se delettava nelli solazzevoli e trastulevoli balli.

DICASTO Credoche tu sappi qualmente n'è fatta mentione di cotesto giuoco di Diana over diHerodiade nelle leggi e decreti de Ponteficidove si ramentano le leggi furonoconfermate per il Concilio nel qual fu fatto quello statutoche si dovesseroscacciare le maghe et incantatrici.

FRONIMO Dehper toa fededimmiDicasto: istimi tu essere cotesto quel medemo giuoco de cui n'è fattomemoria ivi?

DICASTO Iote diròil mio Fronimo. Sono varie oppenioni di questa cosaconciosia chesono alcuni che dicono de sì et sono altri che vuoleno sia una nova heresia.

FRONIMO Diròla mia fantasia. Io credo che quello in parte sia antico et in parte nuovo: cioènuovo quanto alle nuove superstitioni e cerimonie ivi horase fannosicome tu dicestiparlando da philosophoch'el fussi anticoquanto alla essentia et nuovo quanto alli accidenti.

DICASTO BenbenFronimocertamente tu hai imaginato una eccellente distintionecon laquale assai cose se scioranno che hanno dependentia da quel luogoda cui hannopigliato alcuni grande occasione di erroreistimando che coteste donnuzze sianosempre portate al giuoco solamente con la fantasiae non con il corpo.

APISTIO Dunque tu istimi che le streghe sianosempre trasferite e portate al giuoco con il corpo?

DICASTO Nonson già di questa oppenione che sempre siano portate colà al giuoco con ilcorpoperché alcuna volta sono sute ritrovate per cotale modo accostate sovra di un travocon tanto profondo sonno che non sentivano cosa alcunabenché fusserofortemente bussate; et elle dipoi credevono di esser state portate al giuoco enondimeno erano ivi. Anchora altre volte sono state vedute fra le gambe dealcunee fra le coscieesservi delle scope serate con tanta fermezza che nonse puotevano cavare fuori da quelle che dormivano; colle quale cose credevanoesse di essere portate al giuoco.

APISTIO Perqual cagione pensi tu occorra questoche sovente sono portate al giuoco e conil corpo e con l'animaet altre voltepur credendo di esser portate in quelmodosolamente sono ivi presente con la fantasia et imaginatione.

DICASTO Egliè alcuna volta prestigio del demonioovero falsa demostratione et una astuta delusioneet altrevolte è secondo che vogliono le streghe. I mi ricordo di havere letto nellilibri di frate Arrigo e di frate Giacobo thodeschimaestri in theologiadell'ordine dei frati predicatoriqualmente egli è narrato di una stregalaquale passava quelli spatii in tutti duoi e' modisecondo che le piaceva: cioècon il corpovigilandoet anchorspesse volte solamente con la fantasiacioè quando le rincresceva ilviaggio. Il perché allhorasedendo nel letto et havendo detto alcunediaboliche parolese gli rappresentaveno tutte le cose del giuoco in una verdanuvola et oscura come l'acqua del maresicome vi fussero realmente statepresente.

FRONIMOChe cosa responderesti alli adversarii?

DICASTO Primieramentecosì gli risponderei: che io mi maraveglio come vogliano misurare tutti li modidelli sacrileggidelle superstitionie delle magiche vanitadicon uno solomodo del viaggioalcuna volta servato in una regione e paese del mondo da unacerta sceleste compagnia di donne profane e rubelle di nostra fedee cosìvogliano istendere questa cosa a tutte le parti del mondo. Et anchordirei che pensano forsi di sapere tantoche gli pare di poterecostrengere l'ampia possanza del demoniola quale hebbe dal principio della suacreationein uno mortario. Dipoi anchora direi che costoro non possono patireche sia isposto quel testo della legge con il giudicio de altruili qualicertamente sono di maggiore dottrina e giudicio di essiaccioché cavano fuoriquelle cose le quali pertengono alla natura da quelle che sono pertinenti allafede catholica. Anchor sesforzano di dimostrareapertamente e senza vergognache non sia quella cosala quale non possono negare che non si possa fareet anchora che non sia fattaqualche voltaeccetto se non la vuoleno negare con sua grande prosomptione etignominiacioè negando le migliara de testimonii. Ma forsi anchoruno di maggior animo di me direbbe di vuoler vedere un più fedeleessempio delle leggi del Concilioche fussi ramentato da un scrittore dimaggiore autorità di colui lo racconta. Conciosia che sono assai cose daGratiano altrimente iscrittee rivoltee narratemolto diverse da quelle chefurono pubblicate nelli concilii e dalli Pontefici. Il perché credo che cotestafussi una cagione fra l'altreper la quale non fussi per cotal modo approvatala compilatione del Decreto da lui fattadalli Venerabili Padri della Chiesache fussi osservata in vece di leggie dalla quale non fussi licito a veruno diappellare. Horsùpur anchora gli vuo' concedere quello che diconomaconsidera ben che gli sia anchora serrato la bocca ad essi adversarii con la tuaottima distintionesicome a me pareet in vero egli è così. Per la qualefacilmente se può conoscerequalmente il corsoo sia il giuocodi cotestedonniciuole et huomiciuoline conviene in parte con quello giuocoet in parteè vario e diverso da quello. Conciosia che non se dice quiche se creda Dianaessere dea delli paganiné anchora se vedono quivi quelle cose che se vedeanoin quella regionele quale sono dannate per il Concilio. Nondimeno se fannoimperò assai cosedelle quali non se legge fussero fatte iviche sono purimperciò communi colle altri superstitioni delli gentili e paganiet anchorafansi assai schernie vituperio de Dio e biasimevoli osservationi e varii ritie maladettiche sono suto insegnati dalli maligni spiriti e demoniia questi miseri huomiciuoli e donniciuolesì come nelli dannatiunguenti da ungersinella delettatione di spargere il sangue innocente dellifanciullininella osservatione del cerchionelli magichi incantamentinell'altri molti diabolici maleficiie nel viaggio e discorso grande per l'ariacon il corpo. Colui che negasse che il demonio non puotesse maggiormente movereli corpi che non possono tutti l'huomeni insiemeparlando imperò naturalmentee quanto alli prencipii naturali di ciascuno di essiio penso che serebbe daesser reprovato e dannato come hereticoperché dice il sanctissimo Iobbo che non è possanza sovra della terrada egualare a quella deldemonio. Anchora ritroviamo nel vangelio qualmente fu portato misser GiesùChristo nostro signor dal demonio sovra del monteet anche sovra del pinnacolodel tempio. È tenuto indubitabilmente vero dalli theologgicome sonoubbedienti tutti li corpi alle sostanze separateo siano alli spiritiispogliati del corpoquanto pertene imperò al movere da luogo a luogo. E cosìessi spiriti naturalmente le puono movere a suo piacerepur non siano impeditida Iddio prima causa di tutte le creature. E così questa è una disputationedella legge naturalecioè se possono li spiriti ignudi e privi di materiamovere li corpi sì o no; ma che siano portati da luogo a luogo questi huomeni edonnein verità e senza menzognaegli è disputatione del fattocioè se cosìè veramente. Il perché tu debbi sapereche quando è certo che se possa fareuna cosa e che tu vuoi intendere dapoi e conoscere se è fatta o se faci o nonse facialtrimente non lo puotrai intendere eccetto che per bocca dellitestimoniio che l'haveranno essi fattooverol'haveranno veduto così essereoverol'haverano udito da quelli che l'haverano fattoche serano stato veri et certi e fidelihuomeni. E cosìhoraquantoapertene a noicioè che siano portati al maledetto giuoco questi rebelli dinostra santissima fedel'havemo fermo e chiaroe per cosa indubitabileper ilmezzo de gran numero di testimonii li quali l'hanno molto largamente narrato.

FRONIMO Nonè maraveglia se quelli sciocchezzano in un testoconciosia che cosìcomprendono la verità colli altri. Il perchésicome il glorioso Iddio netrahe il ben del malecosì l'huomeni di malo animo e di mala openione sesforzano di cavare il male dal bene. E così parimente per la malignità dellicattivi huomeni sono state cavate tutte le heresie dalle sagre litterenon perdifetto e colpa di essi sagratissimi libri e santissime litterema per laperversa malitia dell'huomeni.

APISTIO Dehper amore de Iddiovi priegonon vogliate interrompere le mie interrogationi. Benché già habbiadeliberato de interrogarvi poi de dette cosepur non pare horail tempo; siché vi priegonon mi dati adesso nogliama lassatimi seguitare.

DICASTO Tuhai ragioneil nostro Apistio. Seguita pur oltreet addimanda a lei quello cheti piace.

APISTIO Sustregadimmi: andavi tu al giuoco con l'anima insieme con il corpoo pur conuno senza l'altro?

STREGA Viandava e con l'anima e con il corpo insieme.

APISTIO Comeè chiamato questo vostro giuoco?

STREGA Egliè chiamato dalli nostri compagni il giuoco della Donna.

APISTIO Inche modo andavi tu colà?

STREGA Dehche non gli andavama ben gli era portata.

APISTIO Conche cosa?

STREGA Conuna gramita da rascetare il lino.

APISTIO Comesia possibile questoche sia portata quella non la portando veruno?

STREGA Maben era portata dal mio amoroso.

APISTIO Chiè costui?

STREGA  Ludovigo.

APISTIO Egliè forsi uno qualche huomo così chiamato?

STREGA Nonhuomonoma il demonioche se presentava in forma di huomolo quale credevofussi dio.

APISTIO Mimaraveglio assai certamenteche il demonio ingannatore dell'huomini habbipigliato questo nome de christiani.

FRONIMO Tuti maravegli che colui habbia pigliato questo nome derivato dalli gentili epaganiil quale se suole trasfigurare nello angiolo della luce?

APISTIO Tudici molto gagliardamente che egli è derivato dalli gentili.

FRONIMO Anchorail dico che è derivato dalli gentili. Conciosia che non mai retrovarai inveruno luogo né in greco né in latinoo sia con essempioo con origine (senon me inganno imperò) donde sia derivato. Vero è che mi ricordo di havereletto solamente ne' Commentarii di Giulio Cesare Litavicoda cui dipoiun puoco è stato piegato e retorto nella lengua franciesaet è detto Luisoe rivoltato anchorpoi nel latino e scritto Lodovicodovi quello se referrisce.

APISTIO Nonvoglio più oltre di questa cosa disputaree maggiormente per horaperché ho deliberato in questo tempo di vuoler ragionare con questanostra strega.

FRONIMO Ilmio Apistioho detto quello a me paresempre imperò apparecchiato di udire leoppenioni de' più dotti e più prudenti di me.

APISTIO Nonpiù. Hor sustregadehnon ti sia molesto di scoprire a me intieramente lituoi lascivi piaceri.

STREGA Dimmide che cosa hai tu desiderio de intendere?

APISTIO Parevaa te uno huomo questo tuo amoroso?

STREGA Sìpareva huomo in tutte le membraeccetto che ne' piedi. Li quali sempre parevanopiedi di occharivoltati a dietro e riversati per cotal modo che era rivolto adietro quello suole essere davanti.

APISTIO Perquale cagione credi tuDicastoche finga il demonio tutte l'altre membra dahuomo e li piedi da occha?

DICASTO Setu leggerai tutti li processi di coteste streghe fatti dalli Inquisitorituritrovarai in essi qualmente il diavoloo sia il demonioo pur il voglichiamare Satanassoquando se cangia in effigia di huomosempre appare contutte le membra da huomoeccetto che colli piedi. Del che in verità ti dicoche sovente me ne sono molto maravigliatoe così fra me ho pensato che forsiquesta è la ragione: cioè che Iddio non permette che ello isprima e fingatutta la vera similitudine dell'huomoacciò non inganni esso huomo con laeffigia humana. Ela ragione perché non ha simili i piedi all'altri membra della finta effigiadell'huomocredo possa essere perché è consueto di essere significato per ipiedinelli mistici parlari della scritturale affettioni e desiderose voglie;et imperò gli porta rivolti a dietrocioè che ha li suoi desiderii sempre contrade Iddio e rivolti contro del ben fare. Ma per che cagione più presto havuoluto fingere li piedi de occa che d'altro animaleio confesso chiaramente dinon sapereeccetto s'el non vi fusse qualche nascosta proprietà nell'occhalaquale se potesse agevolmente adaptarealla malitia. Vero è che horanon mi arricordo di havere veduto in Aristotele che sia stata osservatasimile cosa da quelloma anzi più presto dice che è quella generatione diuccelli molto vergognosase ben mi ramento.

FRONIMO Diròdua paroleDicasto.Puotrebbe essere anchora che'l nostro nimico havessi voluto anchora spargerealcune occolte reliquie della antiqua superstitione delli gentili. A cui eranogià sagrificate le ocche sotto il falso simulacro e finta imaginede Inacho e de Inachide. Il perché così leggiamo in Ovidio:

 

Né giova il Capitoglio per una Occa è stato

Tutochel fegànon dia Inacho in lance

 

Ma sicome vuoleno altri così se debbe dire

 

Inachide Io il fegà non traggi in piatto.

 

Dice Plinio come era consuetudine di presentare il figato dell'occhaad Inachodio dello argivo fiume. Il quale uccello dilettassi molto dipraticare per le acque. Ma che fussi sagrificato ad Inachideper questofacilmente se provaconciosia che se vede per le historiedi Herodotocome haveano usanza li sacerdoti delli Egiptiidi mangiare le carni delle occheet era ivi reveritaet adorata con grande superstitione Isiacioè Diana. Anchora è moltopiù saggia la occa che non è il canesicome dice elloet che facilmenterompe con meravigliosi modi il silentio della notte e conturba il reposo. Allaquale notte credevano essere sovrastante Diana. Il perché forsi piglia ildemonio la figura delli piedi di cotesto uccelloper vuoler dare ad intenderalli suoi profani e scelerati servitori di questa ria e malvagia compagnia chedebbiano seguitare quello uccello in stare vigilanti e non dormirecome quellofa: il quale è vigilante e di puoco sonno e quando bisogna fare la guarda èmolto prevista e nondorme; et così debbono esser quelli che vano al giuoco: cioè essere vigilantiet stare svegliatiet pigliare piacerie quel tempo consumarlo nelli sceleratie diabolici giuochi. Anchorraccontasi appo d'alcuni scrittori come egli è qualche parte di dettoaugelloche provoca et eccita le femine a libidine. Può essere anche segno dequalche occolto e pazzesco amoreconciosia che se ritrova iscritto qualmentebrammarono le ocche di pigliare lascivi piaceri con altra generatione deanimali. Il perché ritroviamo scritto da Pliniocome se inamorarono le occhedi Olenofanciullo di Argoe di Glaucosonatore di cetra del re Ptolomeo. Maegli è ben vero che credo che male se aricordasse Plinio in questo luogo:conciosia che quello fanciullo non hebbe nome Olenoma Amphiloco della patriaOlenosicome ramenta Theophrasto nel Libro amatorio. E non fu quellacosa totalmente fuori di ragioneperché già furono annoverate le palme dellipiedi delle ocche fra le delettevoli et aggradevoli vivande della mensa. E pensoper queste de essere significato le pretiosissime vivande et aggradevoli cibidella Delia mensacioè della mensa del Soleche erano per la loro eccellentiada mettere avanti tutti quelli cibi che erano della mensa del Sole di Ethiopia.Nella qualenon se legge vi fussero posti sovra de essaavanti li convitatili piedi delle occheconciosia che anchornon havea pensato Messalino Cotta di doverli arrostire. Paiono a mecoteste cose molto più a proposto che quello dicono alcunicioè che le occhehabbiano prudentiaperché se narra che domesticamente conversaveno nelli bagnicon Lacido philosopho; il perché io istimo che questo modo diconversatione e di benevolentia più presto fussi simile a quellocon il qualeconversava Aiace Locrese con il dragone. E così anchora penso non fussi moltodiscosto da questa cosa quella familiare vocela quale udiva Socrate; etanchora istimo fussi molto simile quel'altra voceper la quale divinava le coseoccolteet annontiava quelle da venire Atridee Laomedontiadesicome narranoquelli versi scritti da Orpheo con il titolo Delle pietresicome sedice. Non è anche totalmente discosto da ogni ragione la proprietà dellanatura di questo uccelloquanto alla velocità del caminareche fanno nel viaggiola quale velocità è molto simile a quella delgiuoco delle streghe. Il perché non retroviamo che fussi già mai verunoaugelloil quale facesse a piedi tanto longoviaggio quanto le ocche: le quali venero dalli Morinicioè dalli popoli belgici che sono ultimi dell'huomenisicome dicePlinioet caminarono colli proprii piedi per insino a Roma.

APISTIO DimmiStrega. Dimostravelo mai altra forma delli piediquando veniva da teeccettoche di occa?

STREGA Nonmai dimostròe altramente.

APISTIO Inche modo venivalo da te?

STREGA Alcunavolta addimandato da meet anche sovente da se istesso.

APISTIO Neveniva mo' sempre in forma di huomo?

STREGA Sìsempre se dimostrava in effigia di huomoquando pigliava amorosi piaceri meco.

APISTIO Oche piaceri puotevano essere quegli con una rugosa e già grinza femina?

STREGA EiméEiméOiméOimé.

DICASTO Di che hai tu paura? Chi è quello che tispaventa?

STREGA Vedetilevedetile.

DICASTO Dovidovi?

STREGA Costìcostìal muroal muro.

DICASTO Informa de cui?

STREGA Dipassere.

DICASTO Dehben miraticome hora hapigliato la effigia di un molto libidinoso augellonon contrario alragionamento della mala feminala quale soverchia con la sua insatiabile esfrenata voglia tutti li mostri della sozza libidine.

APISTIO Ohquanto mi maraveglioche non sia verun di noi che vedi questa finta passeraeccetto chi ella.

DICASTO Benio posso mirarema già non la posso vederee così par a me non sia verun dinoi che la veda.

APISTIO Ocertamente maravigliosa cosa.

FRONIMO Dehvedeti in che modo se maraveglia il nostro Apistio. Ma tu non ti maraveglidello anello di Gige lidio pastoreramentato da Platoneet anchora da Ciceroneil quale non era veduto da altro eccetto che dalui.

DICASTO Nonsolamente questo interviene in vedere li spettacoli et finte imagini deldemonioma anchora nelli prodigii et apparitioni divinecioè che quelle cosesono dimostrate siano alcuna volta da puochi vedute. Et acciò lassi li altrisolamente io ramentarò di quel lume che era sovra del capo di santo Martinoilquale fu veduto da puochisicome narra Severo Sulpitio; et anchorpur diroe di quel altro lume che illuminava santo Ambrogio che parlavalo qual solamente vedeva Paulino.Ma che questa imagine del demonio solamente sia veduta dalla stregaiodirò la mia oppenione: io penso possa intervenire questo facilmente per l'amicitiae grande familiarità ha con quello. E così occorreper l'antidetta familiaritàche è portata essa nell'amantocioè in quello che tanto amanon solamentecon li occhima anchor conla possanza imaginaria. Etanchora il conosce e distingue dalli altri uccelli et animaliquando se glirappresenta in effigia di queglisì come ho udito da essa: perché le pare unafiamma ardente gli impinganel pettoil che non le interviene nel scontro delli altri animali. Giàsono tre giorniche raccontò tutta spaventata di havere veduto l'antidetto suoamoroso in forma di una tortuosa serpe rivolta in modo di un cerchio.

FRONIMO Cosìhai tu lettoApistioqualmente apparessi il demonio alli gentiliin effigiadi serpeet anchora in similitudine di augelli? Non ti ricordi di haver vedutonelli libricome guidarono li corvi Alessandro allo oraculoe tempio di Hamonedovi egli andava?

APISTIO Sìho lettoet anchora ho ritrovato (se ben mi ricordo) come fecero simile ufficiopur anche li dragoni.

FRONIMO Chene di' tu di queste cose maravigliose? Non istimi tu che fussero quelli li demoniimalvagiiin forma di corvi? Et anchornon credi tu fussero similmenteli demonii quelli duoi corviannoverati fra le grandi maraveglie daAristoteleche staveno in Caria circa il tempio di Giove? Dunque perché tantoti maraveglii? conciosia che ritroviamo in Pliniocome fusse usanza di uscirefuori della bocca di Aristea proconesio la vaga anima di Hermotimo clazomeno in simile effigia de corvi. De cuise diceva favolosamenteche quella fussi l'anima di essonon da tutti vedutama solamente da alcuni huomeni. Ma manco tu ti maravegliarestise tu sapessiquello che è raccontato da Aristotele et anchor da più altri scrittori di quello huomo Thasio.

APISTIO Dehper tua cortesiaraconta quello gli intervenisse.

FRONIMO Gliinterveneva che gli andava inanti e dietro la bocca una simile figurala qualenon era veduta dall'altri huomeni.

APISTIO Dunquesenza leggerezza di animo se può credere alcuna volta che quelli muoionosicome dicono alcunipossono vedere li buoni e rei spiriti nelli assumpticorpili quali non son veduti dall'altri?

FRONIMO Osì sìquesta è cosa certa. Conciosia che è creduto questo a tanti prodi eteccellenti huomenili quali narrano cotestoet anchora egli è da molti dottiauthori suto scritto.

APISTIO Dimmibuona donnas'è anchora partita la paurache havevi?

STREGA Sìben se partecosì per il vostro ragionarecome anchora per la vostra presentia.

APISTIO Epossibile che tu haggi tanta paura del tuo amoroso?

STREGA Oimé.Già non lo temeva. Ma dipoi che sono condutta nella prigioneet haggio contrasua voglia confessato li nostri lascivi piacerigrandemente et oltro diquello sia possibile di raccontare mi spaventa. E qualche volta se ferma aquello usciolo della prigioneet a quella fenestrellareprehendendomi edimostrandosi molto forte turbato con meco. E dipoi mi promette ogni agiutorioper cavarmi fuori di quivipur che io stia queta e tacci per lo aveniree piùnon confessi veruna cosama anzi nieghi quello che già ho confessato.

APISTIO Tespaventavelo maiquando tu andavi al giuoco?

STREGA Nocertamente.

APISTIO Andavitu quivi ogni giornoo pur in qualche tempo determinato?

STREGA Viandava nella seconda notte dopo il giorno del Sabbatoe dipoi da quindi nellaquarta notte: cioè nella notte del Lune e della Zobia.

APISTIO Gliandasti mai di giorno?

STREGA Nomai.

FRONIMO Dequindi si può anchor conoscerele reliquie dell'antica superstitionese tu ti ramentarai li ululativoci egrida fatti ad Hecatealtrimenti chiamata Diana e Lunanelli notturni triviiper le cittade. A cui solevano fare oratione le donnesicome scrive Pindaroquando li maschi separatisecondo la loro usanzasolevano anche egli fareoratione al Soleper conseguire li loro amorosi piaceri. Il perché eradedicato la notte a cotesti ragionamentiet apparendo il giornoincontanentierano terminati essi parlamenti. E perciò leggiamo quel verso:

 

Mi ha flato l'aspro oriente colli equi anheli.

 

APISTIO Forsigiace sotto di questo una cosa molto più ascosta.

FRONIMO Chicosa?

APISTIO Quelloche dice il greco poeta Menandro. Ma io lo dirò in volgare quello è in grecocosì: O notteè bisogno a te di assai carnali piaceri.

DICASTO Certamente ciascun di voi dottamentema humanamenteparla. Ma io voglio raccontare una divina sententiae non cosa di puocomomentoné anchora proceduta dallo ingannevole oracolo di Apollinema daquella soprana verità deIddio.

APISTIO Nonbisogna tanto proemiosu di' prestos'el ti piace.

DICASTO Ioil dirònon havere paura. Così dice Christo nel vangelio: Colui chi maleoperaha in odio la luce.

FRONIMO Certamentetu hai ramentato quello chi è verissimo.

APISTIO Horsùdimmio bona stregache vuol dire che non andavati a questi balli e giuochi diDiana o di Herodiadeoverosicome le chiamatia quelli della Donnanell'altri notti? Ma acciò iodica più chiaramente: perché non eravati voi presente le altri notti allimalgradevoli prestigii e biasimevoli illusioni del demonio? over perché nonpareva a te vi fussi presente?

STREGA Io nollo so.

APISTIO Teapparecchiavi tuovero loaspettavi che te portasse?

STREGA Cosìfaceva: fatto il cerchiomi ungeva e saliva a cavallo di un scannoetincontanente era portata per aria per infino al giuoco. Ancoraalcuna voltaconculcava colli piedi la hostiasagrata nel circolocon molti ischerniet allhora allhora se presentavail mio Ludovicocon il quale pigliava amorosi piacerisecondo che mi piaceva.

APISTIO Diche cosa è composto questo vostro maladetto unguento?

STREGA Fral'altri coseè per maggior parte fatto di sangue de fanciullini.

APISTIO Inche parte te ungeviti?

STREGA Eimé.Mi vergogno di raccontarlo.

APISTIO Dehsfacciata ed impudica meretricetu ti vergogni di narrare quello che tu non seivergognato di fare?

STREGA Ècotesta mo' così gran meraviglia?

APISTIO Suvelenata serpegeta fuoriil veleno. Via viadi' suin che luogo ungevi tu?

STREGA Giàche sia bisogno lo dicahor su il dirò. Ungevammi quelli luoghi colli quali mipongo a sedere.

APISTIO Dehvedeti con quanta honestal'ha detto. Ma ho gran desiderio de intendere. In quanto spatio di tempoeri tu portata da casa tua per insino al giuoco?

STREGA Inpuoco spatio.

APISTIO Quantomo' puoco?

STREGA Inmanco di mezza hora.

APISTIO Quantoeri tu discosto da terraquando tu eri portata?

STREGA Tantoquanto è l'altezza di una giusta torre.

APISTIO Hopur gran desiderio de intendere quello che si fa in questo vostro sceleratogiuoco. Il perchéo buona stregase desideri che sia qui venuto per dovertiagiutaredehnon ti rencresca di narrare tutte queste cose che ivi se fannoper cotal modo sicome le rappresentassi totalmente a noi.

STREGA Ilfarò: sendo dunquegiunta al fiume Giordano...

APISTIO Aspettaun puocotustregama dimme Fronimo. Che cosa odi? Il fiume Giordano?

FRONIMOCredo questa esser una bugia del demoniocioè che se facci tantoviaggio per infino al fiume Giordano in così puoco spatio di tempo. Perilchépenso che ello dica questi vocabuli di eccellenti luoghi a queste donnuzzeacciòmaggiormente le uccegli et le inganni e molto più le tenga legate colli legamidelli nomi dei primi e magnifici luoghi. E non è da credere che sia portato unohuomo in mezza hora dellaItalia nella Asia. Ma forsi ha pigliato Sathanasso da quindi il colore dellafavolaperché habitava colà Herodiade. Vero è che molto mi maraveglio nonfinga che sian portate nella Scithiaal tempio di Diana. Il che forsifengerebbe quello fraudulente nemico dell'huomose fussi così domestico efamiliare il nome della Scithiaquanto quello del Giordano. Lo quale conosceciascun chi ha udito recitare il vangelio nelli sagrati tempii. Dipoi non èmolto convenevole questo fiume a quello scelerato giuocoma sì ben sarebbe aproposto quello Tauricononsagroma sacrilegoper le crudelissime occisioni e spargimente di sangue. Maforse le conduce ad un altro fiume ivi vicinoe fa parere a loro che sianoaltrovi. Benché siano dell'altri le quali confessano di non essere portateall'acquaovero alfiumema sì ben sovra delle somitati delli montiet ivi fermate.

DICASTO Nonpare a me impossibile che possono esser portate al Giordano al manco per spatiodi due horesicome quasitutte le streghe fra sé convieneno e dicono.

FRONIMO Istimitu che quelle possono misurare tanto spazio quanto è fra questa nostra patriae la Siria e la Pheniciain così puoco tempo?

DICASTO DimmiFronimo. Non può il demonio movereli corpi a suo piacere?

FRONIMO Sìma non seguita però che gli muova in così puoco tempocioè che le conduca osia sovra della terraverso lo Illyrio hora chiamata Schiavoniaovero alla sinestra verso la Thraciaoveroalla destra per l'Africaoveropassando il mare Ionio e lo Egeosovra di Corciradel Peloponessosovra le Cicladeguardando Rhodoe Ciproe così seggendo siano poste sovradella rippa del Giordano.

DICASTO Chiprohibisse questa cosa?

FRONIMO Lituoi dottori.

DICASTO Inche modo il prohibiscono?

FRONIMO Inquel modo che vieta Santo Thomaso de Acquino come non può esser mossa tutta lagrandezza della terra dal demonio da luogo a luogo: facendoli resistentia lagran maestra natura. La quale vieta che sia rovinato e totalmente guasto lointegro ordine delle creature e delli elementi. Egli è contro la natura delcorpo humano diesser portato con tanta celeritàcon la quale insieme se conservi et siguasti. Il perché viveno quelle cose che serebbe necessario per lo impitodell'aria che mancassinoperchénon essendo in veruna cosa mutata la naturadi quellogli serebbe grande ostacolo e grande contrarietà. Mase pur simutassi e diventassi più radofacilmente se abbruggiarebbe e doventarebbefuogo; et anchora se doventasse più spesso e sodomaggiormente impedirebbe lavelocità et agevolezza del corso. Anchora io ti voglio dire piùche se tumovessi tutta l'aria con la tua fantasiasicome fermò il cieloAristotele con la suaet appo delli Greci fece anche il simile Philoponoe similmente Scoto appo delli suoi seguacianchora serebbe controdi tesendovi in opposito la intrinseca natura della quantità. Per la qualebisogna che sia portato una parte dopo l'altra di esso corpo per quel grandevacuo di nulla aria riempiuto. Il perché da quivi in Asiatolto via ogniimpedimento della resistentia del fiado e delli venti o dell'ariase consumarebbe più tempoassai di quello che dicono interporvi.

APISTIO Vipriegosiatti contentidi lassare a dechiarare queste sottilitade ad uno altro giorno. Hor sustregaseguita pur oltro.

STREGA Sendodunque colà giuntivediamo sedere la Donna del Giuoco insieme con ilsuo amoroso.

APISTIO Chiè colui?

STREGA Nonlo so. Ma so ben questoche è uno bellissimo huomodi una ricca veste di oromolto ben addobato.

APISTIO Seguitapur.

STREGA Quiviportavamo alla Donna delle hostie consagrate. E quellacon allegra faccia egratiosi sembianti recevendolele comanda che siano poste sovra di uno scanno;e dipoi ci comanda li diamoin dispregio de Iddiodelli piedi sovra; e dipoianchora vuole che gli uriniamo sovra e che li faciamo tutti li vituperii possemo.

APISTIO ODio buonooiméche odi dire? Chi fu quello tanto malvaggio huomo che ti de'queste sagrade hostie daportare a cotesto maledetto et iscommunicato giuoco?

STREGA Egliè stato don Benedetto Bernomolto conosciuto in questo castello.

DICASTO Osceleratoo iniqoo perverso huomo. Io vi dico che credo sia stato uno dellipiù scelerati huomeni che mai si ritrovassino al mondo. Il perchéhavendolo ritrovato imbratato in mille sceleritadelo giudicai fussiprimieramente degradatocioè privato della compagnia delli ministri di Christoe dipoi il consegnai al Podestà; et ello incontenentesegondo la ordinationedelle leggilo fece brugiare.

APISTIO Dehstreganon lassare il comenciato ragionamento.

STREGA Poimangiamobevemoe ci diamo amorosi piaceri. Hormai che vuoleti più intendere?

APISTIO Voglioche racconti a parte per parte il tutto. Ma prima dimmi: che cosa mangiati?

STREGA Dellacarne e delli altri cibi che si suoleno usare nelli conviti.

APISTIO Dondehaveti coteste vivande?

STREGA Uccidemodelli buoima egli è ben vero che dipoi resuscitano.

APISTIO Dechi sono?

STREGA Sonodelli nostri nemici. Et anchora cavamo del vino fuori della vegge e dellivasselliacciò possiamo bere. Et dipoi che havemo mangiato e ben bevutociascun' addimanda il suo amorosocioè il demonio in forma di huomopersatisfare alla sua libidinosa voglia; e così l'huomeni chiedeno le sue amoroseanche elli dimonii in effigia di bellissime polcelle e giovanee in tal modociascun piglia amorosi piaceri e satisfa alle sue sfrenate voglie.

DICASTO Paionoa me illusioni e favolequelle che dicono delli buoi.

FRONIMO Sonosimili a quelle cose delle quali narra favolescamente colui...

APISTIO Checosa?

FRONIMO Conoscoche tu vuoi lo dica in volgarequello che è scritto in greco. Hor sucosìdice: Vanno e caminano e' cuoie muggisseno le carni delli buoi.

APISTIO Veramentesono simili. Che differentia è che camina sovra della terra il cuoio del buee che muggisseno estridano le carni mezze cotteda questo prestigio e finta imaginationecioèche piegata la pelle del bue già mangiata salisca sovra li piedi?

FRONIMO Concederonoli antichi che mandasse la voce la nave di faggio di Argoet anchordisseno che divinòe il cavallo di Achille. Ma colui chi non niegaparlassi Xanthocioè il cavallo di Hettoreistimamo che negaràil Pegassocioè il cavallo colle alli de Perseoo il Dedalooverocolui lo quale riportò maravigliose spoglie del mostro di Libiailquale stracciava la tenerella aria colle stridenti ali?

APISTIO Mase tu credi che voli essa stregaperché sorridi e tu ne fai beffequando tuleggi qualmente le Parrhasie penne portarono Perseo?

FRONIMO Nonmi ridose tu stimi che siano fatte queste con arte del demonio; ma sì ben miridoet me ne fo beffese tu credi che siano fatte per opera et ingegno de l'huomo.Io penso che non è simile mostro: cioè di fingere che l'huomo o il cavallohabbia le penne per volare; o di fingere che il cavallo habbia in tal modo la lenguache la possa rivoltarla e piegarla per proferire le paroleconciosia chemolti augelletti senza alcuno miracolo per opera e grande artificio dell'huominia puoco a poco imparano di proferire molte parolee così sendoviusati le proferiscono. Se dunque se insegna di rivolgere la lengua a cotesti augelleti per cotale modo che proferiscono l'humaneparolequanto maggiormente se potrà direche lo possano fare le sostantieseparate o siano buoni o rei spiriti? cioè di poter rivolgere la lenguaper la bocca delli animali per cotal modo che proferiscano dritamente leparole?

APISTIO Tudi' che questo se può fare?

FRONIMO Ancheil confermoconciosia che sono ciascun de essi spiriti di natura eguale.

APISTIO Ilpuotresti provare con qualche essempio?

FRONIMO Moltoben il posso provare. Ma horane basti unoraccontato nel sagro libro delli Numericioè chela asina di Baalam parlòe. E dicono e' Theologgi che parlòe per operadell'angioloconciosia che essa non sapeva quello che dicessecosì sendolirivolta e condutta la lenguaa dire quello che era commodo et agevole per lo essercito delli Hebreide cui ne havea governo e cura il buon Angiolosicome racconta la Scrittura. Ecosì ho narrato questo essempio solamenteacciò io tacci quelle historiegià narrate de quelli buoi delli Gentiliche parlarono.

APISTIO Dehdimmistrega. Noi sapiamo come non hanno li demonii carne né ossa: dunque come mangianobevenoe lussuriano?Surespondipresto.

STREGA Sicomea me paresono similiquanto alle parti vergognosealla carne.

APISTIO Potrestidarci un essempio di qualche cosa che sia simile a quelli suoi corpi?

STREGA Nonlo so ben. Ma pur paiono assai simili alla stoppaoveroal bambagioquando è costreto insieme e condensato. Così paiono quellinel toccarema sempre sono imperò freddi.

APISTIO Hor seguita più avanti.

STREGA Poieravamo satiati delli carnali piacerieravamo portati alle nostre case.

APISTIO Nonti veneva mai quivi a visitare?

STREGA Espesse volte. Anchor qualchevoltaquando andava al mercato e ritornavaaccompagnavammi. E ricordammi comeritornando a casa un giorno su il tardo dal castelloessendo egli in miacompagniatre volte pigliassimo insieme amorosi piaceri avanti giongessi acasa.

APISTIO Quantoè discosto la tua casa dalle mura del castello?

STREGA Circadi un migliaro.

APISTIO Dunquenon è maraveglia s'el si mostrò esso malvagio demonio in forma della moltolibidinosa passera. Ma purFronimoio te dico il veroanchora non possocapire con il mio ingegnoche vogliono significare cotesti tanto sozzi piacericarnali.

FRONIMO Tidirò la mia oppenione. Io penso che facci cotesto esso ingannatore dell'huomeniper satisfare alle sfrenate voglie di quelle sfacciate et impudiche meretricile quali non hanno il timore de Iddio: che è quello freno che fa caminarel'huomo secondo il ragionevole appetito e giusto disio. Il perchéremosso l'antidetto freno della ragionerimane l'huomo come uno animaleirrationale e sicome una bestia; e così dipoi desiderabrammaet anchoracerca le cose da bestiaet in esse se deletta.

APISTIO Néanche per ciò egli è possibile che possa capire con l'animo donde possonohavere tanti lascivi piaceri.

DICASTO Chehabbiano grandi piacericredo che possa intervenire per più cagionidellequali alcune ne raccontaròl'altre lassarò per maggiore honestà.Conciosia che havemo a parlare sempre in cotal modoe prencipalmente involgareche anchor lapudica orecchia vi possa stare. Può dunque questo intervenireal mio giudicioperché se gli dimostra il demonio maladetto in una molto aggradevole figura:cioèbella di facciacolli ladri occhie con il giocondo volto; conciosiache puoco importa al demonio di fingere e di figurare una forma di aria o sozzao veramente bella; e così figura le forme sicome pare posson piacere a quelliche vuole ingannare. Il perché così losingha e tira quelle meschinelledonniciuole a sé con essa finta bellezzae colli occhi così figuratiet conlascivi sembianti. Et anchoraaccioché maggiormente le ingannanofingono diessere inamorati di loro. Il simile fanno verso di quelli sciagurati huomenidimostrandosi in forma di belle damisellee così vi fanno apparere tutte leproportioni delle membrae tutte le bellezzee tutti li lascivi sembianti chedesidaranoacciò che meglio gli possono ingannare. Dipoi anchor gli fanno parere quelli piaceri che hanno con questefinte imagini siano molto maggiori che possono havere colli veri huomeni e conle vere donne. Hor pensa come sono ingannati et uccellati dal demonio. E cosìnarrava quello scelerato e maledetto incantatore di Don Benedetto avantinominato. Il quale raccontava qualmente gli pareva di havere havuto maggioredelettatione con il demonio in questa finta imaginechiamata da sé Armelinache con tutte l'altri femine colle quali haveamai havuto lascivi piaceri. Et acciò non pensasti che con puoche se fussiimpazzatoio ti voglio dire che questa sozza bestiapiù presto così lochiamarò che huomoanchora haveahavuto uno figliuolodella propria sorella. Io non dico cosa che sia secretaconciosia che tuttequeste cose che raccontarò sono iscritte nelli processi fatti di lui. Era tantoimpazzito detto misero huomo in questo diabolico amoree per cotal modobestialmente brugiava di cotesta sua Armelinacioè del demonio in forma difeminache sovente l'havea in sua compagnia spasseggiando per la piazzae cosìandaveno insieme ragionando sicome fanno duoi compagni insiemebenché nonfussi veduta d'alcuno altro. Il perché sendoudito così ragionarenon sendoveduta quellapensava chiunque l'udiva che fussi doventato pazzo. Dehudite le scelerate opereche costui faceva per amore di cotesta sua Armelina:non battiggiava li fanciullini quando gli erano portatisecondo la consuetudinede' Christianiper dovere battiggiarema havendo finto de battiggiarlicosìli rimandava a casa senza battesmo; non consacrava le hostie quando diceva lamessabenché fengesse di consegrarlee colli gesti e con un certo mormorioper nascondere li suoi frodiecosì facevale adorare al popolonon sendo consegrate. Vero è che se pur qualche volta dritamente l'havesseconsegratealzandola sagrada hostia inalto per dimostrarla al popolosicome si suolela alzava con la figura ivi èfigurata rivolta al contrariocioè il crocifissoo altra figura colli piedirivolti in suin vituperio et ischerno de Iddio e della sua santissima fede.Dipoi le conservava per darle alle scelerate femineet alli malvaggi huomeniacciò le portassero al maledetto et iscommunicato giuoco. E così quellodiabolico e bestiale amore era causa di tanti peccati. Anchora è nella medemepazzia un altro stolto e pazzo chiamato il Pivettoil quale tanto pazzescamenteama uno diavolo detto da lui Fiorinache se gli dimostra in forma de feminache sovente hammi dettoissaminandolopiù presto di vuolere patire ognimartorio che abbandonare tanta bellissima feminacon la quale ha avuto tantiamorosi piaceri quaranta anni. E per cotal modo è divenuto a tanta pazziachenon crede esser altro Iddio che quella. Vedeti quanto sono inviluppati cotestimeschinelli huomeni nelle reti del demonio? Et anchornon pensati che solamente commettano cotesti scelerati spreciatori dellasantissima e trionfantissima fede di Christo delli peccati circa la sagra hostiaet essa gloriosissima fedesendolegati da questo pazzesco amorema anchocommetterlo dell'altri male opere senza numero. Conciosia che robbano lecose de altruiimbrattano ogni luogo colli suoi maleficiie sovra del tuttosono sommersi totalmente nelli adulteriine stupriincesti e fornicationi. Nonhanno respetto di commettere li peccati con parentisorellefratelliet altrepersone. Uccidono li fanciulliasciugano il sangue di quellifanno venire edescendere dal cielo acerbissimetempesteguastino li campi e le frutta con la grandine e gragnuola con tanta ruinache pare se serebbono portati più modestamente quelli che anticamenteincantavano le fruttacontro delli quali dipoi fu fatta la legge è scrittanelle Dodeci Tavole.

APISTIO Dunquenon solamente se sforzano di dare danno alle frutta et alle altre cose cheproduce la terrama anchora cercano per ogni via di nuocere a noi con il cieloe con l'aria che ci copri?

DICASTOAddimandalo tu a lei.

APISTIO Hai già mai tustregacommosso li tuoni?e fatto balenare l'aria?

STREGA Sìspesse volte.

APISTIO Haitu guaste le biade con la grandine overo tempesta?

STREGA Nouna voltama sovente sì.

APISTIO Inchi modo?

STREGA Fattoche havea ilcerchioecco che incontinenti veniva il mio Ludovigoma non in forma di huomoma in figura di fuoco. Allhora comenciaveno di scendere dell'ariafulguree sentevasi tuonie balenava il cieloe dipoi cascava la grandine e tempestava sovra delli campieprencipalmente sovra de quelli che erano nostri nemicidelli quali desideravafussero rovinati e guasti.

APISTIO Dehdimmi: per amore de cui facivi tu tanta rovina?

STREGA Ilfaceva per odioe non per amore.

FRONIMO Miricordo di haver letto ne' versicome e' demonii facevano li strepiticosìdicendo lo ingegnoso poeta Ovidioin questo modonominandoli sotto il nome delli Deioveroquelli maleficii invece della persona di esso.

 

Per qual agiuto quando volsi astrensi

I fiumi in fonti suoi tornaree mossi

Instabel cosestabel sempre vensi.

Caccio con la mia voce il mal se spiacemmi

Carco di nebbiee nebbie al seren genero

Regietto e ventie chiamo quando piacemmi.

 

Ma questa nostra stregapiù potente che Medeaeccitò anchora latempesta e grandinee la condusse sovra delle biade. Anchora tirano gli animidell'huomeni ne' peccati colli suoi lascivi piaceriperché losinghano lisentimenti con essi. Il perché homai è quasi rinovato quel detto di Lucano inquesto nostro castellocosì dicendo:

 

Arseno i vecchi d'illicita fiamma

Né tanto la bevanda nossia vale

Quanto l'amor della cavalla eretto

Rifatto in succola mente se infiamma

E perisce incantatané più sale

Del velen haustopura del defetto.

 

Era quel malvaggio don Benedettode cui havemo ragionatode annisettanta duoiquando gli scacciassimo la fiamma del scelerato amorecon laquale tanto ama quella sua Armelinao quello suo diavolo in forma di feminacon una altra grandissima fiamma uscita di una gran stipa di legne.E così romase tutto in cenere. E questo è il modo da scacciare un fuogocon l'altro. Vi è un'altroin questo scelerato amore sommersoche ha oltro disettancinque anniet anchoruno altro che ha veduto ottanta solstitii: li quali andaveno al dettoprofano et iscommunicato giuoco del Diavolo otto volte il mese. E così è statoconosciuto per testimonio e confessione de molti di essi iniqui e malvaggihuomeniche non sono solamente unao dueoverotre streghema sono in grande moltitudine; e così che non sonosolamente tre o quattro stregoni et scelerati maschili quali vanno a questoindiavolato giuoco et hanno questi profani piaceri colli demonii in effigia difeminema egli è suto ritrovato per certo come vi vano in gran numero et ingran moltitudineper cotal modo che credonosecondo la loro istimationechevi si ritrova a questa maledetta congregatione oltro di due migliara di persone.

APISTIO Ohche sente io dire? la antiquità solamente ha lassato in scritto di tre overquatro maghe di gran famama a me pare che ne' nostri giorni se ritrovano molteMedeenon puoche Canidiee non una sola Erittho.

FRONIMO Tuti maraveglii che se ritrovano secento Medeeconciosia che tu sai ben che sonin una città della Italia dodece migliara di Circecioè di meretricilequali sono tenute sorellenondimeno tu non ti meravegli di esse.

APISTIO Benben te intendo. Il perché per buon rispettonon bisogna altrimenti cercareoveroinvestigare il sentimento della parabolaper li nascosti luoghi.

FRONIMO Diròeanche due parole. Io istimo che habbia Iddio con sua gran prudentia volutofermare e stabilire la sua santissima fede nelli animi delli fideli in diversimodi per fare crescere più ampliamentein ogni canto la christiana religionein questo infelice temponelquale pare vadi ogni cosa dimale in peggio.

APISTIO Inche modo?

FRONIMO Prencipalmentein tre modi. E prima per il successo delle cose già predette et annuntiatedipoi per li miracoli fatti divinamentee poi anchora per il scoprire che hafatto la divina providentia delle sceleritade de cotesti indiavolati riti emaledette opere dell'antidetto molto biasmevole giuoco. Già havemo vedutovenire apunto le sanguinolenti guerrela crudele fame e caristia e la horrendapestilentiasicome già avanti erano state annontiate divinamente permolti anni. Haverebbono forsi possuto credere alcuni facilmenteper cotal modooppressi dalla grandezza di queste tribulationiche fussero procedute ocasualmente o fatalmente dette calamitadi e tribulationis'el non fussi sutonuovamente svegliata et eccitata la fede in questo nostro castello con tantimiracoli fatti dalla gloriosa Vergine Maria madre de Iddio. Le quali cosesicome da sé confermano e fortificano la fede christianacosì anchora peraccidens la confessione di coteste streghe gli dà vigoria e forza: per laquale confessione e per il gran numero delli testimonii di amenduoi li sessicioè così delli maschi come delle feminecognoscemo apertamente qualmente lidemoni sono nemici et adversarii della fede christiana. La quale è di tantaforzache quanto maggiormente e con ogni sua forzaastutiaet inganni lacercano di rovinare e di oscuraretanto maggiormente se alza e respiande perogni lato.

APISTIO Oquanto ben l'hai condutto questo tuo ragionamento. Ma hor sudimmio buonastrega. Uccidesti giamai verun fanciullo?

STREGA Nonun soloma sì molti.

APISTIO Conil coltelloovero conla mazza?

STREGA Conla aguglia e colle labra.

APISTIO Inche modo?

STREGA Intravamodi notte nelle case de nostri nemiciper le porte et usci che erano aperti anoidormendo e' loro padri e madrie pigliavamo i fanciullinie conducendoliappo del fuogoli foravamo con la aguglia sotto le unghidipoiponendovi le labraasciugavamo tanto sangue quanto ne puotevamo tenirenella bocca. E parte di quello ne deglutivocioè il mandava giù nelstomacoe parte ne riservavo in una bussula o in uno vasettoper fare dipoidello unguentoda ungere li luoghi vergognosi quando vogliamo essere portati algiuoco.

DICASTO Acciònon istimati esser coteste favolee che siano sonniio imaginationie chesiano solamente illusionie non sia in verità e realmentecioè di andare perle case di questo e di quello ad uccidere li bambinivi dico qualmente sonostato ritrovati delli fanciulliniben certamente infeliciche anchorpigliaveno la popaet il latteli quali haveano le dita foratee le piaghe e bucchi sottole unghini.

APISTIO Respondistrega. Assai mi maraveglioche non piagnessinoe che non cridassinodetti fanciulliniquando voi li trattavati tanto malee che li pungevati.

STREGA Sonoallhora per cotal modo indormentatiche non sentino. Ma dipoi quando sonosvegliati cridano ad alta voce e piangonoe stridonoe se infermanoetanchora alcuna volta moreno.

APISTIO Perchénon muoiono tutti?

STREGA Perchéli sanamo. Conciosia che gli diamo delli giovevoli remedii e così li liberemo.Il perché ne tiramo grandi guadagni.

APISTIO Chivi ha insignato questi remedii?

STREGA E'demonii.

APISTIO Questoa me non parreverisimile.

FRONIMO Eperché? Non sai tu come il demonio conosce le virtude delle herbele qualianchora hanno conosciuto l'huomeni? anchor tu debbi sapere come già furono scritte molte regole damedicare nel tempio da Esculapiole quali dipo' le tolse Hippocrate e le scrisse nelli suoi librisicomeritroviamo. Anchor sonoscritti molti giovevoli remedii così alle piaghe e feditecome contro delliveleninelle historiechefurono ritrovati per li sonnii. E pur anche leggiamo qualmente solevano dormirenel tempio di Pasiphea e nell'altri tempii delli istimati Dei dalli Gentilisicome già più avanti dicessimoquelle chi cercavano li remedii contro delliinfirmitadesapendo che gli serebbono revelati per il sonnio. Il perché tu nonti debbi maravegliare seanchora ne tempi presenti gli revela il demonio li remedii a questa ria emalvaggia generatione di huomeni e di feminele quali frequentemente conversanocon lui.

APISTIO Diche cosa vi danno speranzadoviati haver da loro?

STREGA Longavitagrande dovitia e ricchezze e continui piaceri carnali: le quali havemo ene pigliamo delettatione.

APISTIO Dehdimmi per quella fede che non hai. Ti donòlo già mai delli danari?

STREGA Giàme ne donòe alquantivero è che disparsono. Pur servai alquanti puochiquattrini.

APISTIO Veramentesono grandi ricchezze coteste. Dehpensa che cosa poi serebbes'el tepromettesse li thesori di Cresoovero ti promettesse maggiore dovitia di quella di AlessandroMagno: conciosia che era portato lo oro di quello da quaranta migliara de mulise è vero quello che scrive Curtioovero sicome dice il Plutarcho in grecoil quale così dirò in volgareper satisfare a ciascuno: era portato lo oro di esso da diece migliara digiogati orichii su le carrette et da cinque migliara de cameli.

FRONIMO Paredi contentarsi cotesta vile e sozza feccia di huomeni e di donne se le donatanti piaceri quanto non havea Sardanapalloné Smindrené Stratone. E cosìpiù oltra non cercanopur habbiano questi piaceri diabolici.

APISTIO Almancoquelle erano humane e verebenché vergognose e biasmevolima queste delle streghe sono cose da ridere eda farsi beffee sono menzogne finte e vane.

FRONIMO Tunon dirai che quelle siano vanese tu ben considerarai questo vocabulo:comentatitie et imaginariecioè parte finte e parte nuove.

DICASTO Istimoche quelle siano in parte verecioè fondate in quella cosa che è; et in partesiano fallaci e finte e non firmate in verun vero fondamento; e maggiormentecirca di quelle cose delle quale narrano alcunicome se cangiano in forma digatte et in altre figure di animali l'huomeni e donne di questo maledettogiuocoet che resuscitano li buoi che hanno mangiatosendoli poi dato dellaverga dalla Donna o dal Signore del Giuocosovra della pelle dovi vi sono postodrento l'ossa di detto buo mangiato. Il perché siate certi come tutte questecose sono imaginationiillusioniet cose che così fa apparere il demonioscelerato et astuto che sianoma in verità non sononé anchora esso le puòfare. Ma che siano alcuna volta portati per aria; et che sovente mangianobevenoet diansi libidinosi piaceri colli demoniicosì in forma di maschi come in forma di feminenon è da negarené anchor da riputare cosa falsa né contraria alla verità.Puotrebbi narrare assai cose confermate da dignissimi testimoniise non havessipaurache voi vi lamentasti di medicendo che vi havessi ingannato robbandoviil tempo concesso a voi da dover udire la strega.

APISTIO Tipriegosiacontento di riservare cotesta curiosa disputatione per infino a domane.

DICASTO Già è diputatoquello ad altri ragionamenti pur molto curiosi. Vero èse tu pur tantobrammi de intendere questosiati contento di disinare hoggi con mieco. Benchésiamo nella villa non mancarano imperò tanti cibi quanto seranno necessarii daistinguere la fame.

FRONIMO Nonè da rifiutare il convito dello amicodovi si ritrovano assai dottiragionamentibenché puochi cibi. Conciosia che è molto più aggredevole allispiriti gentili et a quelli che se delettano della dottrinail convito ornatodi curiosi parlamentiche de varietà e di moltitudine di vivande.

APISTIO Piacemmiassai ciascuna di coteste cose. Perché con una si pasce il corpoe con l'altral'animo.

DICASTO Horchiedéti pur voi dalla strega quello che vi piace. Lassarò costui qui vicarioet in mio luogoper insino ritornarò da voi. Perché voglio impore alsoprastante della mensa quello che debbia fare.

APISTIO Sustregadi': havea il tuo amoroso verun segnocon il quale addimandato da tevenesse nel cerchio?

STREGA Sihavea in questo modo: che ogni volta che mi fussi discostata dalli altri ecosìsoladue volte l'havessi chiamatoincontanente vi veniva.

APISTIO Maper quale cagione non tre overoquatro volte?

STREGA Nonlo so. Così era ammaestrata da lui. Ma anzi molto forte me ammoniva non lochiamasse tre volte.

APISTIO Chine pensi tu di questa cosaFronimo?

FRONIMO Questipatti del demonio da lui pendeno e sono in sua disposizionee non solamentequesti patti manifestima anchorli occulti. Delli quali il nostro santo dottore Agostinoinsieme conalcuni altri dottorine hanno scritto. Nondimeno pur io credo che non sianaturale causa in questo numero di duoiné anche penso che voglia dimostrarecotesto il misterio dellaDiadeo sia della dualitàdimostrato da Zareta caldeo per Pithagora alliPlatonici. O sia costui da chiamare Zaretasicome dice Origene nel libro delli Philosophumenio sia da scrivere Zaratail che usa Plutarcho cheroneo designando ilMaestro di Pithagoradechiarando una particola del dialogo di Timeooveroanzi sia da dire Zaradaconciosia che nel libro Delle leggisia nominato da Theodoritotheologo Zaradon. Ma che cosa importa al demonio di disputare di questa cosaedi questo nome? Io istimo che quivi giace nascosto qualche ingannoe qualcheastuta frode del demonio malvagio. Over anchorio penso che il facci acciò non se accordi con la voce della santissimaTrinitàe così vuole parere di non approvare quella. La quale è Dio viventein sempiterno. O forsi anchora il fa acciò tira et avertisca maggiormente l'huomodalla consuetudine delle cerimonie della nostra religione christiana. Anchora ilpuò fare per qualche altro inganno et frodeil quale noi non sapiamoritrovato dalli antichi Gentili e Pagani sotto il numero pare. Lo qualevuolevano fussi consegratoalli infericioè alli spiriti erano giù nel profondoe lo disparealli supericioè alli spiriti habitavano sovra delli cieli.

APISTIO Assaison satisfatto. Ma dimmistrega. Conoscevi tu di esser ingannata da questo tuoamoroso?

STREGA Nonmai.

APISTIO Comeè possibile cotesto? Quando tu vedevi desparire li danariche cosa istimavitu?

STREGA Inche modo desparessino non considerava. Vero è che egli da me ritornava et micomparava con molti amorosi piacerie per cotal modo mi legava che non pensavaaltro che de lui.

APISTIO Checosa addimandava che vuolessi da te quando ti prometteva tante cosequando tidava tanti piaceri carnalie che fingeva di esser tanto grandemente inamoratodi te?

STREGA Nonadimandava altro da meeccetto che renegasse la fede di Christo e non vuolessehaver speranza più in essoma che me ingenocchiasse a luie lo adorasse e lotenesse per Dio.

FRONIMO Oiniquissimoo spurcissimoo sceleratissimo spiritodetto veramente dalliHebrei Sathanassooveroadversarioe dalli Greci Diavoloe dalli Latini Calunniatore. Se puòpensare maggiore calunnia e maggiore ingiuria contrade Iddioquanto è che facci tanta forza questo scelesto colle suomalvagie parole di vuolerli robbare la divinitàe che la voglia attribuire a sécon tanta arroganza e con tante bugie? Il perché forsi ha amato questo nome didemonioo sia per dimostrare che habbia la scientiaover per dare timore allecreature. Egli è veroche è cosa supremamente a lui propria e familiareditessereordinaree comporre le insidie et inganni. Così parimente ingannò ilprimo huomosotto il nome delli Deidonde è uscito il vocabulo delCalunniatoresicome dice Giustino philosopho e martire.

APISTIO Sustregadi'. In che modo era tu discernuta e conosciuta fra li altri buoniChristiani?

STREGA Nonvi era veruna differentia fra me e li altri. Andava alla chiesami confessavanel tempo della Quaresima avanti del sacerdote de tutti e mia peccatieccettoche di questo. Dipoiandava coll'altri a communicarmi allo altare. E così nonera differentia alcuna fra me e l'altre donne. Non vietava a me coteste cose ilmio amoroso. Solamente egli mi comandava che dovesse dire alcune cose pian piane nascostamente facesse alcuni attile quali cose dette e fattealtro da menon vuoleva.

APISTIO Raccontail tutto a parte per parte.

STREGA Sendonella chiesa ne' giorni delle festecommandava a meche leggendo ilsacerdote la messa ad alta voce (sicome se suole) dicesse io pian piano: non èverotu ne menti per la gola. E quando levava quello la hostia consagrata sovra del suo capo per dimostrarla a tutto ilpopoloacciò che sia adorata e reveritavuoleva che io rivoltassi li occhi altrove e non laguardasseet anchor micomandava rivoltassi le mani dopo le spalle e piegasse le deta sotto le vestimentein cotesto modosicome voi vedeti io faciò:cioè che gli facesse le ficca. Dipoi anchora mi diceva non dovessiscoprire veruna cosa delli nostri amorosi piaceri al confessorené anchora diquelle cose che pertengono al giuoco. Egli istimava poi che non importasse cosaalcunase ben vuolesse dire al confessore le altre cose overo non le dicesse. Voleva anchorachesendoandata a communicarmi secondo la usanzaincontinentisendommi posta l'hostiaconsagrata nella boccala tirassi fuora fingendo di asciucarmi la boccae laconservasse nel facciuolo per portarla al giuocoacciò il beffassimo etischernissimo con quelli scelerati modisicome di sopra disseet anchora perchéil conculcassimo colli piedicon quelli vituperii già avanti raccontati. Dipoiportava di continuo due hostie consagrate nella mia veste cusiteperché ellome diceva che vi era tanta vertu in essesendole portate in quel modo senzariverentiama anzi con vituperioche mai non puotrebbe confessare li nostripiaceriné anchora altra cosa del giuocobenché fussi anche interrogatadallo inquisitorené con tormentiné con altri modi. Nondimenoastrengendommi imperò lo inquisitore e menacciandommi di vuolermi gravementemartoriare se non confessava queste nostre scelerate operemi comandò queldemonio malvaggio le gettasse in quel vasolo quale havea portato a me ilguardiano della pregioneper fare le mie necessitati.

APISTIO Facestiquesto iscommunicato comandamento?

STREGA Ome mischinella et infelicesì lo ubbidì. Ma non vi rencresca di udire unacosa molto horrenda epaventosa che occorse. Rompendo io infelice e sciagurata quelle sagratissimehostie nel stercocon una vergavide uscire da quelle il vivo sangue.

FRONIMO Cheodi dire hoggi? Può essere questo? Credo certamente che mai più non udirano lemie orecchie simili opere scelerate et iscommunicate.

APISTIO Anchoraio son di cotesta oppenione di non udire mai più simili sacrilegginé similihorrende opere.

FRONIMO Dehper amore de Iddiopartiamoci di qui et andiamo incontro di Dicastos'el tipiaceche ritorna da noi.

APISTIO Moltomi piace. Andiamo.

DICASTO Ohbencome vaseti satisfatti? Vi è anchora rimasta alcuna cosa da dovereintendere?

FRONIMO Dehil nostro Dicastoio te dicoche per cotal modo siamo stomacatiche nonhavemo più bisogno di pranso. Io te so ben dire che siamo per una volta satiati.

DICASTO Andiamoun puoco nel giardinoe così forsi caminando e spasseggiando vi ritornarà lo appetito. Hor sutumena la strega nella pregione.

APISTIO Inverità vi dico che non mai haverebbe creduto che se potessinonon dico farema pur pensare tante sceleritadetante malvagi operee tante iscommunicatecosequante ho udito hoggi dalla strega. Il perché avanti facilmente haverebbeperdonato a cotesta generatione di huomini e di donnecredendo che fusserocondutti da qualche leggierezzao vero da qualche mancamento di cervelloadintrare in questo erroreet anchora istimava che fussero coteste streghe estregoni ingannati dalle apparenti visioni et illusioni e fittioni del demonioet anchora (io dirò la mia oppenione) non giurarebbi che non siano ingannatima horasicomebuono e fedele Christianocome sono stato et ho creduto quello che debbecredere ciascun vero Christianonon mai consentirebbi se dovesse dare venia néperdonare a cotesti iniqui sceleratie malvaggi violatori e spreciatori dellanostra santissima fede.

DICASTO Seti dimostrarò che cotesto appertene alla religione christianadi dover credereche siano in verità fatte da questi scelerati huomini alcune malvaggie opere;et se io ti conducerò tanti testimonii il perché non puotrai fare di noncredere essere molte cose nell'antidetto giuoco che sono vere e non fintené anchoimaginatemasicome siamo consueti di parlareche siano reali: io penso che dipoi non faraiostinatamente resistentia.

APISTIO Anchoranon se piega il mio animo più in una parte che nell'altra.

DICASTO Dimmis'el te piace. Vedesti mai resuscitare verun morto?

APISTIO Nonmai ho veduto tanto miracolo.

DICASTO Creditu che possono resuscitare e' morti?

FRONIMO Nonlo negarà no.Conciosia che è questa cosa molto cantata e sovente ramentata dalli poetietanchora è scritta dalli philosophie maggiormente da Platone.Li quali narrano come resuscitarono li morti et uscirono dell'inferno.

APISTIO ancho per questecose mi acquetoin cotesta opera che è di tanto momento. E così non credoalli poetiné alli philosophi di ciòma si ben al Vangelio.

DICASTO Ioti voglio proporre anchordelli essempii di altra cosade cui non se fa mentione nella SagraScrittura. Dimmicredi tu siano uscite le navi dalle Gadicioè da quelle due isole che sono nel fine della Bethicanella estremitàdella terra nostra verso l'occidentedovi se divide la Europa dalla Africa? et anchor che siano uscite fuori del porto de Ulissipona diLusitania o sia Portugallia? e che quellerivolte verso il Zephirosiano statoportate da circa venti migliara di staggio più o manco sia come si vogliaper insino a quella tanto ampia terra (la grandezza de cui anchornon se conosce) e cosìportandole horail Zephiro per il mare Atlanticosiano giunte allo Indico seno?

APISTIO Sìlo credo.

DICASTO Tulo credi. Ma dimmia cui lo credi?

APISTIO Atanti mercatantili quali raccontano in che modo hanno fatto tal viaggiosovradelle larghe spale del marecolle nodanti navi.

DICASTO Haitu mai parlato con quelli?

APISTIO Nonho già ragionato con quellima pur alcuna voltaragionando di cotesta cosacuriosa con quelli li quali havevano udito da quelli che hanno navigato perdetti luoghilo dicevano et confermavano che così era.

DICASTO Ilmio Apistiodimminon ti haverebbono possuto ingannare quegli?

APISTIO Dehmo chi sarebbe colui chi dubitassiche l'huomeni gravi e già maturi diconsegliosi delettassino di favole e di menzogne?

DICASTO Sedunque io producerò quivi nel mezzo non menore numero di testimonii di nonmanco gravità e di non manco oppenione et istimatione de quelli tuoili qualihanno confermato con giuramento come sono portate al Giuoco le streghe e listregonie come li demonii dannoamorosi piaceri all'huomeni in effigia di donneet alle donne in figura dihuominie cotesto l'hanno havuto dalla bocca di essi stregoni e streghe con ilsagramento costrettiche ne dirai? sera' tu poi satisfatto?

FRONIMO Sepotrebbe dire veramente che colui non fussi in tal modo satisfattofussi osciocco o pazzo o vero ostinato.

APISTIO Dehper tua fededi' per quale cagione?

FRONIMO Perciò che quando sono molti di una medeme voce non pare conveniente che sia verunla debbia negareeccetto s'el non fussi da qualche buona ragione per cotal modocostrettola quale habbia tanta forza che possa gettare al basso quellaoppenione così confermata di tanti huomeni. Il che credo tu non habbi.

APISTIO Questatua ragione ha puoca forza in quelle cose che paiono soverchiare le forze dellanaturama ben assai ne ha in quelle cose ne venenonell'uso dell'huomo. Il perché non ho fatto difficultà di credere quelviaggio delle navi di Spagna nella India et a quella terra nuova e così aquelli altri luoghima ben fo gran difficultà in credere il Giuoco di Diana.

FRONIMO Puòessere uno molto maggiormente contrario a quelli che raccontano il viaggio dellaIndiache a quelli che narrano il giuoco della notturna Hecatecioè di Diana.Conciosia che detto viaggio non fu già mai più per verun modo conosciuto dallaantichitàma solamente furono ritrovati alcuni puochi segnalicon li qualidicono già giongesse non so che navi dalla India al litto di Spagna. Ma horase naviga della Europa per il mare di Ethiopia nella India. E così horagià sono signati i portiet i litti nelle tavole depinte. Anchora alpresente sono state ritrovate alcune isole di maravigliosa grandezzache mainon furono conosciute dalli antichi. Et anche non fu mai ramentatané scrittaquella ampia terrae molto maravigliosa per la sua grandezzaretrovata questianni passatila qualese fussi stata conosciuta dalli philosophili quali seimaginavano essere più Mondi nell'ordine della naturaforsi con maggioreragione haverebbono dimostrato la loro pazzia. Delle quali cose novamente contante fatiche ritrovatenon hanno fatto pur uno puoco di mentione o Strabone oPtolomeoovero anchora quellialtri che sono suto reputati più favolatori di essi. Ma delle streghen'èfatto chiara mentione nelli libri delli antichi et anchordelli moderni.

APISTIO Io sentoma non so imperò in che modoapuoco a puoco muoversi l'animo mio acciò consenti alla tua oppenione. Vero èche volentieri udirei e' testimonii promessi da Dicastodi conducerli avanti dinoi nel mezzoet anchora disidero de intendere delle ragionise ne hadell'altri oltro di quelle che ha detto.

FRONIMO Dehil mio Apistiotu debbe sapere come è segno di puoca stabilità di animodivacillare et di piegarsi mo' quindimo' rivolgersi indimo' fermarsie dipoimoversi dal luogo dovi era fermato. Conciosia che quelle cosedelle qualiavanti dicevamose non parevano a te verepur parevano imperò molte simili alverodapoi anchora contradicevi e dicevi che meritamente era da esserecontradetto da te a simili cosema hora con una certa inclinatione di animo confessi di esseretirato e sforzato di dover consentire alla nostra sententia et oppenione. Ilperché a me pare (perdonami però) che meritamente puotresti esser nuotato diinstabilitàeccetto se tu non havessi usato ironiaoverosimulatione e fittione. E cotesto non sarebbe meravegliaperché tu seiusato nelli finti giuochi degli poetiet anchora sei tu molto esercitato nellidialoggi di Socrate. Per il che interviene che le persone sono usate in dettilibrio non maio vero con gran difficultàse possono rimovere dalli dettimodi.

APISTIO Fronimomioio non fingo in cosa alcunané anche giudico che sia bisogno fra te e mede ironia o vero simulationema io te dico il veroche non vuorei cosìprosontuosamente credere una cosa di tanto momento. Il perché pare a me che siameglio di dubitarepur che modestamente se facciet anchora di scoprire etindi e quindi le dubbitationi dell'animo miocioè mo' a te mo' a Dicastosicome scopre lo infermo le sue infiaggioni e piaghe al chirurgicoche crederefacilmente senza ragione. Conciosia che è sententia di un grande huomo (si benmi ricordo) come se debbe andare pian piane di passo in passoin quelle cosele quali paiono che soverchiano le nostre forzeacciochése incontanentifossero sprezzatenon siamo da nascosto inviluppati nelli frodie pelcontrariose incontanente fussero credute da noinon siamo presi nelle reticolle suspitioni delle sciocche vecchiarelle. In vero si son stato dubbiosonell'animo miocosì mi pareva di dover dubitarenon ho imperò maicontrastato con l'animo ostinato.

FRONIMO Secosì è e che tu sia di questo buon animocioè che vogli in cotesta cosausare l'intelletto e non la volontàcertamente possemo havere buona speranzadi te. Ma ti voglio dare un buon ricordo così in questa cosade cui horadisputiamocome nell'altriche portano pericolo e sono de importanza (sìcome si suole dire): cioè che per cotal modo facci che non vadi avanti la volontà allo intellettocosì voglio direche nonvogli una cosase prima non l'haverai ben intesa e conosciuta. Ma sono alcuniche caminano pel contrario nell'ordine delli studii della dottrina: cioè primadeffiniendo e concludendo con la sua volontàoverosecondo il suo vuolereche cosa sia il veroavanti ben considerano conlo intelletto esso vero.

APISTIO Hogran sete d'intendere che cosa ha da dire in questo nostro caso Dicastoloquale vedo ritornare da noi. Certamente non puotrano essere (al mio giudicio)eccette che degne et eccellenti cosepur che'l vuoglia servate le promissioni.

FRONIMO Bisognaprimeramente istinguere lanostra famee dipoi si satisfarà alla tua sete.

DICASTO Andiamoperché è apparecchiato il pranso. Dehper vostra fedenon tardiamo piùconciosia che assai longamente havemo hoggi disputatosiché non bisogna piùdimorare. E quando poi haveremo instaurato il fatigato corpo di quello egli ènecessario per la continua rovina del naturale caloreintraremo poi nelgiardino della disputatione che ci rimane.


 

ILTERZO LIBRO

DELDIALOGO DETTO STREGA

 

delsignore

GiovanfrancescoPico dalla Mirandola & c.

volgariggiatodal ven. P. F. Leandro delli Alberti

bolognese.

 

 

Lepersone parlano:

ApistioDicastoFronimoStrega.

 

 

APISTIO Dipoi che havemo scacciato la fame colli cibi e vivandetipriegoDicasto inquisitore delli hereticivogli esser contentoche possa chiedere inanti di tutte l'altre cose unacerta mia dubitatione. La quale ha grandemente fedito l'animo miono con unoscrupoloma con una aguta lanzapensando fra me se è vero imperò quello che ha narrato la strega.

DICASTO Piacimmiaddomanda pur quello che tu vuoi.

APISTIO Nonguari mi satisfano quelle cose che dicono alcuni della pena che è data da Iddioa cotesti biasimevoli huomeni e donneper l'antidetti vitii e sceleritadecioèche spesse volte faciono la penitentia nell'inferno dopo la morteet ivi sianomartoriati gravemente. Non serebbe meglio che le prohibisse Iddio non sifacessinoche dipoi l'haverano fattedi darli la penitentia?

DICASTO Meglio certamente serebbes'el sereferisce questo a colui che ha fatto le malvagie opereperché s'el nonhavesse operato malehaverebbe fatto ben per sé.

APISTIO Dunqueperché non le prohibisse Iddio? Non serebbe maggiore cosae più divinasefussero divinamente vietate?

DICASTO Sonoben vietate con la leggema non con l'opera. CioèIddio le prohibiscemediante la leggema non vuole per forza tenirel'huomo non operi a suo piacere.

APISTIO Perchéè permessa da Iddio la malgradevole operationeet il peccato? cioèperchépermette che l'huomo facci il peccato?

DICASTO Perchéè libero l'huomoet è in suo arbitrio e volunta e libertà di operare sicome a lui piaceo il ben o ilmale.

APISTIO Nonsarebbe stato meglioche non fussi mai nato coluilo quale conosceva Iddioche dovea rovinare in queste grandi sceleritade et iniquitade?

DICASTO Sìserebbe stato certamente meglioche non fussi mai apparuto al mondo colui chipersevera ne' peccati per insino al fine di sua vitama che fussi morto nelventre di sua madre.

APISTIO Mase mai non fusse stato per verun modopensi che tu fosse meglio per quello?

DICASTO Perchi?

APISTIO Perlui.

DICASTO Perdonammiil mio Apistio: tu parli molto scioccamente. È possibile tu non consideri chequesta è una pazzesca questione? Conciosia che tanto fra sé sono contrariielloe nienteche uno è rovinato dall'altro. Non sai tu che non puòintervenire veruna cosa o sia prospera over sinestra a niente che ci imaginamo?

APISTIO Perqual cagione dunque ha creato Dio coluilo quale conosceva dovesse andare allieterni supplitii?

DICASTO Persua somma et infinita bontà.

APISTIO Comesia possibile cotesto?

DICASTO Cosìè possibile: perché non sia soverchiata la infinita bontà di Iddio dellaperversa malitia dell'huomeni. E così se narrache respondesse santo PietroApostolo a Simon Magosendointerrogato da quello quasi di simile cosase ben referisce Clemente ladisputatione fatta fra essi. Dimmi un puocoApistioti parebbe fussi ben checessassi Iddio da tanto gran beneficiocioè di creare le animeper respettodell'huomo che'l dovesse dapoi male usare? conciosia che è opera di somma bontàe de infinita potentia. Anchorase ben considerarai con la mente tua tutte levertude et opere di Iddio dimostrate al mondotu vederai che se cava fuori lagiustitia da se medemesolamente strengendo quellili quali più presto hannovuoluto fuggire la bontà e la benignità di quelloche receverla. Né anchoraper questo se istingueoverose diminuisce la misericordiaconciosia che manco punisce quelli cherechiederebbe il rigore della giustitia. E sovente uscisse qualche cosa da essasceleragine perpetrata per li rei e cattivi huomeni e donnecavata da Iddio perqualche megliore fine. De cui dice santo Agostinoche è tanto buonoche nonpermetterebbe venisse verun malese non vuolesse da quello trarne maggior ben.Il che spesse voltesi non sempreè stato veduto uscirne de' mali il bendalli dotti huomenise ben forsi non sia suto considerato dal rozzo volgo. E per dimostrare che così siastatovoglio narrare alcuni puochi essempiibenché se puotrebbono ramentareinfiniti. Leggiamo qualmente fussi venduto il giusto Giosepho da frateglicongrave loro peccato. Il rozzo volgo non pensa più oltrama solamente egli èaggradevole l'historia; ma l'huomeni dotti e di gran spiritopietosamenteconsiderandoavertiscono qualmente per detta iniqua e malvagia mercantiainterviene che dipoi fu fatto Iosepho quasi signore e re di tutto lo Egittoeche liberò il padre e frategli e tutta la fameglia dalla morteche gli sarebbeintervenuta per la carestia della vittuaglia. Et anchorconoscono qualmente seguitarono per detta ingiusta venduta molti e grandimisteriili quale ramentano con gran riverentia. Anchorper i tormenti et occisioni e crudeltade che fecero i tiranni controdelli servi de Iddiorispiande la vertù e gloria di essi martiri. Ma che piùdirò? Per la crudele morte e durissima passione et vituperosa morte di misserGiesù Christo vero Dio et huomoapparvi la infinita buontà de Iddioriscuotando e redimendo tutta l'humana generatione dalla eterna morteetaprendo la porta della misericordiaet anchordella giustitia.

APISTIO Dohquanto ben hanno satisfatto a me coteste tue ragioni. Così anche pare a me chisia il vero quello che tu ha detto. Ma horasendo io satisfatto da te quanto a queste dubbitationipregoti vogli seguitare il già comenciato ragionamento avanti del pransocioèdi narrare come egli è cotesto Giuoco cosa vera e non fintané ritrovatanelle favolesicome promettesti di dover dimostrare.

FRONIMOVuo' tu credere a tutte l'historie?

APISTIO Noperché se ritrovano delle favole narrate con colore de historiasicome è quella favola samosatenacioè di Luciano. Anchora sono moltealtre historie percotal modo incertee scritte in duoi modie sovente anche in piùtanto variee disconvenevoli fra sé di una medeme cosache paiono esser non guari discostodalle semplici favole.

FRONIMO Certamentetu respondibene non manco ben intendi. Il perchésicome alcuna volta rispiandefra le tenebre et oscurità delle favole un puoco di lume della veritàcosìfra le narrationi delle historieche sono fra sé contrarieforse ne ritroverai una verae così sendo l'altre false è necessario di annoverarle frallefavole. Conciosia che non sie possibileche combatti la verità con laverità. Mao Dicastoa me pare d'intendere quello che vorebbe Apistio.

DICASTO Checosa?

FRONIMO Unahistoria da moltitestimonii approvataa cui non se ritrovasse altra narratione contraria dimaggiore overo dieguale auttorità.

APISTIO Inverità tu hai detto quello che desideravo.

DICASTO I'vi prometto di dimostrare chesicome pertene alli Christiani di dover credereche si facci questo maladetto et iscommunicato Giuococosì anche gli apertenedi doverlo istirpare e svelgere e rovinare. E così vi prometto di narrare assaihistorienoncontrarie fra séma sì ben molto concordevoli e simili. Anchorvoglio fare condurvi qui avanti la stregae la costregnerò con ilgiuramento acciò confessi il vero. Suo guardiano della carcereprestoconduce quivi la strega. E sapiati qualmenteli testimonii che vi producerò sono moltie sono pigliati da quelli chesono havuti dall'huomeni costretti colli giuramentiet anchora sono iscrittiper memoria de quelli seguitarano dietro a noi et anche per approvare la verità.

APISTIO Cotestoho a piacere de intendere. Horsù dunquecomenza.

DICASTO Benchévi potrebbe mandare a leggere li libri scritti di queste cose con gransollecitudinee so che cotesto non spiacerebbe a Fronimoil quale mostra dihavere studiato in tutte le generationi de scrittori per quella degnadisputatione che ha fattopur non mi pare per horadi farloperché conosco che Apistio non remanerebbe contentoil qualedechiara con il suo parlare tanto elegantedi haver gran pratica nelli libriscritti con il polito e terso stiloet anchorpare dilettarsi grandemente de quelli scrittori politi et ben accomodatinel parlareet ornati di un certo fausto e pompa di eloquentiae così pareche non li piacerebbono quelli altri libri privi de detta policiae di detta elegantia di dire.

APISTIO PuòesserDicastoche tu condanni queste figure di rethorica? overoche spreci l'ornato parlare così delli versi come della prosao siasciolta oratione?

DICASTO No.No. Non mai l'ho fattoné anchorson per farlo.

APISTIO Èpur imperò usanza de alcunili quali quando haranno intese la dottrina deParisecioè quella che è scritta per questiuncelledi vuoler ischernire ebeffare la continuata orationeben ordinata e distintamente composta collicolori e figure rethoricebenché anchora pur ho veggiuto delli libri iscrittia Parise da essi barbari elegantemente et ornatamente composti.

DICASTO Vuorestimai tu che fussi uno di quelliche sono annoverati fralli rozzi et ineleganti?conciosia che so come così elegantemente scrissero san Giovanni Crisostomoilmagno BasiliotreGregorii in grecoet in latino san GeronimoAgostinoAmbrogioCiprianocon molti altri?

APISTIO Dimmiscrissero anche egli versi?

DICASTO Sìalquanti di loroacciò lassano alcuni di direcome era convenientenell'antidetti tempi di scrivere in quel modoconciosia che anchoracombattevano colli nemici della fede di Christo colli versi. Non mancano anchorane nostri tempi di quellili quali facilmente sono tirati alle sagre cose dellasantissima fede di Christo con lo elegante stiloe con lo accomodato parlare.Pur che sia castae sobriacioè soda e senza errore e senza favolelaeloquentia non solamente non debbe essere condennata e riprovatama anzi debbeessere da tutti lodato sicome eccelente buono fralli mortalichi è approvatocon la ragione et auttorità delli antichi e sapienti dottori.

APISTIO Chelibri sono cotesti? et in che tempo furono scritti?

DICASTO Sonomolti. Vero è che alcuni di essi furono scritti già sesanta anni faet uno viè chi fu composto nella nostra età.

APISTIO Chifurono li auttori de ditti libri?

DICASTO Credoche fussero belgicioè galliover germani e thodeschi. Ma di quello ultimode cui ho dettofurono li scrittori duoi thodeschi. Li quali si sforzarono dispaccare e rompere li maghi incantatori e le streghe con un martelloe molto piùfortementee con maggiore giustitiache non fece Nicocreone tiranno di Ciproad occidere colli maltelli Anassarco abderite philosopho.

APISTIO Dechi stillo sono?

DICASTO Diquellochi volgarmente se chiama parisinocioè per questiuncellema sono scritte con moltasottilitàquanto sia possibile a scrivere di essa materia de cui parlanosiccome imperò a mi pareet anchorsono fermati con la verità delli testimonii de santi huomeni. E nonsolamente pare a me cotestoma anchora a molti eccellenti theologgi. Ilprencipio di questo ultimo volume comencia dal Pontefice Maximoet il fin è approvato con la auttorità di Cesare. Giàho chiaramente e fermamente inteso come l'antidetto libro fu publicamenteapprovato dalli dottori di sagra theologia dell'università di ColoniaAgrippina.

APISTIO VuoreiDicastoche tu mi narrassi quelle cosele quali tu hai promesso di narrare alproposito nostroo siano di quelle da quei luoghi cavate overoda altri luoghiacciò le possamo meglio intendere con il tuo parlareconciosia che meglio le dechiararai narrandole tu. Il perché sendo anchor quivi presente alla disputatione il nostro Fronimocredo che anche a lui non serà grave di ramentare dell'altre cose che forsi nonsi ritrovano scrittesicome per sua gentilezza hieri et hoggi non li parvigrave di narrare molte cose degne che non sono scritte in quelli libri. Et anchorla stregala quale già se appropinqua a noi condutta dal guardianodella prigioneforsi ramentarà dell'altre coseoltro di quelle c'haraccontatoche non sono anche elle iscritte in verun libro.

DICASTO Soncontento di fare hora comevuoi. Pur imperò chiedendoviperdonanzase diròe qualche cosa che non siati consueti di udire. Conciosiachese ben ho apparato le littere grece e latinenondimeno imperò non mi sonocon menore studio essercitato fra li theologgi. Li quali lassano la politia etornamento delli vocaboliet anchora tanta tersitudine di parlare e solamente sesforzano di conoscere le cose come in verità sono.

FRONIMO Egliè menore danno quello delle paroleche quello della cognitione delle cose. Maè ben veroche io istimo che colui debbe esser essaltato e lodato sovradell'altriil quale ha l'ornato del parlare congiunto con la cognitione dellecose: cioè sovra di quelli chi hanno solamente o l'uno o l'altro. Vero è chese pur non si possono havere amenduoiistimo che è meglio di havere lacognitione delle coseche'l parlare polito et ornatodi eloquentia. Benchésicome ho possuto conoscere per il tuo ragionarepossevi lassare stare diaddomandare questa venia e perdono.

DICASTO Iodirò latinamente al meglio puotrò. Hor sucomenciarò. Avanti di ogni cosavoi dovete sapere come egli è chiaro e manifesto che colui che negasse essereli demonii meritarebbe diesser schacciato fuori della catholica Chiesasicome grandemente contrario allaSagra Scritturae maggiormente al Vangelio.

APISTIO Concedocotesto esser varissimo sanza verun dubbio.

FRONIMO Anchemeritarebbe di essere scacciato costui di simile oppenionecioè che dicessenon esser i demoniifuori della Accademia e dal Liceocioè fuori dellaschuola di Aristotele. Conciosia che appo di Platone e di tutti e' Platonici è fatto non puoca memoria dellidemoniia cui non è contrario Aristotelema anzi sovente ne fa mentione nonsolamente nella EthicaPoliticae Rethoricama anchornell'altri luoghili quali horanon scrivo.

DICASTO Èben vero che ne fanno ricordoma sono imperò in questo differentiati dallinostri dottoricioè che quelli istimano vi siano delli demonii buoni e dellimalvagi e perversi. Ma noi dicemo che tutti i demonii sono perversiiniquiemalegni. Li quali benché li nominamo sotto di cotesto nome Satanassoe didiavolipur più chiaramente anchora sono significati per questo nome demonio.Il perché dice il propheta DavidTutti li dei delle genti sono demonii. Elo apostolo Paulo ancheegli scrive. Non vuorei doventasti compagni delli demoniie in uno altroluogo diceCredono e demoniie tremano di paura. Non fu già mai verunhuomo savio che dubitasseche quando li malificiincantadorie streghe estregoni rovinano le frutta colli suoi malvagi incanti e legano e dipoisciolgono a suo piacere li beni del matrimonio (cioè che fanno per modo che licongiugati nel matrimonio non possono havere honesti piaceri insieme) e dipoiquando le piace gli danno facultàdi puoterli havereet che anchora tormentano le creature fuori delconsueto modo della naturache non siano fatte dette cose con patti econventioni delli demonii. Et per questo et anche per molte altre cagioni sonostate ordinate molte altre cose contra di cotesti rei et iniqui huomeni e donnedalli theologgi così antichi come moderniet anchora dalla Sacra Scritturaedalle leggi canonice della Santa Romana Chiesaet anchordalle leggi imperiali. Imperò che ritroviamo il comandamento de Iddionel Deuteronomiocome se debbono uccidere li malefici et incantatori; ilsimile comanda nel Leviticocioè che siano lapidati li arioli e quellichi hanno il spirito phitonicocioè li divinatori. E Gratiano raduna assaicose nelle 24avigesima sestacausa de' Decreticontro di cotesti scelerati malefici. Anchora sepossono vedere quelle cose che scrive Santo Agostino ne' libri della Cittàdi Dioe della Dottrina Christianadi questa maladetta generatione.Il perché se posson più puoche cose raccontare oltra di quello che ha essosantissimo e dottissimo huomo scritto in quei luoghi. Io taccio li modernitheologgili quali non puoco hanno scritto contradelli malefici et incantatorie parimente anche contro delli maleficiiet incantamenti. Sono anchora constitute leggi contradi essi malefici e mathematici nelle Civili Leggi cioè nel Codigo diGiustiniano Imperadore.

FRONIMO Anchorse vedono assai cose ne' libri de moderni philosophicosì de' Platonicicome de' Peripateticicioè di Iamblicodi Procloe di Porphiriole qualiposson esser molto a proposito.

APISTIO Sicomeio non nego che siano e demonii eche posson fare assai cose con la sua perfida malitiacosì anche io desideroche mi siano dechiarate quelle cose che propriamente pertengono a questestreghe: cioè se vanno al giuoco overo vi siano portate con il corpoe non solamente con lavolontà o con una imaginatione e finta representatione.

DICASTO Suoledare gran fastidio questa questione e cagionare gran dubioin molte personetragendone occasione dalle parole del Conciliodelliquali n'è fatto avanti mentione. Le quali parole leggonsi nella quinta questiondella vigesima sestacausa. Il perché credono alcuni non esservi presenti alli detti giuochi questedonnuzze e huomuzzi con il corpoma solamente con la imaginatione. Ma alcunialtri dicono esser cotesto Giuoco una nuova specie di heresia diversa da quellaantica superstitione. Anchora altri vuoleno che la sia totalmente quella medemema che ivi sia fatto solamente la querellaet imposta la pena a quelli che istimano essere Diana DeaoveroHerodiadeovero chi credono che si cangiano e trasformano e corpi humaninelli corpi di gatte o de altri animali per opera del demonioet anchora quelli che affermaveno di esser forsi per tal modo discernuto il raptodella mente quando se fache se può ben conoscere e reconoscere peresso se sia portato il corpo in quel luogo dovi salisse la menteconciosia chedica san Paulo apostolodi non sapere cotesto. Ma queste streghequando sono portate con il corpononsono rapite con l'animocioè sicome si suole direnon sono in spiritoma purse fussero rapite in questo modosarebbe diversa natura del raptoda diverso prencipio uscita. Vero è che sono portati alli ballieconvitiet alli lascivi piaceri della notte vuolendo e vigilando. Il perchéFronimoè da me approvata la tua distinctione della disputatione di hiericonla quale conchiudesti come cotesto Giuoco delle streghe e malefiche è anticoquanto alla essentia e sostantia ma è nuovo quanto alli accidenticioè quantoalle cerimonie.

FRONIMO Seho ritrovato nell'antiche superstitioni del demonio il cerchiolo unguentol'incantoil caminaredelli corpi humani peril spatio dell'ariali conviti apparecchiatili piaceri carnali donatiall'huomeni e donne dalli demonii infigura de maschi e di femineche cosa ci manca piùacciò non istimamo essereantico il commertio e familiarità delli spiriti malvagi e scelerati colliperversi et iniqui huomini? Ma perché se ritrovano alcune cosein questovituperoso et iscommunicato spettacolo di demoniihora da molti narratele quali non si leggono fusseroanticamente dimostrateho detto la cagione: cioè che il tutto se attribuissealla grandissima astutia e malignità del scelerato e perverso nemicodell'huomo. Il qualein diversi tempia diversi ordini e gradi di huominihave apparecchiato molte arti e modi d'ingannarliacciò che cosìcon dettivarii costumie con diversi inganni e piaceritragesse essi huomeni nelleprecipitose rovine delli peccati.

DICASTO Percotesta ragione assai a mi è piaciuto quello che hai detto.

APISTIO Dunquevoi credete che siano portati colà con il corpo?

DICASTO Sìcredo che siano portati alcuna volta con il corpo; et alcuna volta che cosìfacilmente posson esser ingannati: cioè che sendomalamente illusa e schernita la imaginariapotentiase pensano e gli pare di essere portati corporalmente oltro diGargarache è uno delli colli del monte Idaet anchorgli pare di trapassare lo Ascanio lago di Frigiaet anchodi andare oltro dello ululato dello altissimo Monte Caucaso della Indiacoll'armi delle Amazoni. Epensano di volare colle penne di Dedalosicome le pare nel sonno. Ma per questecose non sono perseguitati né presi dalli inquisitoriné anchoressaminatiné tormentatiné condennati overogiudicati. Ma per questo noi cerchiamo con ogni diligentia cotestistregoni e streghe e malefici; perché hanno renegato la fede di Christo chipigliarono nel santissimo battesimoe promissono di servarlaet anchorperché hanno ischernito e beffato li sagramenti della santa Chiesaethanno sprezzato Christo vero dio e vero huomo redentore del mondoet hannoadorato il nefandissimo e spurcissimo Demonio in vece de Iddioet anchora permolti altri maleficiiche hanno fatto li quali serebbono troppo longhi dadoverli raccontare. Per queste cose et altre simili fatte contro de Iddio edella suo trionphantissima fedenoi li perseguitamo e li essaminamo e facciamoi processie così dipoi retrovati e convinti nelle loro sceleritade per talmodo che non lo posson negarediamoli nelle mani delli reggisignoriprencipie baronioverodelli loro ufficialiacciò li puniscano e gli diano la penitentiasecondo che comandano non solamente le leggi antiche della Chiesa ma anchora lenuoveet anchora ne' nostri giorni rinuovateprimeramente da papa Innocentio ottavo e da papa Giulio secondo.Vero è che ti ammonisco che ben avertisse da istimareche non siano portato algiuoco corporalmente la maggiore parte di cotesti rei huomini.

FRONIMO Ilnostro Dicastohieri ammonii Apistio e gli feci intenderecome non dovessesprezzare e farsi beffe di quello chi è creduto da tutti over dalla maggiorparte probabilecioè che se possa fare in tale e in tal modo. Conciosia che èsententia di Aristotelecome non è in tutto falso quello chi è detto da tutti. Il cheintendendo quel glorioso Thomaso Acquinatoannoverato fralli santi per la suabontà e pietà et anchor per la sua egreggia dottrina reputato frallieccellentissimi dottoriistimò essere delli demonii li quali davano carnalipiaceri all'huomeni et alle donne in effigia di maschi e di femine: detti Incubie Sucubi. E questo maggiormente confermò nel secondo libro delle Sententieperchévi erano molti saggiprodiet ancor dotti huomeni di cotesta oppenione. Il perchéo Apistionon vuoler contradire a quello che è stato tenuto vero con tanta publicafamaet anchor approvatocon il consentimento di tanti eccellenti dottori.

DICASTO Benet ottimamente l'hai ammonito. Ma anchoracciò se possa haver maggior certezza di cotesta cosavien qui da mestregae giura alli santi vangelii de Dioli quali ho postosotto le tua mani come tu vedidi racontare e di respondereil vero di quello serai interrogata. E sappi qualmente sei ubbrigata atale giuramentoche se tu ne mentirai e dirai pur una menoma bugianonritrovarai perdononé remissioneappo di noi; et anchorpur pensa di non ritrovarla nell'altro mondo appo de Iddio.

STREGA Hogiurato. E così siate certi che non vi ingannarò né anchormi.

DICASTO Dunquedimmi: era tu portata al giuoco con il corpooverosolamente con l'animao sia con la imaginatione?

STREGA Conil corpo insieme con l'anima.

DICASTO Comepuo' tu sapere di essere stata portata per aria colà con il corpo congiunto conl'anima?

STREGA Perchéio toccava con queste medeme mani il demonio detto Ludovico.

DICASTO Dehche cosa toccavi tu?

STREGA Ilcorpo di quello.

DICASTO Èmo' queltale quale è ciascuno delli nostri?

STREGA Èpur più molle.

DICASTO Vierano quivi delli altri colli corpi?

STREGA Osì sìin gran moltitudine.

DICASTO Ecosì dicono tutti l'altri che ho già mai essaminatoanchorsanza darli verun martorio. Et il simile anche dicono li inquisitoridell'altri luoghi: cioèche essaminando quelli di questa maladetta compagniacome similmentehanno rispostinon discostandosi da quello che hanno confessato quelliin questo medeme modo. Benché sapiamo che cotesta non è la cagione per laquale debbiano esser martoriati e punitima anci per haver violata e rota lafede promessa nel sacro battesimonondimeno imperò tutti e maschi e le feminedi questa sceleratissima radunanza e compagniacosì di questo castello comedell'altri luoghi del mondocosì dell'Italia come fuori di essadicono inquesto modo et confermano esser il vero di esservi portati corporalmenteconquell'altre cose delle quale ne ha detto la strega. Et acciò maggiormente loposseti crederevi voglio narrare una historiache non fu favolané anchora è cosa anticamanuova. Già puochi mesi passati era portato nelle brazza della madre unfanciullino maschiosicome si suolea quella fortissima rocca di questo nostrocastello che è circondata di larghissime fosse et intorniata di fortissime etanchora altissime mura. Horavedendo detto fanciullinoquello sceleratissimo donBenedetto Bernioil quale fu dipoi brugiato per le sue malvagie opere (sicomeavanti dicessimo)che parlava allhora con il castellano della rocca suoparentegli viene incontinente una brammosa e bestiale voglia di asciucarli ilsangue. Il perché molto gli parvi più longo quel giorno che non pare a quelli li quali debbonorecevere la mercede delle sue stentate faticheper tanto bestiale appetito edesiderio havea di gustare dell'innocente sangue del detto fanciullino. Horsendopur al fine giunto la oscura notte delle sceleritade madrese feceportar per aria al demonio e fermarsi nella casa dove giaceva il mischinellofanciullo nella cuna. Et asciugò tanto sangue da quello infelice bambinocheromase sicome una trasparente ombra che presto presto passanon havendo effigiahumana. Ma non maiimperò fu conosciuta la cagione dell'infermità di essoné della pallidezzaper in fino che non fu giudicato e condannato esso malvagio huomo al fuogo.Perché allhora ello addimandò perdonanza al padre del fanciullino per il malehavea fatto. E cosìandò e ritornò per aria passando sovra di quelle alte mura dell'antidettaroccala quale vedeti colà. Vadi mo'avantarsi l'antiquità delli Antropophaggicioè de quelli popoli di Scithiachi magnaveno le carni dell'huomeni; et anchora pur maravegliassi la nostra etàdi quelli huomeni hora ritrovatinelle isole del mare Eoi cioè orientaleche anche essi se cibano colle carnihumane: conciosia che nel mezzo della Italiain una regione molto habitata efrequentata dalli mortalidiscosto da ogni ferità e bestialitàsi èritrovata una grandissima compagnia d'huomeni cosi maschi come feminela qualeè pasciuta per instigatione del demonio di sangue humano.Ma ritorno a testrega. Che piaceri havevi tu nell'opre lascive con uncorpo di aria?

STREGA Nonso con chi corpo. Ma so ben questoche havea molto maggiori piaceri con lui checon il mio marito.

DICASTO Non havevi tu mai paura et horrore e spaventoconoscendo che quello erail demoniocon il quale tu havevi questi iscommunicati e scelerati piaceri?

STREGA No.Conciosia che non vedeva altro che una figura di huomoeccetto che ne' piedili quali non parevano a me sicome la facciail petto e l'altre membra.

APISTIO Ochi figurao chi aspettoo chi effigia di finto animaleet di finta bestia?

FRONIMO Egli è imperò taleche nasconde la crudeltà et asprezzae dimostra una gentile forma et suavemolitiacon altri beltadedalle quali sono quelli dolcemente tirati elusengati. Fingono l'antichi che essercitasse Venere l'ufficio di cacciatricecercando per le selve li lascivi piaceri di Adonoacciò ne traggesse a sé ilcacciatore. Il perché dice lo ingeniosoPoeta:

 

Nuda il gignocchio al modo di Diana

Cinta la vestee cani ellanimali.

Della preda securaadhottae inganna.

 

Et anchora non altrimente ingannò il pastore Anchiseeccetto che in quelmodoche è aggradevole ad un huomoche habitasse nella villa. Così anchorcantassi in un certo hinno da Homeroin che modo se rapresentò pur essa Venere avanti di detto Anchiseineffiggia e grandezza di Admeta vergine. Il perché ivi si ritrovano quelleparole grechele quali horale taccio.

DICASTO Dehper tua fede e gentilezzasia contento di trasferirle in volgare.

APISTIO Horsùdille in quel modo che facesti hieriquando tu dicesti quell'altri pur grechenel nostro volgare.

FRONIMO Nonsempre è accordata la cetrasicome si suole direper dovere suonarenéanche sempre succedenno piacevolmente e secondo il disio le cose fatte allasproveduta e presontuosamente. Così nel trasferire il parlare greco in latinoet in volgare non si debbe fare senza buon pensero et agevolezza di tempo.

DICASTO Priegotich'el vogli hora trasferiregiustamente se puoi; se anchora non puoi fare come vuoifa al meglio ti siapossibile.

FRONIMO Ioson contentoper non parere di esser ostinato. Così vuole dire:

 

Ste' Venerenata deltonante Giove

Avanti di Anchise in forma e figura

Simile a Adameta fanciulla pura.

 

DICASTO Checosa pensi tu volessi significare quella similitudine del Poeta?

FRONIMO Nonpuoco il dimostrano quelle cose avanti precedonoet anche quelle che seguitano.Conciosia che addomandò colui che caminava solo discosto dalli suoi buoiloeccitò e svegliò con il splendore e con la gratiae lo tirò a doversimaravigliarefingendossi mortale; e così dipoihavendoli raccontato lageneratione e successione delli suoi antichi con longhe favolelo condusse alfine alli lascivi piaceri.

APISTIO Holetto come feci Anchise la meritevole penitentia per dette coseconciosia chefu percosso dal fulgoree così ritrovo che gli fu annontiato qualmente cosìgli dovea intervenire.Il perché ritroviamo quel verso scritto in grecolo quale horahora così lo dirò in volgareperché so vi serà molto aggrado. Loadirato Giove fedisse con l'ardente fulgure.E benché dimostra ch'ello dovea esser percosso con tale pena epunitione per respetto del peccato chi era manifestatonon dimeno anchorainanti significa come colui serebbe punito dalli Deiil quale desiderarebbe divuolere havere amorosi piaceri e libidinose delettationi con essi Dei. Perilchécon ingegnose e maravigliose favole fingono l'antichi qualmente per simili cosefussi uccisa Semelefigliuola di Cadmodallo fulgure.Né anchora sono contrario a Callimachoin quella cosa che se narra diTiresia Thebanocioè che fu privato del vedere dalla dea Giunone perché haveahavuto amorosi piaceri con Palladeo almanco havea cercato di haverlibenchéaltramente lo racconta Ovidio.Vero è che Callimacho finge questa cosa con più honestoparlaredicendo che così gli intervenesse perché vide Pallade ignuda.

FRONIMO Checosa ne havemo per questa favola?

APISTIO Iote lo dirò. Havemo questo al mio parere: che io pensoo al manco dubitochesiano tutte queste cose e simulate e finte.

FRONIMO Istimatu che apparesseno li demoniiin quelli antichi tempi di quelli baroni di Troia e di Greciali quali demonii credo chetu sendo christianosiano fermamente da te tenuti essere una ria emalvagia schiatta e generatione de spiriti?

APISTIO Osisifermamente lo credo.

FRONIMO Dehnon ti rincresca di rispondere. Da chi procede che pare tu non vogli credere chequelli malvagi spinti desiderassinoet anche cercassinodi dare lascivipiaceri alle donnein forma di huominiet all'huomini in effigia di donne?

APISTIO Dehche è ben gran cosa questa da dovertirispondere. Io te lo dirò. Per ciò non lo credoperché noi sapiamo qualmentenon sono i demonii di carnené di ossacome noi: il perché non si possono delettarein cotesti carnali piaceri.

FRONIMO Egliè pur una gran cosaApistioche tu non ti vuoi ramentare di quello chesovente havemo detto. Il perché se tu te lo ricordassinon ti maravegliarestiné anchor direstiquello che hora di'.Già spesse volte è stato detto come danno essi maladetti nemici de Iddio etdelli huomini cotesti scelerati piaceri carnali alli huomeni et alle donnenonper delettatione che habbiano essi rei spiritima solamente per ingannare glihuomenie conducerli ne' peccatiet al fine nell'infernodove essi sonoconfinati in perpetuo.

APISTIO Ilmio Fronimoti pregonon ti turbare. Pur anche io ho un dubio:s'el non fussi per altroeccetto che per tirare l'huomeni nelli peccatinon se direbbe che havessero havuto figliuoliconciosia che sovente se leggidelli figliuoli delli Dei. Anche mi ricordo qualmente giàdui di fadicesticome era pur qualche fondamento delle favole. Perilchése gli è qualchefondamentode chi sono donque figliuoli quelli detti figliuoli delli Dei? perchéli spiriti senza carne et ossa non possono generare.

FRONIMO Cotestanon è puoca dubitationeconciosia chefacendo Moisesmemorianel Genesisdelli figlioli di dio e delli figliolidell'hominifurono alcuni che istimarono fussero significati per essi quellipiaceri carnali havuti fralli demoniie le donne; et altrivuoleno siano significati li libidinosi piaceriche haveano l'huomini della giusta generatione e stirpe di Seth colle feminedella ingiusta generatione della schiata di Cain. Il perchése alcuna volta selegge di qualchunoche fusse detto figliuolo o di Giove o di Apollinenon peròse debbe credere che costui veramente sia nato del sangue delli demoniiconciosia che non hanno sangue; ma se debbe istimare ch'elsia nato del seme di qualche huomoda cui l'haveran pigliato. Serebbono assaicose da raccontare del modo de cui paiono essere generati gli figliuoli dallidemonii che hanno libidinosi piaceri colle donne: ma per non aggravare leorecchie del pudico lettore pare a me di tacerle nel parlar volgare. Anchorpuò esser che qualche volta quelli che sono stati reputati figliolidelli dei o delle dee siano stati rubbati sendofanciullini dalle loro madre per i demoniisendo anchor essenel partoet occultamente posti sotto di quelle donne che ingannaveno et ledavano libidinosi piacerifacendole parere che essi l'havessono generati diquelle. E così con doppia frode le ingannavanocioè primieramente facendoleparere che gli concepisseno e parturisceno e dipoi facendoli nudrigare in vecede suoisendo dealtrui. Ma se pur fussi qualchuno che volesse dire che in verità fussero statigenerati quelli chiamati dalla antichità figliuoli e figliuole delli dei edelle deee non esser stata frode in portarlima che così fussero generatidalli dei e dee(benché credo che sia il falsoconciosia che conosco comesono assai cose favole)direi come furono generati del seme delli veri huomeniportati dalli demonii neltempo della concettionequando davano lascivi piaceri a quelle. E così inquesto modo se defenderebbe da essi il nascimento di Enea nell'Asia e quello diAchille nella Greciali quali furono dignissimi huomini ne' tempi heroiciosia di quelli eccellenti baronicosì di Troia come della Grecia. Anchorse puotrebbe dire qualmente in questo modo concepì la reinaOlimpiamoglie di PhilippoAlessandro Magnonella Macedonia; e nellaItalia la madre del grande Scipione Africano.

DICASTO Ilnostro Fronimocertamente paiono coteste cose che tu hai raccontato moltesemiglianti a quelle che narra santo Agostino.

FRONIMO Dirottianchor molto piùavanticome non solamente tiravano a se li demonii iniqui e scelerati le femine colli lascivi e carnali piacerima anchor tentavenol'huomeni del maladetto vitio della sodomiacolli maschi. Il perché facilmenteera persuaso alli mortali cotesto sozzo e vergognoso amore de' fanciullicoll'essempio de quellili quali erano tentati dalli demoniidicendo che pigliaveno il fiore di essi fanciulli. Hebbe questovergognoso e scelerato viciodi contra natura primieramente origine dell'Asiae de indi nella Greciae nella Italiae poi in puoco spatio di tempo intrò per insino nelli Celtipopoli della Gallia. Perilché non è dubbio che la capturae presa di Ganimede in Troia non sia anticae non solamente è manifestolo molto antico incendio e ruinacon il fuogo di Sodomadi Gomorrae di quelle altre cittade della Asiaappo delli Christiani e delli Giudeima anchor è ramentato dalli Gentili. Fu primo authore appressodelli Thracicosì di questo puzzulento vitio come del culto et honore delliDeiOrpheosendo andatodi Asia nella Thracia. Vero è che sono alchuni altri che vuoleno fussi il primoinventore di esso sceleratissimo peccatono Orpheoma Thamira. Fu già percotal modo volgato e manifestato questo tanto sceleratissimo vitioche eracreduto dalli rei e malvaggi huomini che'l fussi licito. E così pareva appressodelli Celti che'l fusse senza verun punto di peccatosì come dice Aristotele.Vero èsicome crediamo che sia estinto e ruinato in quelli paesi per ilbeneficio della santissima fede di Christocosì maggiormente vi è stato inconsuetudine appo delli Persiper la già antica sceleritàe perché non viè stata ferma la legge di messer Giesù Christo. Per la quale santissima leggeconoscemo quello che è bonoe che se debbe seguitaree parimente intendemo quello che è malo epeccatoe che se debbe fugire. E così il demonio rio e perverso non solamenteritrovò quelli maladetti giuochie quelli scelerati piaceri carnalipertirare a sé con simili piaceri quelle femine erano inclinate alla libidineet anchorinvitandole alla generatione delli figliuoli la naturama anchora ritrovòquesta abominatione della sozza e sporca libidine contranatura. E non contento anchordi haverla solamente ritrovatama acciò maggiormente ne tirassil'huomenianchor promettevadiversi premii a quelli che se fussero grandemente delettati et essercitati inessa. Il perché promesse ad alcuni la perpetua vitacioè la immortalitàsicome fece a Ganimede. De cui racontano i libri qualmente crederono l'antichinon manco impiamenteche scioccamenteche'l fussi portato in cielo.Ad altri anchor promesselo indivinaresicome a Branco pastore. De cui dicono colle sue favoleche glifu inspirato il vaticinio di Appelline.

APISTIO Ioti priegononnarrare più di coteste cosele quale sicome sono manifeste a me così sonomaravigliose. Ma vorei intendere di quelle che sono occorse per altri tempi.Conciosia che credo siano poche cose occorseperché io istimo che ben si puòsuonare la recolta(sicome communamente se dice) quando se haverà trascorsodalli tempi heroicicioè da quelli tempi quando furono quelli baroni ethuomini riputati deie capitanii fortissimiper insino a Scipioneperchécredo non si ritrovano che siano più state simile cose.

DICASTO Checosa ditu? Tu debbe sapere come sono intervenute in ogni tempo et in ogni etàqualche notabili cose.

APISTIO Maperché non si sano?

DICASTO Assaiben sono manifestema non imperò tutte.

APISTIO Dachi procedeche non siano manifestate?

DICASTO Perhora occorreno ame dua ragioni. Una èche sendoscatiato il demoniomalegno nemico dell'huomodalla segnoria del mondoper forza del sangue e della trionfante morte di messer Giesù Christonon cosìimportunamente e publicamentecolle sue illusioni inganna l'huomo. Perché sicome scacciato e bandito habitanelli luoghi nascosti e desertima anticamente era adorato sotto speciedi divinità. L'altra ragione è perché già istendeva le reti dello amorelascivo a tutte le generationi dell'huominima horasforzasi grandemente di pore li laciuoli solamente per pigliare duegenerationi d'huominicioè li ottimi e li pessimi. Io addomandoottimi quegli che se sono dedicati e consegrati ad Iddio con tutte le sueforzehavendo conculcato e sprezato tutte le delettationi e piaceri anchor honesti di questo mondo. E fa continuamente a questiaspera e crudele guerra. Ma sendofatta questa guerra da nascosto et occultamentenon si manifesta verunacosa di quelleeccetto che alcuna volta per essempio e per salute delli altri.Poi io chiamo quell'altra generatione pessimacioè quella delle streghe edelli stregonidelli quali horaparlamo. Tu sai ben quante minacie e quanti tormenti sieno bisogno percavarli fuori della bocca quelli suoi indiavolati amori e sceleratissimipiaceri. Il perché non parlano liberamente di quellie non li raccontano comesonoeccetto che colli suoi nefandissimi compagni del giuoco.

APISTIO Dunqueanchor istende larete del lascivo amore il demonio alli santi huominiet a quelli chi totalmentese sono avvotati a Dio?

DICASTO Setu havessi cognitione delle vite e dell'opere di quelli iscritte nelli librinon haveresti punto di dubitatione. Ma acciò tu ne conosci qualche parte se piùnon l'haverai conosciutoti voglio pur raccontare alcune puoche cose di questiottimi huomini e santicioè in che modo se sforzasse il demonio di doverlipigliare con la rete e laciuolo della libidine e lascivo amore. Narra SulpitioSevero come fece ogni forza esso nemico dell'huomo per ingannare quellogloriosissimo vescovo santo Martino in figura di Giovedi Mercuriodi Palladee di Venere. Dimmiil mio Apistionon istimi tu che quando se fingeva de esserGiovenon gli promettesse delli reami e delle signorie? e che quando sedimostrava in effigia di Mercurioche non gli prometesse la eloquentiae ladottrina e cognitione di tutte le scientie humane? e quando se appresentava insimilitudine di Pallade che non gli offeresse la sapientia e la prestantianell'arte militarela quale già haveva sprezzato e renunciato?Che cosa puo' tu pensare gli promettesse sotto la figura dellaingannatrice Venere? havendosi pintole guance e le labracon la cerusacioècon un bello coloree con il purpurissocon lo quale tingono le femine lemasselle con il bombagioeccetto che dilettevoli e lascivi piaceri? Non pensitu che fingesse di esser vestito de ricche robbe e vestimenti di diversi coloriet havesse anche finto in questa imagineli vaghi e lusinghevoli occhi per tirarlo nel lascivo amore? et anchorche'l ragionasse de lascivi e libidinosi piaceri? Ti dirà Athanasiosantocon quanti varii modi tentò il malegno spirito quello glorioso abbate S.Antonio nel desertoil quale Athanasio scrisse la vita e costumi di quello. Anchorè buon testimonio la fredda neve di quanto fuogo di libidine tentasse ilserafico Franciesconella qualeacciò istinguesse lo incendio di essose gligetò dentro ignudo. Te insignarà anchoril cespuglio delle pungenti spine quanta delicatezza di amorosi piaceripresentasse avanti dell'occhi della mente del pudico e casto santo Benedettocolle quale ritrovò il giovevole rimedio contro di tanta sozza cosacruciandola propria pelle del suo delicato corpo. Non crediati imperò ch'el manca dipunto anche hora ditirare alcuni della turba e moltitudine nello pazzesco amore e volgari piacericarnalipur che veda di posserema anzi di continuo grandemente cerca conmilli modi e con mille arti per conducerli nella sua malvagia e ria voglia.

FRONIMO Vivoglio narrare una cosa intervenuta ne' nostri giornia confermatione di quelloche ha detto il nostro Dicasto. Ho conosciuto un huomo molto essercitato nellamilitia a piediil quale hammi ditto sovente di haver havuto piaceri libidinosicon il demoniocredendo che'l fussi una vera femina. E fu in cotesto modosicome egli narravache era huomo semplice e senza malitia. Sendoesso nella Toscana e caminandoper alcune sue occurrentie verso Pisa e venendo da un castello pur delPisanodovi havea perduto nel giuoco de' dadi li danarie così molto di malavoglialamentandosi delli santi et anchorde Iddio per la perduta di essieccoti vede seguitare dopo lui dui acavalloche parevano mercatanti e parevano che cavalcassino molto in frettadove a dietro di uno di essi sedeva in groppa del cavallo una feminala qualedimostrando di non potere più oltre stare a cavallo per la gran fretta chefacevanoparvi che scendesse in terra. Hor costuivedendola bella et anchesolapigliandola per la mane caminavano insiemee la invitò allo allogiamenteseco quando serebono a Pisae così parvi che quella gratiosamente accetassel'invito. E così pur oltra caminandoinsieme et anchor piacevolmenteragionandotanto costui se infiammò di amore di leiche senza verun frenodella giusta ragionee ciecamente chiedendola de piaceri dishonesti e quellaconsentendoline divienne a quello che tanto pazzescamente brammava. Ma uditicosa meravegliosa: come hebbe havuto li suoi scelerati disii e discosti da ogniragione di huomoecco che incontenenti quasi tramortì e diviene tanto manco dianimoche giacque nel campo dovi havea commesso il sozzo peccato da sei horecome mezzo morto. Vero è chesovragiungendo e' suoi compagni che nevenevano dopo di lui da longhie ritrovandolo in cotal modo giacere sanza forzecorporaliil portarono alla cittàe fu sei mesi infermoe gli cascaronotutti gli pelli dalla personae narrava come per tal modo vi fussero brugiatele calze nella soperficie disovracome sel fussi stato il fuogo vero l'havessebrugiate. Dipoi diceva come se ricordava che quella feminama più presto queldiavolo in forma di feminal'havea molto pregato che'l dovesse getare a terrauna hasta tenevain manedovi vi era nella cima un ferro in forma di crocecioè un spedosicome noi diciamopromettendoli di darli una molto più bella lanzase gli ubidiva.

APISTIO Moltomi ritrovo satisfatto quanto alli piaceri carnali procurati dalli demoniidal principio dell'antiquità.

FRONIMO Horvoglio che tu intendi come ha il demonio questa usanzaper dover pigliarel'huominidi usare ogni frodo nel conversare coll'huominisicome istendesseuna rete per invilupparli. Il perché non solamente usa questo nelli piacericarnalima anchor intutte le altre familiaritade. Et acciò tu possi conoscere che'l sia verovoglio hora comenzare dallebataglie di Troia. Che pensi tu vuolesse significare quel dragone di altezza disette gomiti tanto dimesticoche beveva con Aiace Locreseet andavali avantinelli viaggi demostrandoli la via? e così stava tanto dimesticamente con luisicome fussi stato un cagnuolo. Che cosa vogliono dimostrare le penne di Dedalo?e le ali del Pegasso? e tutte quell'altri cose annoverate fralli mostri dellefavole? Et anche quelli tanti prodigii e miracoli delli philosophi? Che credi tuvuolesse dire quello tanto aceleratoviaggio che fece Pythagoraandando e ritornando per una via molto longada Italia per insino nella isola de Siciliain così puoco tempo? Come pensi tupuotesse caminare tantospatio di paese così velocementesicome uno uccelloEmpedocle? E in che modoistimi tu che andasse con tanta velocitàsicome la boreaAbaro sovra di una saetadi Appolline a visitare Pythagora? Di che luogo credi tu uscisse quellavoceche retirò Socrate ma non lo sforzò? Che vuol dire quel Genio efamiliare spirito di Plotino? Che significa quella occache habitava tantodimesticamente con Lacyde philosopho? E sicome sono puochi e' philosophi incomparatione dell'altri huomenicosì anchorquesto perverso nemico dell'huomo tirava molto più delli mortali nellavoragine precipitosa della sporcha libidineche li tentassi di vana gloria. Enon solamente li tentava isteriormente e visibilmentema anchor sovente interiormente et invisibilmente. E se tu pensarai che puocoimporta siano tentati l'huomini dal demonio di lascivia e di carnali piaceri o interiormenteo vero isteriormentete la saperàdire questa differentia santo Geronimo. Il quale chiaramente scrisse le vite di quelli santiheremitedovi racconta le grandi tentationi patirono nel deserto dalli demoniie cotesto fece per ammonitione di quelli doveano venire. Anchor non manco egli scrisse quelle grandi tentationi che'lsustenèdicendo qualmente in una carne quasi morta solamente buglivano liincendii et asperi fuoghi della sozza libidine.

APISTIO Dunquese affaticò anchor Venerecioè il demoniodi vuoler combatere con santo Geronimocolli dardi della puzzolente libidine?

FRONIMO Eben se sforzò di fare tutto quello puotè et anche non fece manco crudelleguerra con il gloriosopontifice Santo Martinosotto questo nome di Veneresicome racconta Severo dove descrive li laciuoli etistese reti da quello nemico in effigia di Venere. Ma che'l se dimostrasse asanto Geronimo visibilmenteo vero il tentasse interiormentenon l'havemo chiaro. Vero è che credo tu habbi letto nelli antiquissimiauthori delli Gentilicome havea consuetudine Venere di muovere l'huomini interiormenteet anco isteriormente. Ma egli è ben vero che quando se representa alliocchi corporali è facile cosa da dover conoscerema quando solamente sedimostra nella imaginationeet eccitta e muove li sentimenti interiori non sonocosì facilmente conosciuti da ogniuno li secreti tradimenti et astute insidiedi quella. Il perché egli è detto nelli hinni di Orpheo Venere visibile etinvisibile. Et anchora è detto che li amori uscisseno di quella ferisconol'anime colle intellettuali saete. Imperò dice Orpheoin quell'altro hinnogreco così in volgare nostro horada me trasferitoapparente e non aparenteo vero paiono e non paiono. E pur anche in un altro hinno cosìscrive in greco quello che horadirò volgarmentevuolendo dimostrare che siano percosso l'anime colliintelletuali dardiqueste fedisseno l'anime colle intellettuali saete. Anchorse vedono quelli versi di Procolo platonico nell'hinno fatto alla liciaVenere in greco via via da me così in volgare tradottiacciò si manifestanole intellettuali nozze: Havendo inditio delle intellettuali nozze e delliintellettuali hymeneicioè delli intellettuali Dei delle nozze.

APISTIO DiceApulegio che quello spiritoil quale conversava tanto dimesticamente conSocrateera dio e non il demonio.

FRONIMOMa pel contrario scrive il Plutarco et anco Massimo Tirio chiamandolo il demonio. De cui uno di essi ne ha scrittoun libroe l'altro dui. Per qual cagione se dice che un'altro demonio pigliasseil patrocinio e governo di Platone o di Zenone o ver di Diogene? Perché fu un'altro demoniomolto domestico di Plotino? In verità vi dico che questo facevano peringanarli. Sono tutte menzogne quelle che dicono alcunicome sono varie lenature del demoniocioè che alcuni di essi se delettano di governare lecittadee le cose domestice e familiariet altri volentieri se occupano nellecose rusticane e della villaet alquanti allegramente se intromettono nell'opredella terraet anchora sono reputati molti che habbino cura delle cosemarinesche. Sono tutte coteste cosee l'altri similisonnii delli sciocchi epazzi gentili e paganipropriamente semili a quellinarrati da alchunifavolescamentequalmente alquanti di quelli se essercitaveno nella medicinaetaltri haveano cura e governo delli navighevoli legni e delli governatori diessie che alquanti erano sovrastanti al divinaree non puochi alle leggietaltri allo essercitarsi nell'armi della battaglia. Il perché favolescamentenarraveno che inspirasse per li sonnii la medicina Esculapioe Podalirioe che fussero sovrastanti alle procellose onde e tempestedel mare li Dioscuricioè Castore e Polucefigliuoli di Giove. Et anchordicevano che essercitasseno le opere della guerra dopo la morte Rhesso etAchilleet inanti li tempi di TroiaTheseo; vero è che raccontaveno chequelli primi nascostamente essercitaveno l'armema questo ultimo apertamente enell'ampio campo. Raccontasi anchorper fama che combattesse nelli campi e pianura di Marathono la effigia diTheseo per li Atheniesi contra delli Medie questo anche scrisse il Plutarcho.Dehvedi una gran pazzia. Credevano costoro che li demoni fussero l'animeseparate dalli corpi. Il perché dicevanoche Asculapio medicavaMinone eRhadamanto giudicavascacciava le gragnuole e tempeste li Dioscuri o siaCastore e Polluce. Divinava AmphilochoMopsoOrpheoe Trophonio; e lebattaglie e guerre trattava RhesoAchille e Theseo. Di tutte coteste cose eraauthore il demonio. Et acciò li fussero prestate l'orecchie e dato fedee cosìmaggiormente fussero tirati l'huominie gli facessino li sagrificiisicomeall'anime delli baronisignori et eccellenti huominicon una certa vanasperanzafingevano tutte queste cose. Dalle quali superstitioni et inganni nonfurono contrarii Platone etAristotelee maggiormente scrivendo li libri delle publice leggie disputandodelle institutioni et arti civili e cittadinesche. Anchorè cosa publicacomene' nostri giorni son stato tenuti e portati delli demoniinelle guastadeo siano vasi di vetroe nelle annelliet in altre coseet anchor comequelli nemici dell'huomini hanno dato resposte per il ventreper la cossaetaltri membri delli mortalisicome dal spirito di Pythia o di Apollineacciòpossemo facilmente conoscere come il scelerato nemico de Dio e dell'humanageneratione ha pensato in diversi tempi diverse vie e modi de ingannare l'huomosotto specie di familiarità.

APISTIO Inverità così anche io istimo.

DICASTO Nondubitarema sia pur di buona vogliaconciosia che a puoco a puoco ne verainella nostra ferma oppenione e vera sententia.

APISTIO Ma non già in questo modo. Ma egli è benvero che mi lasso conducere dalle ragioni e dalli testimonii.

DICASTO Vieniquistregae sappia come sei costretta con quel medemo giuramentoche eriavanti: e sappia qualmente in brievi serai punita con il nostro fuogoe dipoiincontinenti con quell'altro che mai non mancaràse tu mentirai in punto di quello che te interrogaròdel vostro maledetto giuoco.

STREGA I'lo soe non ho verun dubbio in questa cosa.

DICASTO Dimmi.Magnati e beveti colà al giuoco vostro scelerato? Vero è chequanto allipiaceri carnaliassai siamo satisfatto. E così più non bisogna diaddimandartine.

STREGA Simangiava là in quel medemo modo e bevevacome era consueto di mangiare in casacon il mio marito e con li miei figliuoli.

FRONIMO Hieriti proposi Apistio in essempio quella Mensa del Sole cotanto nominata eramentata da Herodoto e da Solinoet anchor da Pomponio Mela. Il perché tu debbe sappere qualmenteil demonio astuto ne tira assai delli poveri e del rozzo volgocolli piaceridella golaoltro della speranza e promissioni delle delettationi carnali. Checosa possemo istimare vuolessino significare quelle carni poste sovradell'antidetta Mensa del Solede cui ne fa mentione santo Geronimoscrivendo a Paulinosicome di una cosa molto volgata e molto maravegliosa? Ma chi cosa fussenon lo chiarissené anchordice che uscisseno le ditte carni fuori della terrané che saliscenosovra di essa mensabenché lo dica Herodoto. Vero è che Pomponio Mela e GaioSolino dicono che erano divinamente portate ditte carni. Ma chi è colui di cosìrozzo ingegnoche non advertisca come fussero quelle vivande e cibilusinghevoli inganni da ingannare il gusto della ignorante turba? Et anche chiè colui di così puoco discorsoil quale veda Solino contrario ad Herodotoetil Mela contrario di Solinoche non conosca come variamente è dimostrataquesta superstitione: conciosia che quello scrivaqualmente erano ivi poste lecarni nel prato appo della città dal magistrato nella oscura notteche semangiaveno nel giornoe che dipoi era detto da quelli del paese fussero uscitefuori della terra? Egli è ben vero che dice Solino come è quella mensa in unluogo dell'ombreet è sempre apparecchiata abondantemente di lautidolcietaggradevoli cibi et vivandedelle quali ne può mangiare ciascun che vuole et atutta sua vogliae benché ne siano mangiate in gran copia da quelli che nevuolenonon dimeno imperò non mai mancanoma sempre ivi crescono divinamente.Ma Pomponio non dice pur una menoma paroladove si sia questa mensao apresodella città overo nellaoscura carcereeccetto che dice come divinamente ivi nascono li cibi. E benchécotesti scrittori non convienono insieme in ogni cosapur imperò egli èfermamente da tutti quelli tenuto senza contrarietàcome è una maravegliosacosaet anzi divina l'antidetto Convito del Sole. Il che è molto convenevolecon questo di Dianasorella di Pheboo del Solesicome egli dicevano. Anchoraistimo non essere puoco a nostro proposito quello che racconta Pomponio Melanella Descritione del Mondocioè che se ritrova un luogo dovicontinuamente rispiandono grandi fuoghi nella oscura notteet paiono esser iviquasi esserciti di soldati che occupano ampio paeseet ivi siano fermatisuonando cimbalitamburiniflauti e trombeche paiono molto maggiore dequelli che usano l'huomini. Dimostravano anchora una similitudine di convitol'incantamenti e magiche opere de Olissesendo sparso il sangue in torno in torno. Nel quale luogo vivenevono li Demoniiet sidemostravano in diverse et varie figure. In qual modo diceva il Vinitorecheconversassi l'anima di Olisse cavata da Homerocoll'ombre et imagini di Protesilao e delli altribaronisicome dice Philostrato. Ma hora le scelerate e maladette streghe e stregoni de' nostritempi cavano il sangue dalli fanciullinie per maggior parte lo conservanonelli vasiper fare quel maladetto unguento. E ben che paiono coteste coseassai sofficientiper haver narrato il detto convitonon dimeno imperò voglioanchor soggiungerela Mensa di Achille.

APISTIO Checosa serà mo' questa? stiammo pur ad udire.

FRONIMO Nonti maravigliare. Et anchora ti priego non vogli sprezzare quello che voglio narrareconciosiache non fingo veruna cosa. Il perché se non mi vuoi credereaddimandalo tu aMassimo Tirio. Ilche se tu faraite lo raccontaràma anzi te lo dimostrarà colle sue cartescrittecioè ti narraràdi una certa cosa iscritta per molti secolicioè avanti di mille annicome ne' suoi tempi fu manifesta la Mensa di Achilleche era molto simile aquella delle streghedovi dicono che hora vi seggionomangiono e beveno.

APISTIO Ilmio Fronimoio credo alle tue parole.

FRONIMOPur quando anchor nonmi vuolesti credereio ti mostrarebbi il libro dell'antidetto authore e grecoet anche latinoche è apresso di me. Nel quale anchorvi è scritto di una certa isola del mare Eussinodovi è il tempio diAchille. Nella quale sovente è stato veduto da lui esso Achille che ha fattoconvito a quelli huomini ivi andavanoe che ha conosciuto Patroclo figliuolo diTheteet altri demonii e(sicome egli dice) li chori delli demoniicioè le moltitudini di essiet ancho have veduto li Dioscuri che danno agiutorio alle navi chepericolavonoacciò io lasci di ramentare quello che esso scrissecome eraconsuetudine di esser veduto nello Ilio le forze di Hettore. Ma coteste cose nonpertengono al convito delle Lemuri.

APISTIO Nonpareno queste cose molto discosto dal convito di Nereo e dell'oceanodelliquali ne fanno memoria diversi poeti.

FRONIMO Pensòil maligno et astuto nemico dell'huomo cotesti velenati convitiacciò privassel'huomo dello eccellentissimo convito di Christoche ha apparecchiato sovradella mensa sua nel suo reamo.Ma horavivoglio raccontare non un convito finto e scritto dalli Poetima unamaravegliosa cosa già puochi anni passati a mi narrata da un grande huomoornato così di eccellente dignitàcome di dovitia e di ricchezze. Fu un buonsacerdote nelle Alpi Rhetiecioè di Germaniagià dodici anni fail qualedovendo portare il sagrosanto viatico del corpo di messer Giesù Christo ad unogravemente infermo et essendoli molto discostoe vedendo di non poterlo cosìpresto portare caminando apiedisicome era il bisognosalì su il cavalloe legossi al collo in unaassai honorevole cassetta di legno il santissimo sagramentoe comenzòassai in freta di caminareper satisfare al debito suo. Hor sendoalquanto caminatose gli fece incontra uno che lo invitò a sciendere giùdel cavallo et andare con lui per vedere uno maraveglioso spettacolo. Il cheimprudentemente egli facendoper vedere cotesta curiosa cosacome fu sciesoecco incontinenti sentì di esser portato per aria insieme con colui che l'haveainvitatoet in puoco spatio di tempo se vedì porre sovra la cima di unaltissimo montedovi era una molto ampia et amenevole pianuraintorniata daaltissimi alberie con spaventevoli ruppi serrata. Nel mezzo de cui vi sivedevano diversi e varii balliet ancho tutte le maniere de' giuochicolle mense apparecchiate dilauti e diversi cibiet anche se udivano tutte le generationi de suoni e didelettevoli canticon ogni dolcezza e trastullo e brievemente sentevasi etudevasi tutte quelle cosele quali suoleno rallegrare li anime dell'huomini.Del che molto maravegliandosi il buon e semplice sacerdotee pur non havendoardimento di parlare per la gran maravegliae sendomezzo fuori di se istessogli fu chieduto dal compagno che l'haveacondotto quivise vuoleva adorare e fare riverentia alla Madonna che era iviet ufferirli qualche duonosecondo che facevano l'altri. Era a sedere nel mezzouna bellissima Reinaricamente vestitasovra di una reale seggea cui se presentava ciascuna duoi a duoio a quattro a quattrocon vario ordine a reverirla e adadorarlapresentandoli diversi duoni. Hor udendo costui ramentare la Madonna evedendola ornata di tanto spiandor e da tanti sergenti servitaistimòche lafussi la gloriosa madredi Dio e Reina delcielo e dellaterraconciosia che non sapevache coteste cose fussero inventioni e ritrovidelli demonii: il perchése lo havesse istimatonon vi serebbe andato. Horafra se ben pensando che cosa gli dovesse presentarepensò di nonpuoterle offerire più aggradevole presente alla madreche il corposagratissimo del suo unigenito figliuoloe così andò dove sedeva quellaetadorolla inginocchiandosi alli piedie dipoilevandosi dal collo la cassettadove era il sagratissimo corpo di misser Giesù Christodivotamente vi la posenel gremio. Odi cosa meravigliosa: ecco che incontinenticome lahebbe posta sovra del gremiodi quella Reinacosìpresto sparui la segge di oro e la Reina eravi sucon tutta quella moltitudine et con ogni cosache pareva ivie più non fu veduto pur un puoco di vestigio di quellinédelli convitiné delli giuochiné apparvi quello che fusse fatto delcompagno. Hor conoscendo il semplizzotto prete come fusse stata questa cosaopera del Demoniotutto smarrito e mezzo fuori di se stessocomentiò dipregare Iddioche non lo abbandonasse in quelli silvestri luoghiprivi di ognihabitatione de mortali. E cosìgirando hor indi e quindi l'occhiandando mo'quimo' lì per quelli aspri luoghi per vedere se puoteva ritrovare qualchevestigio di huominiacciò puotesse intendere dove fussee ritrovandosi semprein maggiori ruine e boschi e selveal fin pur tanto camino per quelleprecipitose ruppiche dopo molto longa fatica e dopo longospatio di tempo con gravi affanniritrovò un pastoreda cui intesecome era discosto da quel luogo dove andava a portare il corpo di Christo dacirca cento miglia. Poi che fu ritornato con gran strachezza alla suahabitationeandò dal magistrato di Massimiliano Imperatore e raccontoli iltutto per ordinesicome horaio ho narrato. Ma che coteste cose posson essere fatte dal demoniote lodirano li theologgiliquali mostrano come la natura delli corpi è ubbediente alla volontà dellesostantie separate dalla materiaquanto imperò partente al movere da luogo aluogo. Anchora puotrai intendere assai essempii delli corpi humani portati per ariada luogo a luogose tu vuoraidalli libridi frate Arrigo et di frate Giacopo Thodeschieccellenti theologgi dell'ordinede Frati Predicatorichiamati Il maltellolo quale feceroconfirmandolo con assai testimonii di molte cose che essi videnno colli propriiocchi. Lo quale maltello puotrai haverese tu lo vuoi usare contro di quelliche sono durie non vogliono credere il veroaccioché tu li pieghi a dovercredere quello che sono ubbrigatioveroli spacchi in cento migliara de pezzi.

APISTIO Certamenteho udito una maravigliosa cosala quale non può offuscare la nera nottené anchose può dire che fusse un sonnioné che sia suta confessata per pauraoveroper martorio o per qualche altra finta cagione. Ma vorebbi intendere dache puote procedere che sparissino tutte quelle cose nel toccare di quella hostia sagrataconciosia che li demoniinon solamente non temano il toccare di quellama anchocercano e comandano che siano portate assai di quelle al giuocoe dipoine fanno gettare in terra con grandi schernie li fanno dare sovra delli piedie li fan fare tutte quelle vergogne si posson faresicome disovra ha narrato lastrega.

DICASTO Tu non ti debbi per questo maravegliareconciosia che sapiamo come se spaventano e' demonii per il segno della santissima crocee nondimeno anchoraqualche volta appariscono in figura di Christo crocifissoacciò piùfacilmente posson ingannare l'huomeni. In verità ti dico che tu non timaravegliaresti se tu havessi letto le opere e la vita di santo Martinoe di s.Francesco e di molti altri santie se anchotu havessi ben essaminato come messer Giesù Christosendoanchor in questa mortale carneil quale scatiava li demoniisi lasciòtentare ad esso demonioe gli permesse che lo portasse sovra del pinnacolo deltempioe de indi poi sovra del monteet anche permesse maggior cosacioè chefusse maltrattato da quelli perfidi Giudei servi del demonio e tormentato etultimamente crocifisso. Oltre de ciòtu presupponi che le streghe narrano cheli demonii conculcanoe diano delli piedi sovra delle hostie consegratema non è cosìconciosia che non fanno cotesto li demoniima è ben vero che lo fa questo la malegnità dell'huominia suggestione di essi demonii. Anchora credo che così come fa la fede insiemecon la riverentia che fanno l'huomini in essa santissima crocee nellasagrosanta hostia consagratache il maladetto demonio se ne fuggecosì anchor vi facci fare tanti vituperii esso per la gran malitia deessi e per il vituperio li fanno. Ma quanto al semplicetto pretecredo chefussi la semplicità di quello cagione che sparessino tutti quelliapparecchiamenti e tutte quell'altri cosee maggiormente la forza della fedefece che non solamente non fu ingannato in suo dannoma anchorfece che fu perservatoacciò puotesse narrare alli altri e dechiararecome quella cosade cui horapariamoche pareva esser molto dubiosacioè se le streghe e stregonivano al giuoco con il corpo o vero solamente con la fantasia et imaginationeoverose vi possono andarepuò esser veraet è vera e non una imaginatione.Anchor permette alcuna volta la possanza de Iddioche siaschernito il sagramento e la croce e l'altri cose divine et alcuna volta no:segondo che a lui pare. E perché lo fase può sempre dare qualche ragione ingeneralema non se può imperò sempre isplicare in particolareconciosia cheè tanto rozzo e grosso l'occhio dell'intelletto nostro a dovereinvestigare li secreti della divina magiestà.

APISTIO Hormaison satisfatto con queste ragioni e ritrovomi contentosendouscito delle nere et oscure caverne delle dubitationi.

FRONIMO Benvedi se tu hai altro dubbioe sù presto chiede la chiarezza a Dicastoperchégià gli molto possenti e veloci cavalli quasi hanno tirato il carro del soleappo del suo segnoquanto al nostro hemispherio: acciò non bisognasi poiremanere qui cotesta nottesendoserate le porte del castello. Il perché staressimo molto male agevoliquesta notte dell'invernoin cotesto monastero a pena comenzatodovi non siritrova ancor verun letto.

APISTIO Ami pare che non ci sia altro da chiedereeccetto che delli venificii o sianoincanti.

DICASTO Diche cosa dubiti?

APISTIO Sesono fatti veramente o pur che paiono esser fatti solamente con la imaginatione.Conciosia che assai ha manifestato la forza della divina giusticiasempregiusta e non sempre conosciutaperchéIddio alcuna volta permettese pur se fannoet alcuna volta ilprohibisca.

FRONIMO Nonte ricordi di Lucio samosatenoe di Lucio madaureso?

APISTIO Siben. Et ancho miricordo di avere alcuna volta letto dette coseet anche già duoi giorni fa leho udito ramentare a te. Ma egli è ben vero che dubito assai non siano favole eche in verità non fussero fatte così quelle cose che se narrano in quel Asinogreco et anche latino.

FRONIMO Cosìcome io non dubito che siano assai cose fintee molto più di quello che so et anchorse pur così vuoiche siano tutte quelle cose che sono ne' detti librifavole et imaginationicosì anche credo che dette favole e fittioni sianocavate da qualche vero fondamento. Conciosia che il nostro divo Aurelio Agostinoistimò che quelle trasformationi e tramutationi iscritte da Varronecioèdelli augelli di Diomededelle bestie di Circe e delli lupi di Archadiapigliassono origine e principio da qualche cosa vera. Et anchor racconta nel decimo ottavo libro della Città di Diocomeera usanza ne' tempi suoi di fare molte cose assai simili a quelle che narra overo finge Apulegio. Vero è che dice come gli demonii non possono fare verunacosa con la forza della sua naturase non la permette Iddio. Li occoltigiudicii di cuisono infinitie non vi si ritrova imperò verun di essiingiusto. Il perchése pare che li demoniifaciono qualche cosa simile a quelle che ha creato l'omnipotente e veroIddioe che pare che mutano una specie di uno animale in un'altrao verotramutano una creatura in un'altranon è vero che così sia; ma è ben veroche così fa apparereo vero imprimendo dette specie e figure fintenell'imaginatione e fantasiao vero mettendo avanti li occhi corporali un'altrafinta specie e figura. E così qualche volta parerà a colui che ha conturbatala fantasiadi esser una cosa in luogo di un'altraet il simile pareràall'altri; nondimeno serà imperò quel medemoo vero gli preporà unasimilitudine avanti l'occhila quale di continuo gli farà parere essere cosìe così crederà di esser veduto anche dall'altri. E cotesta non è granmeravegliaperché se un corpo può ingannare li sentimenti corporali e farliparere una cosa altrimento di quelo che èsicome vediamo che fa il vietroilquale imprime quel suo colore nell'occhio per cotal modo che fa parere tuttel'altre cose simile a sé nel colore benché siano altrimento in sé colorate;quanto maggiormente i spiriti ignudi da ogni corpocioè li demoniipuotranoconturbare la fantasia et ingannare l'occhi e l'altri sentimenti delle creatureinferiori? E cosìin cotesto modoistimarai fussero quelle opere di queiasinie di quella specie di quello prestante cavallo che portava li grandipesila disputatione del philosopho che disputava senza corpo le cose di Platonele astute opere delli lupi di Arcadiae li versi di Circe chetrasformarono li compagni di Olisse. E così tutte coteste cose se debbonoattribuire al spirito imaginarioovero alla fantasiache così era ingannataa cui pareva essere quellacosa che non era. Il simile anchordiremo della cerva in vece de Iphigeniae li augelli in vece dellicompagni di Olisse: cioèche fussero poste simili imagini e figure dalli demonii avanti l'occhi dell'huominio pur anche forsi vi fussi postauna vera cerva et anche veri augellinon vi apparendo Iphigenia né li compagnidi Olisseo sendo ivipresente o vero portati in altri luoghi.

DICASTO Oquanto bene quanto brievemente hai tu raccontato quelle cose di santoAgostinoe non manco veresicome io istimo. Egli è ferma conclusione tenutadalli theologgi qualmente sono soggietti naturalmente i sentimenti dell'huominie la imaginatione e fantasiaalla possanza delli demoniiperché sono essisentimenti e imaginationeinferiori e manco nobili di dette sostantie separatee prive di ogni corpoe cosìsendo più nobiligli sono soggiette queste cose men nobili. Ilperché anchor voglionarrare alcune verissime cosea cotesto propositoper confermare quello chehavemo detto. Egli è raccontato nelle Vite de' santi Padricome fuacconciata una giovene per incanti in cotal modo che pareva una sfrenatacavalla. Il perché sendopresentata avanti di santo Macharioper le orationi di esso fu levatodavanti l'occhi di ciascun quel prestigio e quella illusione del demonioe cosìpareva in quel modo sicome era in verità. Puotè il demonio commovere liinteriori sentimenti a moltialli quali pareva fussi altrimente quella meschinagiovine di quello che erama non puotè movere imperò essi sentimentiinteriori di santo Machariofortificati principalmente con lo adiutorio diIddioa farli parere quello che non era. Anchornon astregneva la finta figura di quel huomoche pareva uno asino nellacittà di Salamina della isola di Ciproli occhi di ciascun che lo vedeva daistimare che'l fusse un asinoeccetto di quella donna maga et incantatricelaquale gli havea per tal modo conturbato la fantasia colli suoi maleficiicheanche a lui pareva di esser doventato uno asinoe così portava le legna invece di giumento. Vero è che fu agiutato per prudentia di alcuni mercatantigenovesili quali vedendolo inginocchiare e prostrare in terra avanti la portadella chiesa per fare riverentia ed adorare Iddioistimarono che quello nonfusse una vera bestiae così cercarono di agiutarlo e di fare portare lameritevole pena alla incantatrice. In verità vi dico che possono fare limalegni demonii appareremolte cose altrimenti di quelle che sonoe possono movere molte cose erappresentarle nella fantasiae fare parere una cosa in altro modo di quelloche è et anchora fare il simile nelli corporali sentimentiin un medesimohuomo. Oltro di ciòoccorre che sono ingannati li occhi di quelli che vedonoet ancho èconturbato l'occhio della mentesendomossa la imaginatione. Anchorsicome già avanti dicessimopuò esser portato il corpo per diversiluoghi. Il perché interviene che quellili quali non ben e sollicitamenteessaminano queste cose a parte per partefacilmente sono ingannatie cosìnon ben chiaramente considerando li libri delli dotti e litterati huomininonposson drittamente giudicare quanta differentia è frallecose create e quelle che uscisseno da qualche natura delle creatureefra quello che è intiero e quello che è partee fra il vero e quello che èsimile al veroe quello che dimostra la sua imaginee quello che dimostra quella d'altrui. E non ben pesano con la giusta bilanzala forza di tutta la naturané la possanza delli demonii.Et al fine ancho nonconsiderano li giudicii de Iddioli quali spesse volte sono occultissimi a noima imperò sempre sono fatti con somma giustitia.

FRONIMOHormai se appropinqua la sera e già comencia di apparere la oscuranotteil perché l'hora tarda ci invita di ritornare a casa. SicchéApistiose non sei satisfatto per questa nostra longa disputationenon posso più vederche cosa dobbian fare acciò possi esser contento. Conciosia che tu hai possutoconoscere come questo maladetto et iscommunicato giuoco non è fittione néfavolacosì per li libri dell'antichicome per l'opere fatte ne' tempinostri; e come egli è in sostantia antichissimo e nuovo per molte conditioni;et che è stato mutato secondo la maligna e perversa volontà delli demoniie forsi anchor lomutaràperché è tanta la astutia e suttilità di esso iniquo ingannatoredell'huominiche continuamente cerca nuovi modi da posser ingannare noi. Hodimostrato a te li cerchili unguentile parole magiche et incantili viaggiper li grandi spatii dell'ariali lascivi e libidinosi piaceri delli demoniiche si sono ritrovati così ne' tempi nostricome ne' tempi delli baroniantichi. Et ho dimostrato qualmente pensarono li perversi demonii di dover calonniare e vituperare l'humanageneratione dalla prima antiquitàcioè dal primo huomoper infino ad hora.E come ha ingannato l'huomo colle sue respostecolli ragionamenticonla familiarità e dimestichezzae come ha cercato per ogni via e modo diingannare ogni sesso et ogni età colli simulacri e varie imaginiet che se èsforzato di usurpare la divinità e farsi adorare come Dioet che ha fattonuocevoli conviti alli mortaliet che li ha portato a similitudine di ungiumento che habbia le alie come ha desiderato di haver li sceleratissimipiaceri carnali colli huomini. Ma perché io ti veggio horamolto stracco per tanto viaggio che hai fatto con l'animo tuo in diverseregioni e paesi della Italiadella Siciliaet oltro del Ionio maree delloEusinoet anchor perchéte ho condotto colli miei ragionamenti nell'Africanell'Asiae per infino alliHiperborei Montie dovi non ti ho condotto? Il perché serà homai tempo nedebbi ritornare meco a casa.

APISTIO Tudi' il verosì ben hormai è hora.E così teco nevengoe molto satisfato.

DICASTO Seitu dunque contento di quello che havemo detto? Et in verità ne vieni nellanostra oppenione?

APISTIO Sìcertamente son contentoet in verità vi dicoche credo quello che è statodetto.

DICASTO Di'tu pur da doveroo per giuoco?

APISTIO Puòesser questoDicastoche tu istimi che io dica quello per iscrizo e giuocoche ha creduto tutta la antiquità e tutta anchor la posterità? Io dico quelloche anchoconfermano colli isperimenti et essempii li poetioratorihistoricileggistiphilosophitheologgil'huomini prudentili soldatilirustici e contadini; benché se ritrovano alcuni saviolili qualiriputandosipiù dotti e savii di tutti l'altriche questo niegano.

DICASTO Dunquesicome io vedotu hai mutato oppenione?

APISTIO Chebisogna più affirmarlo? Già te l'ho detto. E cosìperché io ho vestitol'animo mio di un altro habitoe vestae pare a me di haver ritrovato la verità di quello che primanon credevo in questa cosagiacendo nella nera et oscura tenebra dellaignorantia e della falsitàdesidero grandemente di mutare il nome e dipigliarne un altro convenevole a questo nuovo habitode cui hora sonvestito.

DICASTO Moltomi piace. E cosìper satisfare alla tua honesta vogliati darò un nome conveniente sì come addimandi.Dunqueper lo avenire serai chiamato Pistico.

APISTIO Oquanto a mi piace questo nome. Hora così per ogni modo voglio esser chiamato.

FRONIMO Sepiù non ci resta cosa alcuna de cui tu habbi desiderio de intendereegli è horache ci partiamocon buona licentia del Reverendo Padre Inquisitoreeche presto presto retorniamo al castello. Il perchévalereverendo padre.

DICASTO Itein pace.


 

FINIS

 

Impressoin Bologna

perMaestro Geronimode Beneditti da Bologna.

Dell'annodella Incarnatione del nostro Signore

M.D. XXIIII.

DelMese de Aprile.

 

F.Leandro. Al candido Lettore. S.

 

Ti priegoLettore prododotto e saggiodi non vuolerti maravegliareseritroverai alcuna volta qualche errore in questa operettaperché bisognarebbeche'l compositore et anchora il correttore havessero li occhi di Argoet anchorsarebbe difficile cosa da puotere vedere e considerare tutti li defetti cheoccorreno nel compore delli libri et anchor nel corregere. Pur ne havemo quiviannotati alquanti di quegli paiono maggiori. L'altri menomi havemo lasiato allatua gentilezzaacciò li correggi. Il perchéper quella humanità che in tese ritrovanon sarà grave a te di doverli porre la tua delicata manee fareverso di questo libro sicome voresti fusse fatto verso di uno delli tuoinonbiasmando né detrahendo a noisicome non haveresti aggrado che così fussefatto a te. Il che se faraisarai reputato vero coltore delle museet amatoredella verità e senza passione e senza odio. Vale.